Roma 4 Ottobre 2010 (CORSERA.IT)
Per quanta simpatia possa suscitare Silvio Berlusconi e per quanto rispetto gli si possa portare per le sue capacità imprenditoriali,credo che dal palco del Castello Sforzesco,il Presidente del Consiglio ,abbia recitato le sue esequie come leader carismatico e politico.Il suo attacco alla magistratura,la sua Santa Inquisizione al nemico della....
Fede,è sintomo di paura e di collera,per Gianfranco Fini che ormai lo tiene appeso a testa in giù prima di infilarlo nel braciere.Il nemico lo sta logorando,perchè non basta detronizzare il principale avversario,le raffinate menti che giocano con il Guitto di Arcore,lo vogliono incenerire e Silvio Berlusconi ce ne sta mettendo del suo.La sua accanita rabbia contro la magistratura e i PM,sopratutto quello che lo ha messo alle corde nel processo Mills,evidenzia senza altro aggiungere, come recita la sentenza di condanna dell'avvocato inglese,Silvio Berlusconi è direttamente il responsabile,poichè suo l'interesse in gioco.Diciamo che se insieme alla crisi economica,al disagio delle famiglie,alla precarietà del lavoro,si unisse anche una sentenza di condanna per corruzione,allora il Re Silvio Berlusconi apparirebbe alle folle come un mentitore,uno che ha rubato le spoglie di un Principe e di un Santo e per qualche anno ha sbandierato i tamburi della passione per prendere un'intera nazione per il culo.Il popolo sta con Silvio Berlusconi,ben sapendo che non è un Santo,ma proprio perchè aveva riposto in lui ogni speranza di miglioramento della proprie condizioni economiche.La macchina politica di Silvio Berlusconi è un rullo compressore,perchè si basa sul convincimento che stare con lui ,prima o poi porta a qualcosa di buono.Gli stessi militanti del partito ,sopratutto quelli giovani,chiedono che vi sia un inquadramento quasi azienale del PDL,una sorta di organico ben pagato e con carriera da realizzare,questo è un altro sintomo che il grande partito è costruito più sugli interessi personali che non sul principio di quei valori che ispirano la militanza politica.Tramite il partito si arriva forse alle aziende di Berlusconi,alla televisione,forse si partecipa ai programmi,insomma la speranza è di diventare famosi.Se questo lento processo del consenso dovesse crollare,incepparsi,allora il meccanismo di risucchio dei consensi,potrebbe cominciare a vomitare disillusione,speranze tradite,che per il popolo sono come il virus della febbre suina.
Silvio Berlusconi minaccia le elezioni anticipate,qualora i finiani non saranno leali,ma anche questo monito suona pù come un urlo lacerante di paura,che di una vera e propria posizione di forza.SIlvio Berlusconi sa benissimo che la Lega Nord alla prossima tornata elettorale,potrebbe fagocitare anche il PDL,per forza,numero e capacità del partito di lavorare sul territorio,dove l'azione dei leader del carroccio è incessante e perpetua.Il Cavaliere di Arcore ,insomma non può più tenere lontano dalla mangiatoia,quanti bussano al portone del Re,come logico effetto del consenso che ha elargito in questi anni.I suoi alleati sono divenuti forti,hanno creato le loro lobby e spingono insieme,verso il centro.Il destino di Silvio Berlusconi è segnato,ha pochi battiti di vita ancora e farsi saltare le coronarie non serve a niente,come ormai le barzellette non vanno più neanche a segno,anzi cercano di forzare la mano ai provocatori,come ad esempio a quanti che dall'interno della Chiesa lo vorrebbero già appeso al cappio.
Sovranità e paura dei pubblici ministeri,elezioni anticipate,tutti temi che suonano la sveglia,quella delle 20.30,proprio come l'infelice battuta sulle sue venti case di proprietà,che voleva forse essere un altro buon viatico per replicare alla sinistra che lo vuole vedere fuori dalla politica,anche se a questo punto è lui stesso che sta costruendo la sua uscita dall'agone politico con una serie di colpi di teatro.
Mi immagino cosa sarà capace di realizzare Silvo Berlusconi in queste ore,fin dove il panico riuscirà a portarlo nella sua mente offuscata,incapace di arrendersi e godersi quanto fino adesso ha realizzato.Ma come in ogni libro di storia,in ogni epoca del tempo,c'è sempre un Imperatore che si crede immortale e finisce in un capitombolo di polvere.(Corsera.it)
MILANO - Commissione parlamentare d'inchiesta sulla magistratura, attacco a un «famigerato pm» del processo Mills, il pentito Spatuzza «al soldo dei pm», credito di fiducia ai finiani, ma se viene meno «si va al voto». Questi i punti principali dell'intervento di Silvio Berlusconi alla festa del Pdl al Castello Sforzesco a Milano. «Eccoci qua, anche se qualcuno ha tentato di non farmi venire», esordisce il capo del governo riferendosi, senza citarle, a telefonate di minacce che la questura milanese ha giudicato poco attendibili e ha dato il via libera alla presenza del premier alla festa.
ATTACCO A SCALFARO - Ma messa da parte questa premessa, Berlusconi entra subito nei temi del suo intervento. Partendo da lontano, da quando è diventato presidente del Consiglio la prima volta. Ed è stato fatto cadere da Bossi, con il famoso ribaltone. Un ribaltone, ha detto, «dovuto al presidente di allora che disse a Bossi: "Berlusconi è nel baratro, se resti con lui ci finisci anche tu"». Il presidente di allora era Scalfaro e l'accusa è diretta. Quella caduta del suo governo, dice Berlusconi, «fu un fatto eversivo». Di qui in avanti, il presidente del Consiglio prosegue con una serie di attacchi ad avversari politici e magistratura, e con l'elenco dei meriti propri e del suo partito.
SOVRANITÀ - «In Italia la sovranità è stata trasferita dal popolo ai pubblici ministeri», ha detto il premier, avvertendo della necessità di cambiare l'architettura costituzionale per fare in modo che la sovranità sia veramente del popolo italiano. «Infatti, se una legge non piace a certi pm, la impugnano e la portano alla Corte costituzionale, che ha undici componenti di una parte politica, e su pressione dei pm di sinistra la abroga».
ATTACCHI AI PM - Berlusconi ha poi proseguito negli attacchi personali ad alcuni pm, oltre a chiedere «come è nostro dovere oltre che nostro diritto» una «commissione parlamentare d'inchiesta» sull'operato di «certi magistrati». Il premier ha citato per nome «il famigerato De Pasquale - pm del processo Mills, ndr - quello che ha detto a Gabriele Cagliari che lo avrebbe liberato e poi è andato in vacanza e Cagliari si è suicidato». Berlusconi ha affemato che «il "pentito" Spatuzza - che avrebbe parlato del presidente del Senato Schifani, ndr - è al soldo di certi pm e sarebbe capace di dire qualunque cosa». E della cosiddetta P3: «Quattro vecchietti che vengono tenuti dentro affinché parlino di Berlusconi, perché hanno fatto loro capire che se parlano di me la loro condizione cambia totalmente».
LA REPLICA DELL'ANM - Agli attacchi del presidente del Consiglio hanno replicato ben prestoi magistrati: «Non possiamo che ribadire - ha detto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara - la forte preoccupazione per i continui attacchi che rischiano di delegittimare un'istituzione dello Stato. I magistrati non si lasceranno comunque intimidire e - conclude il presidente dell'Anm - continueranno ad applicare la legge secondo i principi della Costituzione».
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