Perugia 5 Dicembre 2009(Corsera.it)
Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati condannati a 26 anni e 25 anni ,per l'efferato delitto della loro amica Meredith Kercher,un omicidio a sfondo sessuale,che ha tenuto le platee di mezzo mondo incatenate alle televisioni che raccontavano le fasi del processo di Perugia.Meredith Kercher,il cui volto mediatico è quello di una strega nella notte di Halloween,si confonde con la scena del delitto immaginata dalle platee internazionali,una scena dalle profonde tinte rosse,il cui sciame di sangue fuoriusciva dalla fessura della ....
....porta ,dilagando nella casa di tutti noi,centrava la mente,l'immaginario collettivo.Abbiamo ascoltato le urla della ragazza,dapprincipio violentata dall'ivoriano Rudy Ghede,trattenuta dalle mani di Amanda e da quelle di Raffaele.Un'orgia feroce,infernale,in cui il diritambo dei diavoli allegri della follia era presente,impressionante e ogni momento,ogni battito del cuore della ragazza inglese,si perdeva per sempre,come una corsa nel fondo di una foresta notturna piena di ombre e nebbia.Abbiamo inseguito quell'urlo per i due lunghi anni del processo,seguito quella corsa verso la morte,che ha trascinato Meredith nell'oltretomba,perchè quella storia vera sembrava irreale,ma appartiene al culto delle storie sataniche,scende in fondo nell'anima di una ragazza che appare come un angelo,Amanda Knox,e che invece non lo è.Abbraccia la storia umana e personale di un ragazzo pugliese,e quella altrettranto drammatica di un ragazzo orfano ivoriano.E' il diavolo con la sua linfa mortale che ha compiuto un atto sacrilego,travolto la vita di quattro giovani,spento i battiti del cuore di una ragazza Meredith,dissanguata come nella scena del miglior film dell'orrore.Il mondo intero ha goduto di queste immagini,i migliori giornalisti avidi di questa storia infernale,hanno rigirato il dito tra le ferite,riprodotto la casa,i luoghi,ogni istante di quell'orgia satanica,perchè quello stesso mondo si nutre dei loro corpi.Sono essi stessi i protagonisti,i fautori dello scempio,di quel desiderio brutale di vendetta e odio,che forse albergava dentro Amanda,prima ancora che in Sollecito,la cui vita muore per sempre insieme alla tragedia di un incontro casuale,un destino feroce che gli ha tagliato la testa,la vita,senza che mai in questi due lunghi anni abbia mostrato pietà per la vittima,senza che mai il suo viso si sia rigato di lacrime profonde e amare,che forse avrebbero indotto la giuria ad una condanna più mite.La battaglia di Perugia è la sconfitta dei legali,della loro arroganza,della superbia ,anche loro vittime del Diavolo,tutti sconfitti insieme,perchè soltanto la pietà non è emersa in queste lunghe fasi dibattimentali,l'amore per il prossimo,il pentimento di un atto orrorifico.Amanda e Raffaele si sono condannati ad una vita senza fondo,ad un vuoto assordante.
Corsera.it
Altra fonte La Repubblica. PERUGIA - I giudici della Corte d'assise di Perugia hanno condannato Amanda Knox e Raffaele Sollecito rispettivamente a 26 e 25 anni per l'omicidio di Meredith Kercher. I giudici erano entrati in camera di consiglio alle 10.40 di stamattina.
Amanda Knox è esplosa in lacrime dopo aver ascoltato il dispositivo di sentenza. "No, no...", ha mormorato abbracciata al suo avvocato Luciano Ghirga, mentre il presidente della corte Massei leggeva il lungo dispositivo. Poco distante da lei Raffaele Sollecito ha assistito alla lettura del verdetto restando accanto all'avvocato Giulia Bongiorno che sembrava rassicurarlo.
I parenti. Dietro ad Amanda c'erano i genitori e la sorella Deanne, che è scoppiata a piangere. In aula anche il padre di Raffaele, Francesco Sollecito e la moglie, Mara, che all'uscita del ragazzo dall'aula di giustizia ha urlato "forza Raffaele" per poi scoppiare in un pianto disperato sorretta dal marito e dai suoi legali. I due imputati hanno quindi lasciato l'aula scortati dagli agenti della polizia penitenziaria. "Combatteremo fino all'ultimo, non è finita qui", ha detto, tra le lacrime, Cassandra, la matrigna di Amanda Knox. "Non è possibile - ha aggiunto - Amanda è innocente e noi non la lasceremo sola".
Gli insulti. Durante il tragitto dal palazzo di giustizia al loro albergo le sorellastre e il patrigno di Amanda Knox sono stati 'accompagnatì da grida di scherno da parte della folla. Poco meno hanno fatto anche alcune decine di fotografi che li hanno letteralmente assediati. Da parte loro nemmeno una parola, né un gesto di stizza verso i pesantissimi insulti rivolti anche ad Amanda.
