"La Procura di Roma - riporta 'Il Messaggero' - lo ha indagato per ricettazione, perche' sarebbero stati raccolti indizi concordanti sul suo ruolo di mediatore per vendere al miglior offerente i tredici minuti di filmato che hanno cambiato la vita di Piero Marrazzo".
"Il primo a parlare di lui - riporta il 'Corriere della Sera' - e' stato il fotografo Max Scarfone, spiegando che era 'l'uomo che mi controllo' militarmente quando andai la prima volta a vedere il filmato che volevano vendere'. La conferma e' arrivata da Giangavino Sulas, giornalista, pure lui portato nella sua casa per vedere le immagini. Scarfone sostiene che l'incontro avvenne a fine luglio e questo avvalora l'ipotesi che sin dai primi momenti fosse d'accordo con gli altri colleghi. Per quale motivo nei suoi confronti non e' scattato un provvedimento di fermo, come e' avvenuto per Antonio Tamburrino, anche lui accusato soltanto di ricettazione? E' una delle questioni che l'avvocato Mario Griffo porra' ai giudici del Riesame".
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