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CRISI FINANZIARIA : LE RISPOSTE DI BENITO MUSSOLINI.

Roma 24 Nov.(corsera.it) a cura di Matteo Corsini.

La crisi dei subprime è una crisi culturale prima che finanziaria,e proprio perchè ha distrutto l'evoluzione dei sistemi su cui si era sviluppata,possiamo sostenere che rappresenta una involuzione del progresso,un errore umano paragonabile ad un terremoto.La crisi dei crediti sintetici è la truffa che migliaia di speculatori  hanno orchestrato ai danni delle famiglie e della collettività,rappresenta un eccidio criminale delle promesse di progresso.La nostra storia d'Italia ha nel suo grembo delle risposte efficienti che il fascismo in parte ad opera del suo leader seppe cogliere nella loro importanza.Rileggendo quei momenti di storia,preludio ad una crisi drammatica ,possiamo individuare risposte che ancora oggi potrebbero essere efficaci e attuali,come il ritorno ad una società rurale,con i significati pregnanti che la cultura contadina insegna e custodisce.Mentre si fabbricavano crediti sintetici le campagne italiane sono in gran parte oggi abbandonate,i centri rurali lasciati morire,la vita di paese e le sue antiche tradizioni trascurate dalla cultura televisiva ,parossismo di una concorrenza basata sul profitto e non sulla evoluzione del mondo. 

 

La cultura televisiva berlusconiana e quella prodotta dalla RAI sono esempi specifici nei quali la società civile marcisce inseguendo falsi miti,modelli culturali e obiettivi.

Il fascismo fu poi la negazione di tutto questo,ma il contadino Benito Mussolini galvanizza il corpo e la mente come fosse ancora vivo!

Il Benito Mussolini socialista amava la terra,promosse le attività contadine e la bonifica di molto del territorio italiano.L'uomo politico a torso nudo partecipava alla trebbiatura considerandola una festa ,dando esempio alle masse,rincuorando la gente della crisi.

La bonifica nell' Agro Pontino L’USANZA DELLO "SCAMBIO DELLE OPERE"

La bonifica dell' Agro Pontino fu per il fascismo una sfida riuscita principalmente per due fondamentali aspetti: da un lato vennero bonificati e resi produttivi ed abitabili moltissimi ettari di territorio, dall' altro il fascismo in tal modo poté utilizzare larghissima manodopera a basso costo e disposta a tutti i rischi per far fronte alla crescente disoccupazione. La prima pietra di Littoria, oggi Latina, è posta il 30 giugno del '32, cinque mesi dopo viene inaugurata la città: cinquecento case, diecimila abitanti. Mussolini a Littoria il 18 dicembre gira tra le case in Borsalino e stivali. Elogia gli operai giunti da ogni parte d'Italia e i "coloni che dalle terre del Veneto e dalla Valle del Po sono venuti per lottare". La città è costata 17.976.495,16 lire. Littoria non è un nome originale, il fascismo lo appiccica dappertutto; anche il ponte Mestre-Venezia si chiama Littorio, e molte piazze e stadi e anche qualche bambino. Qualcuno chiama persino il re Littorio Emanuele. Dei 2953 poderi affidati alla gestione dell'Onc, opera nazionale combattenti, 1748 sono affidati a famiglie di coloni veneti (1440) e friulani (308) con 18mila componenti.

Da Treviso sono partite 340 famiglie, da Udine 308, da Padova 276, da Rovigo 233, da Vicenza 228; 220 da Verona, 114 da Venezia, 29 da Belluno. Tutti scappati dalle campagne venete dove decine di migliaia di ettari in pochi anni sono stati svenduti da piccoli proprietari in difficoltà. Nel '34 i vescovi veneti, guidati dal patriarca di Venezia, scrivono una lettera a Mussolini per invocare la diminuzione del carico fiscale che opprime le campagne. La famiglia che vuole emigrare deve contare almeno su quattro uomini, due donne e un ex-combattente. Le danno una casa riscattabile in cinque anni, tre camere da letto il forno del pane, il pollaio, la vasca per abbeverare il bestiame, attrezzi agricoli, un carro, alcuni capi da allevare. in pi il "libretto colonico" dove vengono versate da 50 a 600 lire a famiglia ogni due settimane. Veneti e friulani costituiscono pi della metà della popolazione dell' Agro Pontino. Molti borghi attorno a Littoria si chiamano Grappa, Sabotino, Carso, Piave, Isonzo, Podgora. Gli inizi sono difficili. Se qualcuno si ammala di malaria viene mandato a morire in un ospedale lontano: il regime registra ufficialmente poche centinaia di morti; "ma sono molte migliaia" lamenta la gente. Il 9 luglio del '33 Mussolini ritorna nell' Agro Pontino per mietere il "primo grano di Sabaudia". Il cinegiornale dell'epoca lo ritrae a torso nudo, occhialoni per il sole e berretto bianco.


