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LODO ALFANO.GHEDINI ORRORE ANTICOSTITUZIONALE.

Roma 6 Ottobre 2009(Corsera.it)di Matteo Corsini

Silvio Berlusconi cerca di porsi al di sopra del diritto in qualità di fiduciario di Dio in terra.Silvio Berlusconi si crede dunque Dio o Sovrano di uno Stato assoluto,senza vincoli legibus solutus.Ricordiamo che nella topografia del testo costituzionale,la rigidità della Costituzione è assunta quale garanzia stessa della Costituzione medesima.La garanzia  dai vari tentativi di abrogarne o modificarne il contenuto con semplice legge del Parlamento,e dunque nella sua pericolosa sintesi politica,in forza della volontà di una maggioranza qualsiasi.Il sindacato dunque della Corte Costituzionale assurge a perenne baluardo di questa garanzia intrinseca della nostra Carta Costituzionale.

Sono convinto che la Consulta si esprimerà per il rigetto del provvedimento del Lodo Alfano ,tanto più dopo aver udito l'orrore giuridico dell'Avv.difensore Niccolò Ghedini che ha proclamato: "La Legge è uguale per tutti ma non la sua applicazione." Una perifrasi devastante per il sinallagma dei principi costituzionali.La deroga alle norme costituzionali,che individua Ghedini è un vero e ...

....proprio attentato ai dispositivi cardine su cui si fonda la Repubblica italiana.Ma l'orrore profondo lo ascoltiamo nelle parole dell'altro legale,quel Pietro Longo che recita: "non è possibile rivestire la duplice veste di alta carica dello Stato e di imputato per esercitare appieno il proprio diritto alla difesa." Si diventa imputati a fronte di comportamenti adottati e la difesa è tanto più complicata tanto più è veritiero che il reato si sia compiuto.Quale circostanza rende univoca la sinergia di un Presidente del Consiglio imputato di un reato? Nessuna.

L'arringa dei difensori. "La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione, come del resto la Corte ha già ribadito" è la motivazione con cui l'avvocato Ghedini ha aperto la sua arringa. L'avvocato cita come esempio "le norme sui reati ministeriali, dove la legge ordinaria distingue il comune cittadino dal ministro". E tira in ballo anche le norme particolari riservate a chi ha commesso reati rivestendo incarichi nella pubblica amministrazione o nelle Forze armate.

Ghedini ha difeso poi l'adozione del lodo con legge ordinaria, e ha rigettato la differenziazione per reato. "Questa legge" ha concluso "va letta secondo il principio di legittimo impedimento". Allo stesso principio si appella anche Piero Longo: "Non è possibile rivestire la duplice veste di alta carica dello Stato e di imputato per esercitare appieno il proprio diritto di difesa e senza il sacrificio di una delle due".

L'intervento di Gaetano Pecorella fa leva invece sulla differenziazione tra parlamentari e presidente del Consiglio: "Con le modifiche apportate alla legge elettorale non può essere considerato uguale agli altri parlamentari. Non è un primus inter pares ma un primus super pares". Pecorella ha fatto notare come siano cambiate le prerogative del premier rispetto al passato: "Rimangono certamente salde le prerogative del presidente della Repubblica, ma il presidente del Consiglio è l'unico che riceve la sua legittimazione dalla volontà popolare".

Dopo gli interventi dei difensori l'udienza si è chiusa. La Corte ha all'ordine del giorno l'esame di altre cinque cause, poi si riunirà in camera di consiglio. Probabile, quindi, che la decisione non arriverà prima di domani.


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