Roma 1 Luglio 2009(Corsera.it) di Matteo Corsini
E' ormai chiaro che il Presidente del Consilgio Silvio Berlusconi è sotto assedio,convergono al centro interessi politici e industriali che lo vogliono scacciare via.Fare Futuro e Fondazione Italiani nel mondo spingono sotto traccia,gli scandali a sfondo sessuale spianano la strada,il Lodo Alfano dunque ormai è l'epicentro di una voragine che se si aprisse finirebbe per travolgere il Cavaliere di Arcore in una buca infettata di vermi.
Pubblica il Corriere della Sera un interessante resoconto di questa giornata politica .
(vedi all'interno)
ROMA - Scoppia la polemica nell'aula della Camera sulla Consulta e sulla cena, al centro di un'inchiesta de L'Espresso, alla quale hanno partecipato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e due giudici della Corte Costituzionale, Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, chiamati a pronunciarsi sul Lodo Alfano. «Il governo Berlusconi non ha organizzato nella casa del giudice Mazzella alcuna riunione» ha detto il ministro Elio Vito a Montecitorio, rispondendo a una interrogazione in merito del leader dell'Idv Antonio Di Pietro.«INCONTRO CONVIVIALE» - «Molte settimane prima della data indicata, a maggio, il presidente Berlusconi, il sottosegretario Gianni Letta, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Carlo Vizzini e il giudice costituzionale Paolo Maria Napolitano hanno ricevuto un invio a cena con le rispettive consorti dal giudice costituzionale Luigi Mazzella. Si trattava di un incontro conviviale - ha spiegato Vito - che è conseguenza di rapporti di conoscenza e di stima antica organizzato nella prima metà del mese di maggio. In ogni caso antecedente al 26 giugno, quando la Consulta ha fissato al 6 ottobre la data di inizio della sua discussione sul lodo Alfano nominando il relatore».
«CENA CARBONARA E PIDUISTA» - Parole che non hanno però soddisfatto Di Pietro. Il quale per tutta risposta, ha chiesto le dimissioni del ministro della Giustizia, Angelino Alfano e dei giudici Mazzella e Napoletano, presenti alla cena con il premier, di cui ha parlato L'Espresso. Replicando a Vito, il leader dell'Idv ha giudicato «inaccettabile» la risposta del governo su una «cena - ha detto Di Pietro - carbonara e piduista», con la quale, secondo l'ex pm, è stata «compromessa la credibilità della Corte» che deve essere «talmente indipendente che non dovrebbe in alcun modo essere oggetto di interferenze». Insomma, con quella cena «avete infangato la sacralità della Corte» e ora «qualsiasi decisione presa il 6 ottobre non sapremo mai se sarà frutto di indipendenza» o esito della «cena piduista», ha concluso Di Pietro.
BATTIBECCO DI PIETRO-BONDI - E il caso Mazzella è stato anche al centro di un battibecco tra il leader dell'Italia dei Valori e il ministro della Cultura Sandro Bondi. Quando l'ex pm Di Pietro ha preso la parola per illustrare la sua interpellanza al ministro Guardasigilli contro la cena che si è svolta tra i vertici dello Stato e due giudici della Consulta, ha usato toni molto forti. Che non sono piaciuti al ministro Bondi. Seduto ai banchi del governo, accanto al ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e a quello dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, Bondi ha più volte allargato le braccia scuotendo la testa e borbottando. Quando Di Pietro ha parlato di «giudici spregiudicati che infangano la Corte», anche Elio Vito ha guardato ripetutamente il presidente di turno, Rocco Buttiglione, sperando in un intervento. Che non è arrivato. «Vergognati! Vergognati!» ha a quel punto gridato più volte Bondi all'indirizzo di Di Pietro . Poi si è alzato continuando a inveire verso gli scranni dell'Idv. I commessi gli si sono avvicinati. Alla fine, il ministro della Cultura ha preferito abbandonare l'Aula.
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