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ANNOZERO.FUORI CAMPO BOCCACCESCO DELLA ESCORT PATRIZIA D'ADDARIO."ASSOMIGLI A VERONICA"

Roma 3 ottobre 2009 (Corsera.it)

Insieme sotto la doccia.E un pinzimonio di carote e ravanelli rossi sul comodino del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi."Mi sono fatta due risate quando si è tolto l'accappatoio,si era dimenticato i calzini ." "E' uno spiritoso il Presidente."

Tutte le frasi,dietro le quinte,la minuziosa descrizione del rapporto sessuale tra lei e Silvio Berlusconi,a microfoni aperti."Avevo notato che era eccitato,molto eccitato,il Presidente."

Ma andiamo per gradi.

Certo la somiglianza è davvero straordinaria tra Patrizia D'addario e  Veronica Lario.Sono alte uguali,zigomi scarinificati dal bisturi,labbra precise,come tagliate nel burro.Sguardo tenero ma al contempo deciso,seducente.Una maschera o un'ombra,un sortilegio,quello dell'incontro tra Silvio Berlusconi e Patrizia D'addario."Assomiglia a Veronica ." Gli ha detto ad un certo punto mentre la baciava,tenendole una mano dietro la....

....nuca e le accarezzava i capelli.Si percepiva la tristezza del Re Solo,preso dalle sue faccende di Stato.Un uomo solo che rincorreva forse la suggestione di un ricordo perduto,quasi fosse un rimorso o qualcosa di peggio,un incubo.La storia tra lui e Veronica Lario non è certo finita bene,cone lei nelle braccia del buttafuori"uno con la patta enorme",come dicono le malelingue.

I microfoni non erano chiusi,come spesso accade.E quando la telecamera era spenta,le domande alla D'Addario si sono sprecate.

Il fuori campo di Annozero è esilarante : " A lui piace alla pecorina,sembra più alto." Oppure : " adorava guardarsi allo specchio mentre gli succhiavo il p... ,si guardava uno specchio antico,rotondo." Non si capisce se erano presenti anche le cornici con le fotografie dei suoi famigliari."Immagino anche guardasse Obama mentre...."

D'Addario precisa che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi conoscesse la sua identità e riferisce che : «Silvio Berlusconi sapeva che ero una escort perché aveva capito che Alessia non era il mio vero nome, ma uno di copertura. E infatti mentre facevamo colazione dopo aver ....

 

....trascorso insieme la notte, mi chiese di rivelargli come mi chiamavo davvero». Patrizia D'Addario ha confessato,secondo lei,nell'harem di Silvio Berlusconi c'erano altre puttane,ma come abbiamo spiegato noi del Corsera.it,la prostituzione è un fenomeno consueto alla corte del Re.Tutti si prostituiscono,chi per entrare a fare politica,chi per fare il regista,chi per guidare la squadra del cuore ,chi per acquistare alberghi e dimore di lusso per la figlia.E' un puttanaio al completo la corte di un Re,ricordiamoci quella del Re Sole.Altri particolari dunque nell'inchiesta di Bari su Giampi Tarantini.

 

continua

Altra Fonte il Corriere della Sera.Nel fascicolo processuale dell'indagine barese ci sono atti che possono aiutare a comprendere che cosa sia davvero accaduto durante le feste organizzate nelle residenze presidenziali alle quali ha partecipato Gianpaolo Tarantini. Documenti che sono oggetto di verifiche e controlli per delineare i ruoli di tutti i personaggi diventati protagonisti di questa vicenda. L'8 giugno scorso Patrizia D'Addario parla davanti ai magistrati che l'hanno convocata per scoprire quali siano i suoi rapporti con l'imprenditore pugliese. E lei dichiara: «Silvio Berlusconi sapeva che ero una escort perché aveva capito che Alessia non era il mio vero nome, ma uno di copertura. E infatti mentre facevamo colazione dopo aver trascorso insieme la notte, mi chiese di rivelargli come mi chiamavo davvero».

Le intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura di Bari hanno rivelato che è stata a palazzo Grazioli, ma bisogna verificare la sua attendibilità, capire come sia stata agganciata e reclutata per partecipare alle feste del presidente del Consiglio, stabilire quale sia il legame che aveva con la cerchia di conoscenze dell’imprenditore pugliese. E fra molti altri particolari, la donna rivela agli inquirenti quello che l’altra sera ha ripetuto pubblicamente davanti alle telecamere di «Annozero»: «Il premier sapeva chi ero, lì lo sapevano tutti». Poi consegna l’audio della conversazione con il presidente del Consiglio, che lei stessa ha inciso la mattina del 5 novembre mentre era a palazzo Grazioli. Il suono è disturbato, ma le parole sono perfettamente comprensibili. Si sente Berlusconi chiedere: «Allora Alessia, vuoi dirmi qual è il tuo vero nome?». Lei non si sottrae: «Patrizia, Patrizia D’Addario». Lui non ha esitazioni: «Me lo scrivo su un foglietto, dammi anche il tuo numero». E lei: «Guarda che D’Addario a Bari è un nome importante».

