In fondo e a chiusura del manifesto si legge ancora: Insieme costruiamo il PDL nel mondo. Insieme rilanciamo il made in Italy nel mondo.Infine come timbro di autocertificazione il logo del PDL. In sintesi politica § business. En plein air, la loggia si presenta nelle sembianze di una fondazione. Una copertura per allontanare sospetti sui fini segretamente e realmente perseguiti. In questo tipo di fondazione, il patrimonio assolve la funzione di consentire il funzionamento di una complessa organizzazione, la cui attività realizzerà lo scopo perseguito dal fondatore. Di questa novità lanciata sul mercato della politica da Berlusconi, almeno per ora, si sa poco. Quale sia l’ammontare del patrimonio , le persone fisiche o giuridiche che concorrano alla sua costituzione. Chi sia il fondatore, quale l’effettivo scopo da perseguire, che tipo di organizzazione supporti la fondazione. Tutto dovrebbe essere fatto alla luce del sole, ma ne dubitiamo fortemente conoscendo le abitudini dei nostri politici. La fondazione acquista giuridica esistenza con il riconoscimento della personalità giuridica, concesso dalla autorità governativa previo esame, tra l’altro della sufficienza della dotazione patrimoniale. La fondazione è poi sottoposta a intensi controlli governativi, regolati dall’art.25 del codice civile, giustificati dalla mancanza di un controllo interno. Si profila una conflittualità d’interessi tra governo che autorizza , certifica, controlla, l’esistenza giuridica della fondazione e il PDL che lo sostiene. Se non è conflittualità la commistione tra la pubblica amministrazione e finalità della fondazione non possono che apparire equivoche. Non è da escludere come insegna il passato che nella fondazione accanto alle finalità rese pubbliche se ne aggiungano altre segrete per scopi prevalentemente politici ed economici a vantaggio del partito di Berlusconi. L’odore della P2 o della massoneria occulta non svanisce mai. L’impressione che gli ideatori della fondazione siano Gelli e Dell’Utri è verosimile osservando che l’uno è un esperto in materia e ammiratore del cavaliere, l’altro ha dimostrato di possedere genialità nell’organizzazione di Forza Italia con un occhio sempre rivolto agli italiani nel mondo.Al centro dei cinque parlamentari, un po’ becchini nei loro abiti, c’è il sen. De Gregorio noto alle cronache parlamentari per il suo salto della quaglia dall’Italia dei Valori al PDL. Non è certo l’immagine più adatta ad infondere fiducia negli italiani.Con gli altri quattro, il sen. De Gregorio costituisce il ponte tra l’Italia di Berlusconi e gli italiani sparsi nel mondo per annodare interessi politici, finanziari e economici. Le sorprese non mancheranno se e quando si farà luce sul nuovo soggetto politico.
Renato Corsini.
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