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PROTEZIONE CIVILE.IL PATTO ILLECITO DEI RAPPORTI CORRUTTIVI TRA RICCARDO FUSI E ROBERTO BARTOLOMEI.

Roma 17 Febbraio 2010 (corsera.it)

Ci tiene Guido Bertolaso a riferire in pubblico che le aziende di Piscicelli (una delle iene che ride) non hanno partecipato alla ricostruzione in Abruzzo.Dall'inchiesta della Nazione,che riporta alcune intercettazioni,si evince esattamente il contrario.Guido Bertolaso in evidenza mente allora.

continua all'interno

il «patto illecito che è il momento iniziale dei rapporti corruttivi tra la società Btp, rappresentata dai soci Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei», con quest’ultimo che prende subito il posto di Di Nardo negli incontri. Patto che poi sarà seguito passo passo, fino agli incontri romani al Circolo della caccia, con l’elenco degli appalti fatti aggiudicare ai consorzi di imprese con la Btp dei grandi eventi, dal G8 ai Mondiali di nuoto.

Fonte La NAzione di Firenze.Prato, 16 febbraio 2010 - Dietro l’appalto della Scuola dei Marescialli a Castello, dietro il valzer delle imprese culminato con il recesso dall’appalto comunicato alla Astaldi dal dipartimento del Ministero delle Infrastrutture, si cela l’alleanza tra Riccardo Fusi, presidente della Btp, e Francesco Piscicelli, dell’impresa Opere Pubbliche e ambiente. Un’associazione di imprese, iniziata con la gara per il nuovo Auditorium della Musica a Firenze che, come ammette lo stesso Vincenzo Di Nardo della Btp, nata solo per il fatto che Piscicelli può assicurargli dei contatti romani. E che per questo andava ricompensato.

Ruota attorno a questo rapporto, al triangolo Fusi-Piscicelli-Ministero, con un ruolo chiave giocato da Angelo Balducci, presidente del consiglio nazionale dei lavori pubblici, il filone fiorentino dell’inchiesta. Telefonate intercettate, fotografie scattate durante gli incontri romani, documenti del ministero sull’elenco dei bandi di gara per le opere del G8 alla Maddalena avuti in anteprima, rappresentano l’ossatura del rapporto tra Piscicelli e Fusi, che ha avuto una rapida evoluzione, partita dalla richiesta di 600mila euro, saliti poi fino a 5 milioni di euro, vagheggiati da Piscicelli.

Si parte dall’appuntamento fissato per il primo febbraio 2008: Piscicelli riferisce che l’argomento centrale dell’incontro è stato quello dei lavori al Palazzo dei Marescialli, e che è già stato fissato un altro appuntamento per venerdì 1° febbraio, a cui devono partecipare, tra gli altri, oltre al Di Nardo, anche Riccardo Fusi, Angelo Balducci e tutti gli altri funzionari interessati:
«... poi siamo entrati nel merito della discussione del Palazzo famoso dei Marescialli ... dopo due secondi Fabio ha chiamato tutti i funzionari che a suo tempo avevano... e stavano lì nell’ufficio... a suo tempo avevano seguito questa pratica, quindi sapevano vita, morte e miracoli in quanto erano loro i relatori .... la Mussatti era il Vice Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e compagnia bella ... me voi ... per vedere se riusciamo a recuperare” ... (...) … a ripescarla” ... in poche parole gli ha messo in 5 minuti, questo accadrà venerdì prossimo a mezzogiorno... ma per colpa di Di Nardo che va in Bulgaria... perchè sennò si poteva fare pure prima ... (…) … venerdì alle ore 12 ci sarà Riccardo Fusi ... Di Nardo, ... tu... io e tutti i funzionari incluso Angelo ... (…) …che a suo tempo hanno lavorato diciamo dalla parte dell’Ente ... capito ? …(…) … tutti seduti intorno al tavolo a loro disposizione ... hai capito ?»
E’ la prima prova della «abilità» di Piscicelli di trovare agganci romani. Tanto che aggiunge di aver fatto presente a Vincenzo Di Nardo che «per giungere a questo tipo di rapporti di cui ha potuto prendere diretta cognizione, c’ha impiegato 20 anni ...quando sono sceso, perchè poi quello è un figlio n’drocchia cerca sempre di non dare peso e compagnia.

Alle ore 09.56 del 7 febbraio Riccardo Fusi rappresenta a Vincenzo Di Nardo l’esigenza di organizzare un incontro urgente a Roma con l’ing. Angelo Balducci: «Senti, fava, chiama subito Roma perchè quella riunione dell’altro giorno con Balducci … (…) … bisogna rivedere Balducci in tutti i modi veloce … (…) … ma veloce ... veloce perchè guarda poi ti racconto oggi …(..) … però ascolta fissar subito vuol dire lunedì... martedì, mercoledì … (…) … non oltre mercoledì per piacere … (...) … se proprio non potesse bisogna che tu vada a lunedì della prossima settimana».

