Roma 14 Dicembre 2010 CORSERA.IT FLASH NEWS
La vajassa Alessandra Mussolini se la prende con la Mara Carfagna partono spinte urla e titrate di capelli.
Silvio Berlusconi vince ancora una volta e affonda la ciurmaglia del FLI,tutto come previsto da CORSERA.IT.Il ricatto del FLI non ha retto,scoppia la rissa tra deputati,schiaffi e calci e pugni tra Fabio Granata e Giorgo Conte,Alessandra Mussolini si accapiglia con la Mara Carfagna,urla e tonfi nell'emiciclo trasformato in uno scontro di piazza.
E la tensione altissima. Tanto che il presidente della Camera Gianfranco Fini è stato costretto a sospendere per alcuni minuti la seduta. Per Silvio Berlusconi è il giorno più lungo. «Le mie dimissioni sono assolutamente escluse» ha ribadito ancora una volta il premier, rifiutando di fatto l'ennesima richiesta avanzatagli in tal senso dai senatori finiani prima del dibattito alla Camera.
TENSIONE - Il voto a Montecitorio ha fatto emergere le divisioni all'interno di Futuro e Libertà. «Ve lo dicevo che Fli si spaccava» ha commentato lo stesso premier. A far scoppiare i tafferugli in Aula è stata la scelta della parlamentare "futurista" Catia Polidori, che ha detto «no» alla mozione di sfiducia. Il Pdl a quel punto si è lasciato andare ad un applauso mentre Fabio Granata e Giorgio Conte hanno cominciato a litigare. I commessi hanno bloccato i deputati finiani che cercavano di venire alle mani. Quindi, il deputato di Fli Antonio Buonfiglio ha provato ad attaccare il leghista Gianni Fava ma è stato bloccato da Guido Crosetto (Pdl) e dai commessi. A spiegare l'accaduto ai giornalisti, proprio uscendo dall'aula di Montecitorio è stata Nunzia De Girolamo. «Conte ha detto che la Polidori è una...», di qui la reazione dei deputati del Carroccio e la conseguente rissa. Alcuni deputati si sarebbero anche rivolti all'indirizzo di Fini, secondo quanto riferito da chi era presente in Aula, dicendogli «Questa è la tua gente». Come la Polidori, anche il finiano Giampiero Catone ha votato «no» alla sfiducia. Silvano Moffa, al contrario, ha votato la sfiducia, ma ha chiesto le dimissioni di Italo Bocchino. La fiducia/sfiducia alla Camera è stata una battaglia all'ultimo voto. Fondamentale, dunque la scelta finale degli indecisi. Uno di questi è Paolo Guzzanti, con il quale il premier si è intrattenuto prima di entrare a Montecitorio. «Ho già deciso come voterò ma lo dirò solo in Aula» aveva spiegato Guzzanti accerchiato dai giornalisti, annunciando poi nel suo intervento la decisione di votare la sfiducia. La finiana Siliquini, al contrario, ha optato per il «no» alla sfiducia. Come ha fatto il deputato del gruppo Misto Maurizio Grassano, dopo aver cambiato idea molte volte. L'ex deputato dell'Idv Domenico Scilipoti ha annunciato il suo voto «a favore del paese», ma è risultato assente alla prima chiama. Assenti anche Massimo Calearo e Bruno Cesario.
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