New York 22 Marzo 2010 (Corsera.it)di Matteo Corsini.
L'America ha fatto la sua scelta,la riforma della sanità voluta da Barack Obama è stata approvata dalla Camera,una rivoluzione culturale per gli Stati Uniti,da sempre ostici a questo progetto.Ma la forza e il temperamento del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha fatto la differenza,la forza di questo giovane nero,si è imposta al mondo e al suo popolo,perchè la riforma era giusta,prima che necessaria per sollevare gli squilibri di un capitalismo feroce che rendeva...
....la vita degli uomini carne da macello,alla stregua di hamburgers e patatine.La società americana ha dunque scritto un altro capitolo di una lunga storia di successi e di pagine che insieme formano il futuro dell'umanità.Questa riforma,e' il principio di una rivoluzione culturale,essenziale per una società in cui gli schemi di un capitalismo liberale percuotono senza tregua le relazioni sociali fino a disintegrarle.Questo gesto di pace,quella mano che si allunga fin dentro i letti degli ammalati,che solleva dall'incubo dell'incertezza milioni di americani e' senza dubbio uno degli atti politici più importanti e prestigiosi che qualsiasi amministrazione dei governi americani abbia mai adottato.E' il principio stesso dell'eguaglianza,il principio costituzionale dell'efficacia dell'azione amministrativa,il principio di solidarietà a cui devono ispirarsi le società del mondo intero.Questa riforma è e vuole significare molto per l'America,perchè a beneficiare dei potenti effetti di questa riforma saranno tutti i cittadini del mondo,di ogni razza,credo e religione presenti sul suolo americano e questo significa che il mostro bifronte,il polipo dai cento tentacoli considera propri i figli della terra,vuole aiutarli e non abbandonarli,impegnandosi ad un sacrificio doloroso,come la crescita abnorme della spesa pubblica.La mano di Barack Obama scende sulla platea mondiale,come la firma di un accordo vero e trasparente con gli uomini della terra,insieme,quelli che hanno fatto di una nazione,un leader capace di salvaguardare gli interessi di molti popoli.Mai come oggi America signifca libertà,mai come oggi i grandi stati federati hanno impresso nella storia del mondo quel sapore di leggenda e di futuro incredibile,che viaggia nei percorsi tecnologici ma che non ha tralasciato la gente,i malati,gli inermi,coloro che qualcuno aveva deciso di lasciare indietro.L'America della riforma di Barack Obama è quella grande nazione che tutti noi abbiamo sempre immaginato e per una volta ha saputo resistere ai condizionamenti di quella folle corsa del capitalismo che tanti danni ha finito di produrre negli ultmi tempi.Malgrado tutto,malgrado la grande crisi,malgrado l'economia sia ancora tentennante,gli Usa hanno dato prova di efficienza e sensibilità e questo,in un mondo ammalato di odio e strategia dell'orrore,significa molto,non solo per noi,ma per chi oggi si è svegliato con una speranza in più,il volto di un amico che ti tende una mano ed è quella di un nero.Niente da dire.(Corsera.it)
Corriere della Sera.WASHINGTON - Una svolta storica, per gli Stati Uniti. Barack Obama è riuscito nell'impresa mancata per oltre un secolo dai suoi predecessori. La riforma del sistema sanitario nazionale è adesso una realtà. La Camera Rappresentanti Usa ha adottato il testo, nella versione approvata dal Senato il 24 dicembre, con una maggioranza di 219 voti contro 212, tre voti più dei 216 necessari. I repubblicani hanno votato compatti per il no. Dopo un anno di scontri politici, colpi di scena e intense mediazioni, per il presidente americano si tratta di una straordinaria vittoria politica: ampliare la copertura sanitaria degli americani era la sfida più ambiziosa del suo programma politico e di fatto risulta la più ampia iniziativa di riforma sociale degli ultimi 50 anni negli Stati Uniti.
IL PRESIDENTE - La misura, un obiettivo rincorso da numerose amministrazioni da quasi un secolo (se ne discuteva dalla presidenza di Thedore Roosevelt, 1901-1909), richiede adesso solo la firma di Obama per trasformarsi in legge (il che dovrebbe accadere non prima di martedì).
«Abbiamo dimostrato che siamo ancora un popolo capace di fare grandi cose», ha commentato il presidente dalla Casa Bianca. La svolta si è avuta nel primo pomeriggio di domenica, quando Obama ha accettato di firmare un executive order sull'aborto che ha placato le residue ansie dei deputati Democratici anti-abortisti, assicurando così il necessario quorum alla Camera. L'executive order di fatto mantiene lo status quo - niente fondi federali se non in casi estremi - nonostante la legge preveda la possibilità di ricorrere alle assicurazioni per le interruzioni di gravidanza, pagandole tuttavia come un servizio a parte rispetto alla normale copertura. La riforma estenderà i servizi sanitari a 32 milioni di statunitensi grazie all'allargamento del raggio di azione dei programmi di salute pubblica (Medicare, finora limitato ai cittadini con reddito al di sotto della soglia dell'indigenza) e grazie ai sussidi alle famiglie che non possono acquistare polizze assicurative private; vieterà anche alle compagnie assicurative di rifiutare le polizze a bambini o adulti con malattie congenite e impedirà di revocare le polizze ai già assicurati. Una riforma con la quale il 95% dei quasi 300 milioni di cittadini americani disporrà di una copertura sanitaria. Il costo per il bilancio statale di tutto ciò è naturalmente oneroso e verrebbe finanziato in parte con i tagli a Medicaid e in parte con nuove tasse ad hoc.
IL PROVVEDIMENTO - Da notare che il testo che approderà sulla scrivania di Obama è quello approvato dal Senato: con la perdita del seggio di Ted Kennedy nel Massachussets si è persa infatti la maggioranza qualificata che metteva i Democratici al riparo da qualsiasi ostruzionismo parlamentare, rendendo impossibile un'armonizzazione dei due provvedimenti già adottati dalla due Camere per una seconda lettura. «Questa sera abbiamo superato il peso della politica, mentre tutti gli specialisti affermavano che questo non sarebbe stato più possibile», ha commentato Obama pochi minuti dopo l'approvazione del progetto di legge alla Camera. «Non ci siamo arresi al cinismo, alla sfiducia, alla paura. Abbiamo provato che restiamo un popolo capace di grandi cose», ha aggiunto il presidente. Obama è intervenuto alla televisione dalla "East Room" della Casa Bianca. Il presidente, che ha dovuto utilizzare tutta la sua influenza politica per convincere la sua maggioranza a firmare un testo molto impopolare, ha comparato la propria vittoria con le sfide storiche degli americani. «Questa sera abbiamo risposto all'appello della storia come tanti americani hanno fatto prima di noi - ha dichiarato. - Non siamo sfuggiti alle nostre responsabilità, le abbiamo affrontate. Non abbiamo avuto timore del nostro futuro».
Comments (0)