Immediatamente l’ing. Vincenzo Di Nardo chiama Francesco Piscicelli a cui gira la richiesta di Riccardo Fusi: «buongiorno Francesco scusa se ti disturbo ma ormai sei il mio canale ... con ... con quel signore lì bisognerebbe rivedersi urgentissimissimamente un quarto d’ora o lunedì o martedì o mercoledì della prossima settimana oppure il lunedì successivo …»
Piscicelli chiede di sapere se per questo incontro occorre che ci sia Angelo Balducci ovvero se è sufficiente la presenta dell’ing. Fabio De Santis ... «Serve lui o basta Fabio?» Vincenzo Di Nardo fa capire che occorre che ci sia anche l’ing. Balducci ... ma io credo serva lui … (…) … tieni conto che lunedì 18 ... bisogna farlo la mattina»..

Piscicelli assicura il suo interessamento e chiede conferma, allusivamente, se l’argomento da trattare riguarda sempre il cantiere della costruenda Scuola Marescialli di Firenze ...
A seguire Vincenzo Di Nardo chiama Riccardo Fusi per dargli conferma di essere riuscito a fissare l’incontro. Riccardo Fusi soddisfatto, si assume l’onere di far prenotare i biglietti del treno: «...bravo Vincenzo tu sei un grande! .. (…) …. mercoledì a mezzogiorno …(…».
Per i Ros il 18 febbraio 2008 viene siglato a Firenze il «patto illecito che è il momento iniziale dei rapporti corruttivi tra la società Btp, rappresentata dai soci Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei», con quest’ultimo che prende subito il posto di Di Nardo negli incontri. Patto che poi sarà seguito passo passo, fino agli incontri romani al Circolo della caccia, con l’elenco degli appalti fatti aggiudicare ai consorzi di imprese con la Btp dei grandi eventi, dal G8 ai Mondiali di nuoto.

Problemi economici di Piscicelli, debiti da saldare, confidenze al cognato Gagliardi, sono un’altra tranche delle intercettazioni: con il costruttore romano che spera di avere soldi dalla Btp per risolvere le sue grane. Dopo l’incontro, con tanto di fotografie del 18 febbraio, c’è l’intenzione di Piscicelli con il cognato Gagliardi di «tesorizzare» le entrature romane. Con Gagliardi che lo istruisce prima dell’incontro:
G. senti un po’ .. riassumendo .. noi gli diciamo che tu ... sei il garante di questa vicenda e per poter garantire determinate cose ... devi essere garantito tu ... (…) … comunque c’è da muoversi ... tu ti devi muovere ... devi poterti muovere ... e loro devono essere garantiti ... (…) …allora che cosa facciamo ? ... di quanto ti devi muovere ? ... io direi un milione ... loro inizieranno a bestemmiare ...”(inc.) bucaiola” ... se dici 500mila usciamo con 5mila euro ..(…) …devi chiedere 1.000.000 ...»
Piscicelli preme per aver il sostegno dei Fusi anche per contenere il contenzioso con la banca Antonveneta :...poi andiamo avanti perchè dobbiamo sistemare Banca Antonveneta ... dobbiamo fare tutto il programma insieme ..con la banca ... più in là .. dico». Si parte da una richiesta di 600mila euro, si gioca su ipoteche e cessioni di immobili. Poi, prima che il «patto corruttivo» inneschi i suoi effetti, Riccardo Fusi intende mantenere, come primo passo, l’impegno a dare a Piscicelli i la somma di 600mila euro, rappresentando che «i rapporti con le banche sono molto più complessi ... si ho capito ... ma ... Francesco ascoltami ... ascoltami bene quello che ti dico ... io ho preso un impegno ad intervenire con 600mila».

Dopo la prima consegna di denaro saltata, Piscicelli ritiene però di non dovere assolutamente interrompere la trattativa con Fusi e di aver già in mente un’altra idea, da gestire insieme al cognato, «per farsi consegnare dall’imprenditore fiorentino la somma di 5 milioni di euro, avendo però l’accortezza di farlo bollire nella sua acqua per qualche giorno ... comunque a me è venuta un’altra idea sempre con Riccardo ... però te la gestisci tu... perchè io non c’ho la forza di combattere con quell’uomo ... te lo giuro... (…) … è quella che secondo me ... ci deve dare 5 milioni di euro su quell’operazione»
Il rapporto va avanti tra alti e bassi, fino ad arrivare all’elenco di gare di appalti pubblici che, secondo i Ros tramite i buoni uffici di Denis Verdini e le «mediazioni» dei dirigenti pubblici, Riccardo Fusi e la Btp riescono ad aggiudicarsi, anche attraverso consorzi di imprese assieme a Piscicelli.


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