I braccianti italiani, e in particolare quelli della Romagna dove Mussolini lavorava come agitatore socialista e corrispondente dell’"Avanti!", erano stati danneggiati e spesso costretti alla disocupazione, dall’introduzione delle macchine agricole, nonché dal proprio continuo aumento (in provincia di Forlì erano oltre 20 mila pari al 7 per cento dell’intera popolazione). I braccianti tendevano alla costituzione di cooperative, di produzione e di lavoro (per l’assunzione di lavori pubblici), agricole (per la conduzione diretta di fondi), commerciali e di consumo, e pertanto tendevano ad impedire il perpetuarsi dell’antica usanza dello "scambio delle opere" tra famiglie coloniche e mezzadrili.
Era questa un’antichissima usanza, secondo la quale ciascun contadino veniva aiutato nella trebbiatura del grano da tutti i contadini vicini; consuetudine che l’introduzione delle trebbiatrici a vapore, avvenuta da pochi anni, aveva rafforzato per l’elevato numero di persone che quelle macchine esigevano lavorassero congiuntamente.
Scriveva Mussolini sull’"Avanti!":
"…la trebbiatura non è semplicemente un lavoro, ma una festa e per dirla
con un poeta coronato, la festa del grano. E delle feste ha la solennità, i canti, le risa, i banchetti e le abbondanti libazioni. Mal si acconciavano i contadini - sobillati astutamente dai padroni e dai preti - ad ammettere nelle loro aie dei braccianti, degli intrusi che toglievano l’occasione di un secondo carnevale. Questa psicologia arretrata ci spiega l’accanita resistenza dei mezzadri e la ferocia delle loro gesta…"

Contro questa usanza i braccianti avevano combattuto da anni, ora però - dopo l’introduzione delle macchine agricole - la sua cessazione era divenuta la loro richiesta più importante e per ottenerla erano pronti a tutto.
L’agitazione raggiunse il suo acme in occasione dei lavori di trebbiatura del 1907 e del 1908; in alcune località i proprietari cercarono di far ricorso a mano d’opera crumira; nel complesso però - di fronte alla decisione dei braccianti - gran parte dei proprietari finì via via per capitolare. Nel 1908 l’agitazione raggiunse i comuni della provicnia di Forlì, investendo, in luglio, Predappio. Qui la situazione era particolarmente difficile: i proprietari disponevano di propria mano d’opera fidata, sicché - sia pure con la protezione della truppa - i lavori di trebbiatura avevano avuto regolarmente inizio, suscitando la violenta reazione dei braccianti.
Secondo la corrispondenza inviata da Mussolini all’"Avanti!":
"…stamane un centinaio di braccianti erano accampati nelle vicinanze di un podere dove la macchina crumira trebbiava. Un duplice cordone di fanteria sbarrava la strada maestra e molti soldati erano disseminati pei campi. A mezzogiorno, mentre la macchina veniva condotta ad un altro podere, i braccianti riuniti in gran numero hanno sfondato il cordone delle truppe e si sono spinti sino nelle vicinanze della casa colonica. Allora i carabinieri hanno spianato i fucili. Ho sentito chiedere: Facciamo fuoco? Lo Zanotti [uno dei capi dei braccianti] ha consigliato i dimostranti a retrocedere. Giunti sulla strada il vostro corrispondente [lo stesso Mussolini ha raccolto con poche parole la folla. Il delegato lo ha dichiarato in contravvenzione e minacciato d’arresto. Mentre i braccianti si disponevano a ritornare alle loro case, sono stati caricati violentemente dalla cavalleria e inseguiti."

In seguito a questi primi incidenti, la Camera del lavoro di Predappio proclamò un giorno di sciopero e il 13 una grande massa di braccianti affluì a Predappio dalle campagne circonvicine. Il deputato repubblicano del collegio, Giuseppe Gaudenzi, cercò di porsi come mediatore; verso mezzogiorno, prolungandosi le trattative, i braccianti mossero verso una trebbiatrice, ma all’ultimo momento lo scontro fu evitato. Nel pomeriggio, mentre continuavano le trattative, uno squadrone di cavalleria caricò " con violenza assassina " la folla dei dimostranti, provocando alcuni feriti. Nonostante ciò prima di sera le richieste dei braccianti furono parzialmente accettate e l’agitazione ebbe finalmente termine. Per alcuni giorni la situazione rimase però tesa e la calma tornò solo lentamente. Qua e là si ebbero ancora piccoli incidenti, uno dei quali, nel pomeriggio del 18 luglio, ebbe per protagonista proprio Mussolini. Mentre passava per Dovia in bicicletta, un certo Emilio Rolli, gerente di macchine trebbiatrici, fu apostrofato da Mussolini , che aveva un bastone in mano, con l’espressione "ti svirgolo". Lì per lì non successe nulla e il Rolli passò oltre; si recò però in questura e sporse denunzia per minacce. A sera Mussolini fu arrestato e tradotto nelle carceri di Forli. Il processo segui per direttissima:Mussolini fu condannato a tre mesi di reclusione.

Torniamo ai mesi che precedettero l’entrata in guerra.
Se l’attivista socialista contadino era pacifista per principio, l’intellettuale, anche di sinistra, non aveva le idee così chiare. Vedeva il nazionalismo crescere come una marea nell’Europa ante 1914. Tutta la stampa ufficiale monarchica e liberale pompava il tema del Risorgimento. Il Kaiser tedesco poi, era uno dei peggiori monarchi, reazionario, aristocratico, aggressivo, militarista, un pessimo sovrano per tutti i "liberi pensatori".Mussolini non sapeva che fare, nel senso che slogan come "né aderire né sabotare" erano la programmazione non di un’idea, di un intervento guidato dallo spirito, ma l’inazione più assoluta. Gli prudevano le mani. Dicono di lui che da ragazzino "’non parlava, picchiava" [De Felice, p. 10], gli piaceva l’azione diretta, lo sciopero generale, le barricate, finì in galera svariate volte, la violenza gli era connaturale, come a Boccioni [vedi precedente intervento su questa lista: http://groups.yahoo.com/group/nuova-storia/message/8 ].


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