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REGIONALI L'AGGUATO CONTINUA.PIERLUIGI BERSANI IL MIRAGGIO DELLA VITTORIA DI PIRRO.

Roma 5 Marzo 2010 (Corsera.it)di Matteo Corsini

Caro Pierluigi Bersani sbagli opponendoti alla riammissione delle liste del PDL,dovresti accettare la sfida elettorale,lasciare alla maggioranza degli SPAVENTAPASSERI,l'opportunità di una seconda chance.Nell'agone elettorale sarebbe...

....stato un magnifico gesto di galanteria,trasparenza,fiducia nelle proprie forze.Così  facendo Pierluigi Bersani mostra interamente la sua impotenza di leader politico,di funzionario di partito comunista senza idee.L'opposizione muore con il volto di Pierluigi,non trova la spinta per contrastare la forza di Silvio Berlusconi.Il Premier al contrario pensa ad un Decreto per riammettere le liste elettorali rimaste fuori,come anche Ignazio La Russa,che non confida nella imparzialità del TAR."Meglio non attendere,sarebbe una follia." Ha confidato ai suoi.La sinistra solleva gli scudi,la ghiotta opportunità di riconquistare la Lombardia e resistere nel Lazio è altissima,ma sarebbe come la vittoria di Pirro,qualcosa che lascia l'amaro in bocca.(Corsera.it)

Pubblichiamo il miglior articolo.Il Corriere della Sera.MILANO - «Un decreto? Vediamo in Consiglio dei ministri». È stata l'unica battuta di Silvio Berlusconi in vista della riunione del governo prevista alle 19,30. La gironata è trascorsa in una serie di annunci e smentite sul Consiglio dei ministri. Fino all'ultima parola, quella di Roberto Calderoli: «Contrariamente alle voci false che girano in questi minuti, il Cdm si fa e affronterà il problema delle elezioni regionali» ha detto il ministro leghista. La riunione dell'esecutivo si terrà alle 19,30: sul tavolo il decreto interpretativo che risolva il caos liste in Lombarida e nel Lazio (le sentenze del Tar sono previste rispettivamente per sabato e per lunedì). L'ipotesi di un decreto (già oggetto dell'incontro di giovedì al Quirinale tra il premier Silvio Berlusconi e il capo dello Stato Giorgio Napolitano) non piace affatto all'opposizione. Pier Luigi Bersani considera «impensabile» uno slittamento del voto e invita governo e maggioranza ad aspettare la decisione degli organi competenti senza utilizzare «scorciatoie». «Loro governano per cui si facciano carico dei problemi del Paese altrimenti si riposino e vadano a casa» ha detto il leader del Pd. «In tutto il Paese - ha spiegato Bersani - sono state escluse delle liste. Non c'è solo il caso lombardo e laziale. Non si può pensare di risolvere un pezzo del problema aprendone uno più ampio». Secondo il segretario dei democratici «chi governa deve pensare per il Paese e non per una lista. Loro stanno governando per cui devono essere all'altezza di questa situazione». Bersani ha quindi ribadito che c'è una parola che deve essere ripristinata: «Si chiama "regole"» ha detto. Poi l'avvertimento: «Il centrodestra non si azzardi a parlare di complotto», perché la situazione che si è venuta a creare in Lombardia e nel Lazio si è verificata «non per una incuria ma per le loro divisioni».

«IL TAR? ASPETTA E SPERA...» - Chi non sembra intenzionato ad aspettare le decisioni degli organi competenti è invece Ignazio La Russa. «Aspetta e spera che poi s'avvera...» ha detto il ministro scherzando con i cronisti a Montecitorio e accennando un "motivetto nostalgico" per spiegare perché il governo preferisce non attendere le decisioni del Tar sull'esclusione di alcune liste di centrodestra in Lazio e Lombardia prima di intervenire con un proprio provvedimento. La Russa ironizza così sulle aspettative per un esito positivo per i due ricorsi presentati presso i tribunali amministrativi di Lazio e Lombardia contro l'esclusione della lista del Pdl per la provincia di Roma a sostegno della candidatura di Renata Polverini e quella del listino di Roberto Formigoni in Lombardia.

«DECRETO INCOSTITUZIONALE» - Il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro non vuole sentir parlare di decreto. Secondo l'ex pm infatti quello «che vogliono proporre è palesemente incostituzionale in quanto c'è già una legge che regola le elezioni ed è in corso d'opera un procedimento per l'interpretazione da parte dei giudici ai quali non si può sottrarre la competenza». «In realtà - spiega Di Pietro - gli esponenti del Pdl vogliono modificare le leggi a proprio uso e consumo violando la Carta costituzionale e duemila anni di diritto. Gli esponenti del Pdl - aggiunge l'ex pm - sono veri e propri ladri di parole e di facili spot elettorali! Infatti, hanno cominciato coniando il termine "processo breve" per un provvedimento che, in realtà, è "un'impunità breve" e, oggi, proseguono con il "decreto interpretativo" che, in realtà, mira a modificare la legge e risulta anticostituzionale», conclude.

LA LEGA - D'altra parte, secondo il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, se si dovesse andare al voto senza la presenza delle liste del Pdl in Lombardia e nel Lazio si violerebbe il comma secondo dell'art. 48 della Costituzione, che tutela tra l'altro la «segretezza del voto e si aprirebbe la strada a un annullamento delle elezioni regionali». «Non solo per violazione della Costituzione, ma anche per la violazione delle leggi, dei regolamenti e delle istruzioni del ministero degli Interni»: Calderoli lo ha detto specificando che l'intento è tutelare soprattutto «l'elettorato attivo, ovvero gli elettori».

PREMIER IN SILENZIO - E mentre maggioranza e opposizione battibeccano a distanza sull'ipotesi di un decreto, Silvio Berlusconi resta in silenzio. Il premier ha lasciato a bocca asciutta i cronisti che lo aspettavano per sentire dalla sua viva voce come stanno le cose al 60esimo anniversario della Uil. Il premier è arrivato in sala, si è accomodato, ha ascoltato gli interventi e si è mostrato divertito quando il tenore ha intonato le note del Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. Il premier si è intrattenuto due ore senza dire nemmeno una parola.

I RICORSI - C'è attesa intanto per l'esito dei ricorsi al Tar presentati nel Lazio e in Lombardia. Il presidente della quarta sezione del Tar della Lombardia ha fissato per sabato mattina alle 9.30 la camera di consiglio per discutere se concedere o meno la sospensiva del provvedimento di esclusione della lista «Per la Lombardia» di Roberto Formigoni dalle prossime elezioni regionali. Per la lista del Pdl di Roma e provincia esclusa per ora dalla competizione elettorale nella regione Lazio, il ricorso al Tar è stato presentato in mattinata. L'udienza sul ricorso è stata fissata a lunedì. Nel frattempo, la procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sulle firme false per le liste per le regionali aperta in seguito a un esposto dei radicali.

Redazione online


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