Perugia 12.6.2009(Corsera.it)
Amanda Knox al processo ritratta le sue confessioni e dice che la polizia l'aveva molestata.UN bluff? Amanda Knox il volto d'angelo cerca di saltare dalla gabbia infuocata in cui è precipitata da due anni.Una gabbia che ormai non la lascia respirare più,la tormenta e potrebbe diventare la sua botola senza luce per i prossimi trentanni.Un sogno buio e lungo quasi impossibile da superare anche con l'immaginazione,ma la sua amica Meredith è morta,sventrata da un coltello,il sangue l'ha inzuppata e i suoi sogni si ...
...sono infranti per sempre.Quella testa rotta contro un muro,la lingua penzoloni fuori,circondata dai suoi aguzzini e stupratori.Il Demone potrà reggere al volto dell'Angelo? La terribile fine di Meredith Kercher potrà rimanere impunita?
PERUGIA - "Tutto ciò che ho detto, l'ho detto perché messa sotto pressione. Le dichiarazioni sono state prese contro la mia volontà. Ho detto ciò che ha suggerito il pm. Loro (la polizia, ndr) mi suggerivano, continuavano a dirmi che avevo subito un trauma e che non ricordavo. Poi la mia memoria si è mescolata, e nella mia confusione ho inziato a pensare che forse ero veramente traumatizzata...". Amanda Knox ricorda così, in aula, la notte fra il 5 e il 6 novembre del 2007 quando, a pochi giorni dal delitto di Meredith Kercher, venne interrogata in questura e indicò il musicista congolese Patrick Lumumba come l'autore dell'omicidio della studentessa inglese. Dichiarazioni che portarono all'arresto di Lumumba, poi scagionato e oggi parte civile contro la Knox nel processo che vede imputati l'americana e Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher. Proprio con le domande del legale di Patrick è iniziato oggi, nell'aula degli Affreschi, l'esame di Amanda, davanti alla Corte d'Assise di Perugia.
Camicetta e pantaloni chiari, capelli raccolti in una coda, la giovane americana è entrata in aula accennando un sorriso ai suoi avvocati. Presente pure il padre Kurt, che ha annunciato: "Oggi si vedrà una nuova Amanda, non la dark angel descritta finora". Si tratta di uno dei momenti chiave del dibattimento. Pur potendo avvalersi della facoltà di non parlare la Knox "intende rispondere a tutti e su tutto", ha detto ieri uno dei suoi legali, Luciano Ghirga.
Poco prima del suo arresto, la ragazza sostenne con la polizia di essere stata presente nella casa di via della Pergola al momento dell'omicidio pur non avendovi partecipato. In quell'occasione accusò Patrick Lumumba (poi riconosciuto estraneo e prosciolto) che - secondo la sua versione iniziale - si era invaghito della studentessa inglese. In una dichiarazione spontanea scritta, consegnata alla polizia, espresse poi "seri dubbi" sulla verità delle sue dichiarazioni perché "rese sotto la pressione di stress, shock e perché esausta". Oggi Amanda ha detto: "Incolpai Patrick perché sotto pressione. Quello che ho detto, l'ho detto contro la mia volontà".
Nell'interrogatorio in carcere davanti al pm Giuliano Mignini, il 17 dicembre del 2008, Amanda aveva ribadito la propria innocenza e negato di essersi trovata, la notte del delitto, tra il primo e il 2 novembre del 2007, nell'appartamento in cui viveva con Meredith Kercher e due studentesse italiane. Al magistrato aveva detto che in quelle ore era stata con Sollecito a casa sua. E che era tornata nell'appartamento la mattina successiva, quando cioè trovò la porta aperta e le tracce di sangue che portarono al rinvenimento del cadavere.
Secondo la procura di Perugia, nella casa di via della Pergola c'erano invece la Knox, Sollecito (del quale nessuno ha chiesto l'interrogatorio) e Rudy Guede (già condannato a 30 anni) e furono loro - ritiene l'accusa - a uccidere Mez. Accusa respinta da tutti gli imputati.
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