Roma 14 Febbraio 2010 (Corsera.it)
da Il Messaggero di Cristiana Mangani
ROMA (14 febbraio) - «Ho conosciuto Guido Bertolaso e sono stata con lui». Monica, la giovane brasiliana che compare nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Firenze, Rosario Lupo, è stata sentita dai carabinieri del Ros. Un interrogatorio fatto in grande segretezza durante il quale la giovane avrebbe confermato il suo incontro con il capo della Protezione civile all’interno del club Salaria sport village. Un fatto strettamente personale, se non fosse che nel ...
...suo provvedimento restrittivo il giudice ritiene che alcuni dei protagonisti dell’affaire “Grandi eventi” e G8 abbiano ricevuto in cambio di appalti, benefit e regalìe che comprendono le ragazze a pagamento.
«Non c’è traccia di soldi, né di festini a base di sesso», ha ripetuto nel pomeriggio di ieri l’avvocato Filippo Dinacci,difensore di Bertolaso. Che peso avranno ora, per gli inquirenti, le dichiarazioni di Monica? Il capo del Dipartimento della Protezione civile ha chiesto, da giorni, di essere interrogato. Vuole chiarire tutta questa storia, perché - dice - «forse mi sono fidato di chi non dovevo, volevo che le opere venissero realizzate in fretta. Avevamo poco tempo. Ma ho la coscienza tranquilla, perché non ho mai ingannato gli italiani». Come spiegherà queste nuove dichiarazioni? Nelle ultime inchieste avviate, è sempre più presente, come forma di presunta tangente, la escort, la bella ragazza ingaggiata per allietare personaggi importanti. Ma il reato di corruzione ha bisogno di fatti più concreti e non certo di relazioni e fatti personali. Servono passaggi di denaro, che finora non sarebbero stati trovati.I magistrati puntano a trovare riscontri nella documentazione sequestrata.
«C’è questo mondo e quell’altro»: è il contenuto di una conversazione registrata tra Anna, dipendente di Diego Anemone, e il suo capo. La donna lo avverte che la Guardia di finanza sta sequestrando il computer del fratello Daniele. Siamo a ottobre del 2008, gli esiti dell’inchiesta fiorentina sugli appalti al G8 sembrano ancora lontani, ma dalla procura della Capitale le fiamme gialle vengono inviate a sequestrare carte negli uffici della ditta di costruzioni. Deve contare molto quel pc, perché Anna è molto preoccupata. Le sue dichiarazioni sono riportate nel provvedimento di custodia cautelare emesso nei giorni scorsi. «Si sono presi tante cose - dice - abbiamo messo tutto in delle scatole e adesso se lo stanno portando via...qua ti si mettono dentro, dovevano stare fino a fine novembre per controllare le carte».
L’imprenditore le chiede cosa stanno prendendo e lei riferisce che hanno aperto il computer del fratello: «Pensavo stessi con lui - aggiunge - il computer è il computer, ci sono molti dati particolarmente importanti, hanno aperto pure la cassaforte». «Va beh - replica Diego - ma lì da Daniele che c’era?”. «Questo mondo e quell’altro - ripete lei - Non sono riuscita a vedere bene quello che stampavano, anche se mi sono avvicinata con una scusa e ho visto che stampavano gli elenchi di personale vecchio... lavori, ‘ste cose qua. Poi il finanziere ha spento e se n’è andato».
La perquisizione arriva più di un anno fa, poi le indagini riescono a ricostruire alcuni movimenti di denaro, l’esistenza di presunti conti correnti “sospetti”. Negli uffici giudiziari di Firenze seguono lo stesso percorso dei colleghi romani e, all’inizio di questa settimana sono stati costretti a intervenire con gli arresti, «perché - sottolinea il gip - gli indagati stavano per fuggire». Ieri, poi, è stato il giorno delle difese. Angelo Balducci ha sostenuto che gli appalti e le gare da lui gestiti erano regolari e che comunque c’erano persone che avevano l’incarico di sovrintendere all’organizzazione dei lavori del G8. Gli avvocati Roberto Borgogno e Francesca Coppi che lo hanno assistito durante l’interrogatorio di garanzia, ne hanno chiesto al gip la scarcerazione. Mentre l’avvocato Filippo Dinacci, difensore del capo della Protezione civile, ha dichiarato: «È insussistente qualunque ipotesi di passaggio di denaro che abbia riguardato Bertolaso».
Intanto, trenta faldoni dell’inchiesta sono arrivati sul tavolo dei pm di Perugia. Il procuratore aggiunto Federico Centrone e i sostituti Sergio Sottani e Alessia Tavernese, stanno studiando le carte. Nei primi giorni della prossima settimana decideranno se tenere nel capoluogo umbro solo il troncone d’inchiesta che coinvolge il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro (accusato di rivelazione di segreto d’ufficio) o, come appare più probabile, l’intero fascicolo.
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