Evitato l'ergastolo. Raffaele e Amanda hanno evitato l'ergastolo, che era stato chiesto dai pubblici ministeri, perché la corte ha ritenuto di escludere le aggravanti contestate e di concedere le attenuanti generiche. I reati, inoltre, sono stati dichiarati unificati dal vincolo della continuazione e quello di violenza sessuale assorbito nel reato di omicidio volontario. Amanda Knox e Raffaele Sollecito, inoltre, sono stati condannati al pagamento delle spese processuale e interdetti per sempre dai pubblici uffici. La Corte ha inoltre stabilito una provvisionale di 1 milione di euro ciascuno in favore dei familiari di Meredith.
La condanna per calunnia. L'americana è stata condannata anche per il reato di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba che è stato poi dichiarato estraneo alla vicenda. Per questo reato dovrà risarcire il musicista congolese con 40 mila euro. Proprio la dichiarazione di colpevolezza di Amanda per il reato di calunnia, non contestato a Sollecito, ha determinato la maggior pena (di un anno) per la ragazza rispetto a Raffaele.
Lumumba. Alla lettura del verdetto ha assistito anche lo stesso Lumumba, che è apparso frastornato: "non ho capito bene la sentenza" ha detto ai giornalisti. Il risarcimento per la proprietaria della casa di via della Pergola è stato fissato in 25 mila euro.
I pm. "Le nostre richieste sono state accolte, la Corte in sostanza ha condiviso l'impianto accusatorio", è stato il commento del pm Giuliano Mignini. "E' una sentenza - ha aggiunto - che sicuramente le difese appelleranno. I giudici hanno ritenuto di concedere le attenuanti generiche ma comunque le nostre tesi sono state accolte". "Leggeremo i motivi della sentenza - ha concluso - Comunque noi a questo punto usciamo di scena". "La condanna, ad una pena anche severa, di due ragazzi lascia sempre l'amaro in bocca, ma credo che sia stata resa giustizia per un reato molto grave, l'uccisione di una giovanissima studentessa", ha aggiunto il pm Manuela Comodi.
I legali. "Questa non è semplicemente una sentenza di condanna ma, secondo me, è un doloroso differimento di una sentenza di assoluzione che arriverà. Da domani si penserà all'appello", ha detto l'avvocato Giulia Bongiorno, uno dei legali di Raffale Sollecito, uscendo da palazzo di giustizia. Secondo l'avvocato "anche il dispositivo credo che parli di qualcosa di contraddittorio perché, di fronte al tipo di contestazione che era fatta, sono state riconosciute le attenuanti generiche". Anche per Luciano Ghirga, uno dei legali di Amanda Knox, la sentenza "ha molti margini per essere appellata".
La famiglia di Meredith Kercher ha appreso "con soddisfazione" la sentenza della corte d'assise di Perugia. A riferirlo è stato il legale della famiglia della vittima, l'avvocato Francesco Maresca. "Una sentenza - ha aggiunto - che rende giustizia a questa tragedia che ha riguardato la famiglia Kercher".
Le tappe. Per Amanda Knox, l'Amelie di Seattle, e Raffaele Sollecito, lo studente d'informatica che si è laureato ingegnere in prigione, il giorno della verità è arrivato dopo due anni di carcere e 11 mesi di udienze.
Era il 2 novembre del 2007 quando Meredith Kercher, una studentessa inglese di 22 anni, è stata trovata morta nella sua camera da letto del casolare di Via della Pergola, a Perugia. A scoprire il cadavere per primi gli agenti della polizia postale che, quando arrivano sul posto, trovano fuori dalla casa Amanda Knox, studentessa di Seattle e il suo fidanzato pugliese Raffaele Sollecito. Agli agenti riferiscono di essere arrivati da poco e di aver notato qualcosa di strano nell'abitazione. Quando la porta della camera da letto di Mez, chiusa a chiave dall'esterno, viene sfondata, il cadavere della ragazza viene trovato disteso a terra, seminudo e coperto da un piumone.
Quattro giorni dopo la polizia ferma per il delitto Amanda, Raffaele e il musicista congolese di 38 anni, Patrick Lumumba Diya. Questo ultimo, originario dell'ex Zaire gestisce a Perugia un pub, 'Le chic' ed è il datore di lavoro di Amanda. Tutti e tre si dichiarano innocenti. A portare in carcere Lumumba le dichiarazioni della studentessa di Seattle che, durante l'interrogatorio in questura, indica il congolese come l'autore del delitto di Mez.
Ma l'undici novembre un docente svizzero che la sera del delitto si trovava nel capoluogo umbro racconta alla polizia di essere stato nel pub di Lumumba la sera del primo novembre del 2007 e conferma l'alibi del musicista congolese che viene così scagionato e rimesso in libertà il venti novembre. Ma entra in scena
Rudy Hermann Guede.
Ventun anni, originario della Costa D'Avorio, Guede è da tempo a Perugia ed è indicato come il 'quarto uomo' implicato nell'omicidio di Meredith Kercher. Gli inquirenti lo accusano di omicidio aggravato in concorso e violenza sessuale. Viene bloccato dalla polizia a bordo del treno Coblenza-Magonza, in Germania. Davanti al viceprocuratore generale di Coblenza Guede si dice innocente ed estraneo al delitto. Il 28 ottobre del 2008, il "convitato di pietra" del processo, come lo ha definito il pm Giuliano Mignini, viene condannato con rito abbreviato a trent'anni di carcere. Per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, il processo è iniziato il 16 gennaio di quest'anno.
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