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SARAH SCAZZI,ANCHE IL GIORNALE COPIA CORSERA.IT E RIDICOLIZZA MATRIX DI ALESSIO VINCI.

Roma 7 Novembre 2010 CORSERA.IT

Il Giornale copia Corsera.it,Feltri copia Corsini.

Corsera.it alcune settimane orsono,nel pineo della compulsione necrofila del delitto di Avetrana,aveva denunciato che nel programma Matrix,il conduttore Alessio Vinci e uno dei suoi ospiti,il professor Morelli,avessero mandato in onda un video con l'analisi del colpevole Zio Michele Misseri,desumendo le notazioni dalla analisi morfologica del volto ...

....dell'assassino Michele Misseri: smorfie del viso,la famosa Sarah Scazzi morte.La lingua in bocca del Mostro.Calunnia o diffamazione per Matrix? Le confessioni rese nell'ultima deposizione volontaria dell'ex Mostro omicidia,puntano nuovamente l'indice........su un certo metodo macabro del giornalismo italiano.In realtà,come spieghiamo noi del Corsera.it,i giorn alisti italiani,vittime predestinate dei loro editori,in realtà hanno dimenticato di fare i giornalisti e sembrano tutti come il loro alter ego:becchini senza salme.(CORSERA.IT)

Vi presentiamo l'articolo de il Giornale,che ricopia esattamente i contenuti degli articoli apparsi sul Corsera.it Michele Misseri Lingua in bocca con alessio Vinci,ecc.ecc.

 

Gli economisti non ne azzeccano una, ma c'è una categoria che li batte: i criminologi. Questa pregiata categoria di espertissimi, per secoli sommersa nei meandri più remoti delle università e recentemente affiorata proprio al centro della nostra scena televisiva, sta inanellando ad Avetrana una tale serie di sfondoni da ridicolizzare i maghi della finanza, che pure hanno dato.
Noi che li stiamo a sentire, quando eventualmente si riprendono dal sonno (vedi i servizi di Striscia che li pescano teneramente immersi in fase Rem durante i talk-show), nutriamo anche una certa soggezione. Da utenti generici, che costruiscono il proprio bagaglio giallo sulle teleserie psico-sanguinolente d'America o sui «Ris» de noantri, seguiamo le loro analisi con grande interesse e inevitabile senso di inferiorità. Però è anche il caso di chiederci, a un certo punto: questi eminenti personaggi si formano sulle scene del crimine o sulle dispense del Cepu?
Come dimenticare. Un giorno, questo zio rimasto sempre sullo sfondo, defilato, quasi trasparente, ignorato anche dai criminologi più scafati, improvvisamente trova il cellulare di Sarah e finisce per farsi incastrare dalla Polizia. Il bravo criminologo, attrezzo umano ormai in dotazione a qualunque bravo conduttore tv, prontamente ci spiega tutto. Elementare, un caso classico. Si vedeva benissimo che lo zio non reggeva il peso della sua malvagità, in qualche modo l'inconscio ha voluto richiamare l'attenzione per farsi prendere.
Inizia così la lunga epopea del mostro di famiglia. Un po' Biscardi, i bravi criminologi volentieri si prestano al gioco della moviola: ecco, vedete, quando un soggetto sorride con il labbro inferiore messo di sghembo, mentre si gratta l'orecchio di sinistra, è il chiaro segno di colpevolezza. E gli occhi, notati gli occhi? Signori, non c'è niente di più rivelatore di quell'incerto inarcarsi del sopracciglio, evidente segnale di coscienza sporca, tipico, non ci sono dubbi.
Le parole perché sono parole, i silenzi perché sono silenzi: tutto spiega in maniera inequivocabile la colpevolezza di questo diabolico soggetto. Noi, che al massimo abbiamo notato soltanto uno strano pianto senza lacrime, restiamo incantati. Diamine, l'assassino non lo sa, ma ogni giorno parla e confessa agli occhi infallibili dello scienziato «noir». Nel profondo di questo mare d'ammirazione, molto in fondo, si fa sommessamente strada solo una domanda: ma dirlo prima? Perché, ci chiediamo profani e ignari, il bravo criminologo non si fa avanti subito, diciamo dopo una settimana, chiamando al cellulare il piemme per dire più o meno una cosa come questa: dottore, occhio, questo zio ha tutte le labbra e tutte le sopracciglia del bieco assassino. Si renderebbe più utile. Eviterebbe tante perdite di tempo. Farebbe anche la sua bella figura. Invece, come il bravo economista, il bravo criminologo ha questo di strano: te la spiega sempre dopo, quando la sappiamo già. Te la spiega benissimo, ti fa sentire pure un po' di coccio per non averlo capito prima, ma quando gli inquirenti hanno già chiuso la conferenza stampa con le clamorose novità. Come gli economisti, uguale: le banche fallite e i banchieri in manette, ci spiegavano con tono saccente quanto fosse prevedibile la bolla finanziaria che nessuno di loro aveva previsto. Gli uni e gli altri, criminologi ed economisti, vittime della stessa ambizione: piegare la realtà ai dogmi scientifici. Ma la regola uno della vita segnala immancabilmente come la realtà abbia molte più variabili - molta più fantasia - di qualunque schema teorico.


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