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AL QAEDA YEMEN TERRORISMO BOMBE INFILATE NELL'ANO.IBRAHIM AL ASIRI ARTIFICIERE DI BIN LADEN.

Corriere della Sera.- Per questo nell’estate del 2009, Ibrahim Al Asiri, 28 anni, prova ad ammazzarlo usando due cose preziose per lui. Il fratello Abdallah impiegato come kamikaze e un piccolo ordigno uscito dal suo laboratorio. Una bomba che l’attentatore cela nelle parti intime o – secondo una ricostruzione ufficiale – nell’ano. Un trucco studiato da Ibrahim per poter superare le difese che proteggono Nayef. Non meno astuta la mossa per arrivare all’ufficio del dignitario. Al Asiri usa una donna e lo stesso Abdallah

IL DOSSIER DELL'ESTREMISMO - Nayef, in questi anni, ha gestito il dossier dell’estremismo. Cura il reinserimento dei militanti pentiti, gestisce un programma di rieducazione, allaccia rapporti con gli ex terroristi. E, nel frattempo, scatena una lotta senza quartiere contro gli irriducibili spingendoli a trovare rifugio nel vicino Yemen. Nel suo ruolo, Nayef mantiene rapporti sia con il mondo islamista sia con i partner occidentali. Un personaggio che è diventato un anello importante nella catena di comunicazione tra 007 (ma anche con i terroristi). Una caratteristica che lo trasforma, inevitabilmente, in un bersaglio ambito.

FRATELLO-KAMIKAZE - Per questo nell’estate del 2009, Ibrahim Al Asiri, 28 anni, prova ad ammazzarlo usando due cose preziose per lui. Il fratello Abdallah impiegato come kamikaze e un piccolo ordigno uscito dal suo laboratorio. Una bomba che l’attentatore cela nelle parti intime o – secondo una ricostruzione ufficiale – nell’ano. Un trucco studiato da Ibrahim per poter superare le difese che proteggono Nayef. Non meno astuta la mossa per arrivare all’ufficio del dignitario. Al Asiri usa una donna e lo stesso Abdallah che, dopo una trattativa telefonica, convincono Nayef sulla loro volontà di arrendersi. E’ una trappola che – per alcuni osservatori mediorientali – può aver goduto di qualche complicità interna. In altre parole un intrigo di palazzo. Il principe, scampato di un soffio all’agguato, capisce la pericolosità del suo avversario, inserito da più di un anno nella lista dei super ricercati. I sauditi non perdono tempo ed informano gli alleati sulle diavolerie dell’artificiere. Lo stesso Nayef si reca alla Casa Bianca dove tiene un briefing sul caso: davanti a lui il consigliere di Obama, John Brennan. Una comunicazione che, purtroppo, si perde nel labirinto della burocrazia agevolando la missione dei terroristi. In quei mesi drammatici – agosto-settembre 2009 - Al Asiri, è soddisfatto. Ha perso il fratello, Nayef è ancora vivo però l’attentato dimostrato che i suoi ordigni sono "invisibili".

LA SOFFIATA - Lavorando sul progetto l’artificiere prepara, per la vigilia di Natale, una brutta sorpresa. È sua l’invenzione delle mutande bomba indossate dal nigeriano Faruk Abdulmutallab sul jet Northwest in arrivo a Detroit. Altro attentato fallito che fa tremare il mondo e porta a nuove misure di sicurezza. Il principe libera le sue "ombre", incaricate di spiare gli islamisti. E forse usando qualcuna delle fonti agganciate con il programma per i pentiti capta due informazioni preziose. La prima riguarda un possibile attentato in Francia e Nayef avverte Parigi (fine settembre). La seconda parla di un piano per inviare dei pacchi bomba a partire dallo Yemen. A prepararli il suo rivale Al Asiri. La soffiata è fondata. Il colpo è parato, i pacchi sono individuati prima che possano fare danni. L’artificiere torna a nascondersi, il principe riprende la caccia per ottenere la testa di Al Asiri.

Guido Olimpio


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