Roma 23 Gennaio 2011 CORSERA.IT
Autolesionismo e autodistruzione.Come il Sindaco di Roma Gianni Alemanno si sta scavando la fossa della sua carriera politica.
Scandali a ripetizione coinvolgono la Giunta del Sindaco Copione Gianni ALemanno.Mentre i cittadini romani sono massacrati dalle multe di vigili solerti,che hanno lo scopo di ripianare i buchi di bilancio del Comune più indebitato d'Italia.Uno squallore che si aggiunge ad un altro.
Non ci voleva, per Gianni Alemanno. Non ci voleva soprattutto per un Comune già squassato dallo scandalo di parentopoli nelle municipalizzate che aveva portato all'azzeramento della giunta. E a un doloroso rimpasto, compiuto appena qualche giorno fa. Ci mancava soltanto che su un uomo vicinissimo al sindaco di Roma si allungasse l'ombra della corruzione, del riciclaggio, della droga e, nelle ultime ore, di appalti sospetti come quelli per il padiglione del Comune di Roma all'Expo di Shanghai. Accuse pesanti come macigni, quelle formulate dal pubblico ministero Paolo Ielo nei confronti del consigliere comunale pidiellino Orsi.
ROMA - Silvio Berlusconi voleva esporre i Bronzi di Riace al G8? Più modestamente, a Francesco Maria Orsi era balenata per il capo l'idea di portare la Bocca della Verità a Shanghai. Gira voce che un giorno lo avrebbe proposto addirittura a un assessore. A bruciapelo: «Me presti la Bocca della Verità?». L'uomo è così. Sognatore. Non per nulla, ha spiegato così nel suo sito i motivi che lo hanno indotto a scendere in campo: «Far rinascere Roma, farla vivere per come le compete, aiutarla a risollevarsi. Se aiutiamo un Sogno, il Sogno ci aiuterà!». Ma forse non sapeva che quel sogno sarebbe diventato un incubo.Non ci voleva, per Gianni Alemanno. Non ci voleva soprattutto per un Comune già squassato dallo scandalo di parentopoli nelle municipalizzate che aveva portato all'azzeramento della giunta. E a un doloroso rimpasto, compiuto appena qualche giorno fa. Ci mancava soltanto che su un uomo vicinissimo al sindaco di Roma si allungasse l'ombra della corruzione, del riciclaggio, della droga e, nelle ultime ore, di appalti sospetti come quelli per il padiglione del Comune di Roma all'Expo di Shanghai. Accuse pesanti come macigni, quelle formulate dal pubblico ministero Paolo Ielo nei confronti del consigliere comunale pidiellino Orsi.
Non un consigliere qualsiasi: nientemeno che il delegato di Alemanno per il Decoro della capitale. E c'è da sorridere, pensando alla storia raccontata ieri. La storia di una mansarda in via Tevere, nei pressi della centralissima piazza Fiume, gestita da due escort russe dove sarebbero stati organizzati festini al profumo di bunga bunga con la partecipazione del delegato al Decoro. A Ernesto Menicucci e Alessandro Capponi del Corriere ha ripetuto di sentirsi «come Silvio Berlusconi». Insomma perseguitato, ma in sedicesimi, ammette: almeno quello. E sbandiera orgogliosamente nel suo sito il bilancio dei primi due anni di governo Alemanno, con i risultati delle sei ordinanze in materia di sicurezza e decoro. Fra cui le 16.115 multe appioppate alle prostitute e ai loro clienti.
Orsi con Alemanno alla presentazione della lista civica Amore per Roma nel 2009 (foto Eidon)
Ma chi è Orsi? Lui si descrive così nella sua pagina web: «Francesco Maria Orsi nasce a Roma, il 3 marzo 1966. Diploma di Liceo Classico, Laurea in Giurisprudenza, Master in Comunicazione, Master in Gestione delle Risorse Umane. Poi arriva l'esperienza nell'Arma dei carabinieri, come ufficiale, in seguito nel Lloyd Adriatico, come produttore assicurativo dal 1990 al 1995, ed infine Agente generale dal 2001 al 2004. Nell'estate del 2004 avvia il suo progetto più ambizioso: affrancarsi dal giogo di una compagnia ed esplorare con nuove vie il mondo del broker. Costituisce così il Lloyd Team Broker. Ma siccome nulla è impossibile entra, con successo, in politica nell'anno 2008, e diventa consigliere comunale al Comune di Roma...».
Orsi con Alemanno durante il «decoro day» di Ponte Milvio a Roma (foto tratta dal sito di Orsi)
La sua società ha un giro d'affari (2008) di 740 mila euro. Niente di che. Nell'ambiente è praticamente uno sconosciuto, l'albo dei broker tenuto dall'Isvap lo qualifica come «inoperativo». Le relazioni, quelle però non gli mancano davvero. A 360 gradi. Per Alemanno ha fatto anche il delegato all'Expo di Shanghai, dove appunto voleva portare la Bocca della Verità, e scusate se è poco. Il suo nome è poi comparso, collegato a quello del coinvolto finanziere (nel senso di Guardia di finanza) Luca Berriola, anche nell'inchiesta che riguarda le imprese del presunto mago del riciclaggio, il fascista Gennaro Mokbel.
E se Orsi ha smentito come «fantascienza» di essere stato lui a presentare a Berlusconi Francesca Gagliardi, la ragazza apparsa accanto al premier al G8 di Toronto, che conosca il Cavaliere è invece pacifico. Ci sono le dichiarazioni con cui Silvio si spende pubblicamente per lui, candidato al consiglio comunale di Roma. E già questo potrebbe essere abbastanza sorprendente. Ma solo per chi non conoscesse la sua straordinaria abilità nel tessere rapporti.
Federica Gagliardi, la «dama bianca»
Le prove si rintracciano nell'elenco sterminato di annotazioni della sua agenda, rese note su Repubblica da Carlo Bonini. Molte delle quali decisamente stravaganti. Come quella accanto al nome di Franco Calò, ideatore di Vadis al Maximo, una manifestazione di corse di bighe al Circo Massimo, come ai tempi di Ben Hur: «Progetto Vadis, bisogna convincere Croppi (l'ex assessore alla Cultura Umberto Croppi, silurato da Alemanno, ndr) e poi saremo i nuovi imperatori di Roma». Oppure quella che accompagna Lorenzo Barbantini Scanni: «Facciamolo lavorare con il Comune che sta buono». E poi pratiche per trasferimenti di residenza, richieste di fondi, biglietti per i concerti, insegne di negozi, contributi per indigenza sociale.
Nomi, tanti nomi. Dall'immigrata che chiede la scorciatoia per avere un certificato a quel Valentino Valentini («per via della fidanzata Roberta S.»), deputato del Pdl, un passaggio in Publitalia, superconsigliere di Berlusconi per le questioni russe, insignito nel 2005 da Vladimir Putin dell'ordine di Lomonosov, fino a una certa Gemma Gesualdi. Semplicemente: «nostra».
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