Roma 24.12.08 (corsera.it) Vigilia di Natale rovente in casa Telecom.Beppe Grillo attacca senza pietà l'a.d. Franco Bernabè e vorrebbe mandarlo a casa.Bernabè risponde direttamente sul blog dell'attore genovese .Intanto il titolo nel corso dell'ultimo anno è affondato e la famiglia Fossati piange miseria.Un investimento sbagliato.
Fonte il Sole 24 ore.Affondo, risposta e controrisposta. Tutto sul blog più seguito d'Italia, quello di Beppe Grillo. Dove a confrontarsi sono stati lo stesso comico e l'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè. Tutto ha inizio con il post «Telecom e il generale Custer» pubblicato il 16 dicembre da Grillo. Dove il comico, tra le altre cose, invita l'a.d. a «vendere a Telefonica e ritirarsi a Vipiteno». L'articolata risposta di Bernabè viene pubblicata il 23 dicembre. Si può sintetizzare così: «Non vendo e mi ritirerò solo quando avrò finito il mio lavoro».
Ritardo tecnologico. Grillo critica il primo anno di Telecom sotto la guida del manager. Tra i punti elencati dal comico c'è «un primato mondiale insuperabile - ironizza Grillo -. Per la prima volta nella storia di Internet il numero di famiglie di un Paese che accede alla Rete è diminuito». Bernabè concorda sul fatto che «occorra dare un impulso allo sviluppo dell'informatica sia pubblica che personale», ma che Telecom «non vende computer per mestiere, e la connessione oggi disponibile per accedere a Internet con un'ampia disponibilità di banda riguarda il 96% dei cittadini e la totalità delle imprese e delle amministrazioni pubbliche».
Open access e licenziamenti. Il blogger chiede poi la separazione della Rete, contesta il piano e soprattutto i tagli occupazionali. «Un falso mito» risponde Bernabè. «La gestione dei servizi per i clienti Telecom Italia e l'accesso per gli altri operatori in termini di parità di condizioni e di trattamento non è stata affrontata in nessun Paese del mondo con la separazione strutturale della rete» ribadendo come la soluzione Open Access «porterà risultati evidenti e positivi». Sui tagli di posti di lavoro (9mila in totale) Bernabè ribadisce «non metteremo in strada nessuno» e sottolinea che c'è «molto tempo per trovare un accordo con i rappresentanti dei lavoratori ampiamente soddisfacente per tutti» e che verranno parallelamente razionalizzati anche i manager e le strutture centrali».
Aumento del canone. Grillo: «Telecom aumenta il canone invece di abolirlo e il Governo non fa una piega». Bernabè: «Le aziende non vivono d'aria e di promesse» ricordando che il canone non è mai aumentato dal 2002 mentre «se si chiede a Telecom Italia di tornare a guardare con attenzione alla qualità del servizio, occorrono risorse che in questi anni sono state destinate altrove».
Il buen ritiro. Grillo affonda inoltre sulle intercettazioni di Tavaroli e, passando all'analisi della gestione dell'azienda degli ultimi anni, chiede a Bernabè di denunciare «chi ha distrutto il valore dell'azienda», vendere alla spagnola Telefonica e infine andare al «buen ritiro» nella natia Vipiteno. Bernabè, invece, conclude così: «Il mio obiettivo è di fare di Telecom Italia quello che avrebbe già dovuto essere dopo 10 anni di liberalizzazione: l'asse portante della modernizzazione di questo Paese. Il resto lo lascio alla Magistratura, per ciò di cui è competente, e agli Azionisti, che stanno supportando questo sforzo anche loro non senza sacrifici. Quindi mi spiace deluderla, non venderò a nessuno, e soprattutto voglio ritirarmi a Vipiteno, o magari altrove se lei me lo consente, solo quando avrò finito il mio lavoro. E non certo alla prossima assemblea di aprile, alla quale naturalmente La aspetto con piacere».
La controrisposta di Grillo. «Mi ha risposto Franco Bernabè, e di questo lo ringrazio» inizia con tono apparentemente benevolo il blogger, che però continua con un affondo: «La sua lettera è una fotografia del pensiero debole del management italiano. Un pensiero che ha trascinato il Paese in una recessione che ha i contorni di una catastrofe». Il confronto continua. Forse sulla blogosfera, segno dei tempi che cambiano. Certamente all'assemblea di aprile.
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