Basta questo per dimostrare che il pre­mier era consapevole di avere a che fare con una prostituta? La scelta di utilizzare un nome falso potrebbe nascondere in real­tà il desiderio di non far conoscere altri aspetti della propria vita, come un marito o dei figli. Berlusconi ha negato di sapere che Tarantini pagava le donne e lo stesso ha fatto l’imprenditore arrivando a scusar­si con lui pubblicamente. Allegate agli atti dell’inchiesta di Bari ci sono una quindicina di audiocassette che la D’Addario ha depositato tre mesi fa. Regi­strazioni che svelano il contenuto di ore e ore di telefonate e incontri. Patrizia parla con Tarantini, con il fratello di quest’ulti­mo, con Max Verdoscia, l’uomo che la pre­sentò a «Gianpy». Si confida più volte con Barbara Montereale, l’amica che coinvolse nella festa romana e poi fu reclutata per tra­scorrere le feste di fine anno 2008 a Villa Certosa.

Nei nastri c’è la chiamata al cellula­re che Berlusconi le fa dopo che lei è rien­trata a Bari. Ma ci sono anche i dettagli inti­mi di quella notte trascorsa nella residenza del premier, mentre negli Stati Uniti Ba­rack Obama conquistava la presidenza. È tutto documentato, compresi i commenti di entrambi su quanto è appena accaduto tra loro. Una registrazione — della quale il quotidiano Il Fatto ha pubblicato due gior­ni fa un estratto — rivela quanto è succes­so la sera precedente, con Berlusconi che mostra di conoscere i metodi utilizzati dal­l’imprenditore: «Mi ha detto che siccome vado a Pechino vuole venire con me per­ché ai medici della mutua lui dice: tu gli dai la geisha, loro ti ordinano le protesi». Donne in cambio di affari, proprio quello che «Gianpy» ha poi ammesso essere il suo «sistema» quando è stato interrogato lo scorso luglio.

Registrazioni e telefonate
- Le registrazioni sono state sigillate e chiuse in una cassaforte degli uffici giudi­ziari. Adesso saranno trascritte e analizza­te, anche per verificare la vera natura dei rapporti della D’Addario con Tarantini. In una conversazione che risale a gennaio scorso le chiede di andare nuovamente a Roma «perché lui ti vuole». Il tono della vo­ce mostra che non vuole deludere il deside­rio che gli è stato espresso e a Patrizia dice chiaramente: «Mi ha detto che voleva rive­derti la prossima settimana». Lei chiede spiegazioni, dice di non averlo più sentito. Lui cerca di convincerla: «Ti chiama da Ro­ma, con il numero anonimo». La donna ap­pare interessata: «Se dobbiamo andare a Roma andiamo insieme?». Tarantini si fa ammiccante: «Sì, certo Alessia». L’inchie­sta ruota attorno al ruolo dell’imprendito­re anche per capire se l’investimento (c’è chi parla addirittura di 500.000 euro) servi­to a finanziare la vacanza dell’estate del 2008 in Costa Smeralda avesse come scopo primario proprio quello di «agganciare» Silvio Berlusconi. È una delle ipotesi inve­stigative che vengono esplorate per verifi­care se Tarantini — dopo essere riuscito ad aggiudicarsi grazie al suo «sistema» nume­rosi appalti e commesse a livello locale — avesse pianificato il salto di qualità. E so­prattutto se abbia fatto tutto da solo.

Gli amici e le feste
- Si sa che il rampante imprenditore pote­va già contare su una cerchia di amici ben introdotti nell’entourage di Berlusconi, compresa l’attrice Sabina Began. Ora si cer­ca di capire chi fossero gli altri personaggi che trascorsero con lui quell’agosto segna­to dalle serate al Billionaire e dalle feste che organizzava nella splendida dimora di Porto Rotondo, affittata per l’occasione. Una villa da mille e una notte in località Ca­priccioli che aveva deciso addirittura di do­tare di un nuovo arredamento, cucina com­presa. E che aveva riempito di splendide ra­gazze alle quali offriva anche fiumi di cocai­na.

Gli inviti a villa Certosa
- L’11 agosto Tarantini riesce a farsi invita­re a Villa Certosa per una cena e ci torna qualche giorno dopo per un pranzo con Abramovich. A metà settembre fa già la spola tra Bari e Roma, recluta donne, si van­ta della sua amicizia con Berlusconi. Lui stesso, durante l’interrogatorio del luglio scorso, conferma l’elenco delle serate e quello delle ospiti — aspiranti soubrette, attrici, escort dichiarate — che aveva prov­veduto nella maggior parte dei casi a retri­buire. Ma gli inquirenti sono convinti che abbia mentito su molti punti, tanto che hanno rifiutato la sua richiesta di patteggia­re una pena e così chiudere una vicenda che rischia di diventare ancor più imbaraz­zante quando le telefonate intercettate e le conversazioni registrate diventeranno pub­bliche. E certo non è un caso che ieri il pro­curatore Antonio Laudati non abbia voluto commentare le dichiarazioni fatte in televi­sione da Patrizia D’Addario, ma abbia speci­ficato di essere «ancora più consapevole che la vicenda Tarantini meriti una defini­zione giudiziaria la più rapida, la più effica­ce e la più trasparente possibile» perché «il processo mediatico può anche fornire un contributo, ma io resto convinto che i pro­cessi si facciano nelle aule e sono stato il primo a sottolineare quanto alto sia il ri­schio di un inquinamento probatorio in una indagine che, come questa, ha un’espo­sizione così forte rispetto all’informazio­ne ».

Fiorenza Sarzanini


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