Roma 1 Novembre 2009(Corsera.it) ore 11.52 real time.
Il demonio in corpo,era questo quello che aveva dentro di sè Diana Blefari.Il giorno della definitiva condanna,la brigatista fu presa da un impeto di rabbia devastante,fece a pezzi tutto quello he aveva in cella,distrusse il televisore ...
....gettandolo contro la parete.Un cupo grido di rabbia,l'istante infernale che forse aveva ricomposto dentro di lei l'identità di una assassina,della violenza infame che racchiudeva nel suo cuore di essere impazzito.
Si è impiccata nel carcere di Rebibbia,dove era rinchiusa in isolamento,la brigatista rossa Diana Blefari,la complice degli assassini del Professor Marco Biagi.Alcune settimane fa la Cassazione aveva confermato l'ergastolo per la donna che aveva affittato il covo delle Brigate Rosse che progettavano l'omicidio del giusvalorista Marco Biagi.
Corsera.it Angelo Arrigoni cronaca nera redazione di Torino .riproduzione riservata.
La Repubblica .I suoi difensori avevano più volte denunciato le condizioni di profondo disturbo mentale di cui la loro assistita soffriva. Il giorno della condanna in primo grado all' ergastolo, la donna fece a pezzi tutto quello che riuscì ad afferrare nella sua cella, anche il televisore. Una scena violentissima, seguita da una prostrazione sempre più pesante, dall' astenia, l' autoisolamento, il rifiuto del cibo e dei liquidi "perché mi vogliono avvelenare", il digiuno totale per venti giorni.
I medici di Rebibbia chiesero un trattamento sanitario obbligatorio "in altra struttura più idonea", essendo concreto, così scrissero, il pericolo di vita per la detenuta. Sa allora fino all'ultimo grado del processo, conclusasi il 27 ottobre con la conferma dell'ergastolo, la terrorista viveva in uno stato di profonda apatia: sdraiata sulla brandina, sepolta tra le lenzuola, la faccia girata contro il muro della cella.
Dopo la condanna in primo e secondo grado la Suprema Corte, il 7 dicembre 2007, aveva annullato con rinvio la sentenza d'appello emessa nei suoi confronti sottolineando vizi di motivazione sulla sua condizione psichica. La Corte d'assise d'appello di Bologna aveva riesaminato il caso disponendo una perizia psichiatrica con la quale era stata accertata la capacità dell'imputata di stare in giudizio. I giudici bolognesi avevano quindi confermato l'ergastolo con una sentenza divenuta oggi, dopo la pronuncia della Cassazione, definitiva.
Ieri sera, attorno alle 22.30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate, la neobrigatista si è tolta la vita. Ad accorgersi quasi subito dell'accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria: hanno provato a rianimarla senza però riuscirvi.
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