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INCHIESTA APPALTI G8.I SEGRETI DI GIOVANNI FERRARA,PROCURATORE DI ROMA.

Roma 22 Febbraio 2010(Corsera.it)

«Perché ho deciso di chiarire come sono andate le cose? Per ripristinare la verità e troncare ogni ulteriore, eventuale strumentalizzazione, le cui finalità mi sono ignote», incalza. L’abituale espressione cordiale cede il passo al risentimento, alla determinazione di chi non vuole sentire fango su di sè e sul suo Ufficio. Ed ecco spuntare i fax tra lui e Quattrocchi, non solo le telefonate. «Ho chiamato il Procuratore di Firenze il 28 gennaio per sapere se era vero quello che c’era scritto sulla Repubblica. Me lo ha confermato. Ma non mi ha detto altro. Il 29 gli ho inviato un fax». Il testo con la firma di Ferrara è inequivocabile: «Facendo seguito ai colloqui in data 28 gennaio per le notizie apparse su Repubblica circa l’esistenza di procedimenti, connessi a quello su indicato e pendenti davanti

«Perché ho deciso di chiarire come sono andate le cose? Per ripristinare la verità e troncare ogni ulteriore, eventuale strumentalizzazione, le cui finalità mi sono ignote», incalza. L’abituale espressione cordiale cede il passo al risentimento, alla determinazione di chi non vuole sentire fango su di sè e sul suo Ufficio. Ed ecco spuntare i fax tra lui e Quattrocchi, non solo le telefonate. «Ho chiamato il Procuratore di Firenze il 28 gennaio per sapere se era vero quello che c’era scritto sulla Repubblica. Me lo ha confermato. Ma non mi ha detto altro. Il 29 gli ho inviato un fax». Il testo con la firma di Ferrara è inequivocabile: «Facendo seguito ai colloqui in data 28 gennaio per le notizie apparse su Repubblica circa l’esistenza di procedimenti, connessi a quello su indicato e pendenti davanti a questo Ufficio, al fine di favorire la speditezza, l’economia e l’efficacia delle indagini e, soprattutto, per eventualmente coordinare con la S.V. atti di disvelamento delle indagini in corso che sono imminenti da parte di questo ufficio, pregasi voler fornire con la massima urgenza ogni utile notizia al fine di avviare un opportuno scambio di informazioni e atti». Quattrocchi risponde a Ferrara il 1° febbraio. Comunica che la Procura di Firenze «procede in ordine a reati contro l’economia e la pubblica amministrazione attinenti condotte poste in essere da imprenditori locali. Nel corso di tali indagini — aggiunge Quattrocchi — sono stati accertati fatti penalmente rilevanti afferenti talune opere pubbliche per il G8 alla Maddalena, rispetto ai quali si intravede l’opportunità di un coordinamento. Pendono presso il gip del Tribunale di Firenze richieste— specifica ancora Quattrocchi —, talune ex articolo 27 Cpp». In altre parole— recita il Codice— «misure cautelari disposte dal giudice incompetente»: Ferrara capisce da Quattrocchi che sono in arrivo arresti su fatti e personaggi romani. «Quel giorno arriva a Roma il sostituto Luca Turco, che conduce l’indagine di Firenze», ricorda Ferrara. «Incontra i miei sostituti Sergio Colaiocco e Assunta Cocomello e, siccome apprende che stavamo per fare alcune perquisizioni, ci chiede di soprassedere per evitare intralci e disvelamenti che avrebbero pregiudicato le loro indagini. Noi aderiamo e aspettiamo ulteriori contatti per coordinarci», dice Ferrara. «Nessuno si fa più sentire — incalza— e venerdì 5 la mia segretaria chiama la Procura di Firenze ma la segretaria di Quattrocchi le risponde che non è in ufficio. Ricevo invece io una telefonata da lui il lunedì 8 in cui mi comunica che sono in corso perquisizioni ed eseguite misure cautelari. Mi dice anche che avevano iscritto Achille Toro sul registro degli indagati e inviato gli atti a Perugia per competenza».

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