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GIAPPONE TSUNAMI FUKUSHIMA L'ARMATA DEI SAMURAI RAFFREDDATO REATTORE 3.

Tokyo 17 Marzo 2011 CORSERA.IT

Qui Tokyo,di Matteo Corsini.

L'invincibile esercito giapponese si è messo in marcia,verso una vittoria,come molte altre nella sua storia.L'invincibile armata dei samurai,combatte la sua battaglia letale,l'ultima prima dell'apocalisse nucleare.Il grande spirito di questo popolo si è messo in viaggio verso il futuro,quello....

.....possibile,quello che deve ricostruire,ma prima di tutto fermare il Dragone e il suo alito micidiale,le spier radioattive nei polmoni della centrale di Fukushima,il mostro dalle ali bluastre,che scintilla lapilli,che sembra un vulcano,rumoreggia e si teme che dalle sue fauci fuoriesca la lava infetta delle radiazioni.

Qui nelle strade di Tokyo,mentre molti altri abbandonano la metropoli,senti distintamente il rumore della ferraglia di qusto grande esercito che si è messo in moto,compatto e unito,coraggioso e impavido,pronto a caricarsi sulle spalle tuta la responsabilità del mondo,del caos procurato da un disastro nucleare.I Giapponesi,questo popolo magnifico e invulnerabile,capace di trascinare con sè l'economia mondiale o di affossarla,alleato silenzioso del progresso tecnologico del mondo,adesso è al tappeto,soffre,sbuffa e' intontito.Ma le sue spade sono pronte a roteare ancora una volta,strappare a se stessi ogni risorsa possibile per vincere ancora,spegnere il fuoco del drago impazzito,attendere ancora il silenzio di una nuova alba sicura.

Sono ore febbrili queste in Giappone,come tutto fosse addormentato,congelato da un inverno rigido e improvviso.Quando cammini per le strade di Tokyo non senti più nulla,non ti rendi conto del tempo che passa,di quello che ti capita intorno,di cosa pensa la gente.Ognuno è concentrato oltre i confini della metropoli,lo sguardo impietrito sulle scene del maremoto,si abbandona ai pensieri tra le braccia dei superstiti,perchè sono quei volti disorientati che dominano la scena della tua vita oggi,e lo fanno senza sosta.Sono le anime in pena,i defunti,i ricordi,il dolore di chi ha perduto tutto ed è stato sommerso da quell'onda improvvisa,che non ha origine che dal vuoto,dagli abissi del mare sconfinato che fino a ieri si guardava con amore,entusiasmo.

L'urlo della foresta,il rollio della nave che affonda,il boato della slavina che spinge la valanga a valle,quell'impeto dirompente che nessuno potrà mai fermare,che spegne il battito del cuore.Quel grande cuore immenso,fatto da tutti i cuori delle vite strappate dalal violenza dello tsunami,ti sussurra all'orecchio qui a Tokyo,nei vicoli,nei ristoranti,batte sul quotidiano come un martello,orrendo ritmo ancestrale della fine del mondo.Siamo proprio ai confini di quel futuro dominato dagli androidi,i superstiti di molte altre tragedia nucleari che forse colpiranno nella storia la nostra civiltà,che faranno della sua popolazione,maschere orribili e deformi.

E' impercettibile quel suono lontano,quel tonfo che ti batte dentro,sale nella mente,si infuoca,scappa via,come fosse l'effetto di una allucinazione tossica,sono trip-ciak lontani e siderali,pezzi del puzzle del mondo distrutto,lievitato come una bolla di sapone radioattiva,che ne ha scomposto i componenti,rendendoli filamenti sfiammati di una interminabile esplosione di follia.

La follia,qui a Tokyo ti segue come un fantasma,una vecchia ragnatela che si deposita sul tuo volto,indaffarato nelle cose del quotidiano,quella sensazione di riposo dell'animo che non esiste più,condita dai colpi taglienti di quelle lame invisibili che si chiamano dolore e paura.La follia della tragedia nucleare,la follia che balla dentro di te,ti scuote,non vuole andarsene,che ti richiama al tuo passato,ai ricordi dell'adolescenza,che sono migliori,tu credi,di quelli di oggi.E' una festa,ma nessuno sorride,nessuno gioisce,è una macabra danza dei fantasmi che viaggiano lontano da te,urlano come demoni dal nord -est del paese,scuotono gli alberi che non ci sono più,scavano fosse,lanciano detriti,seppelliscono con il fango.Fanno giochi orribili,ne hanno quasi piacere,esibizionisti dell'orrore,ladri della magia della notte e della felicità.

Anche quando smetti di vederli e ascoltarli,loro sono sempre davanti a te,nello sguardo del vicino,tra le braccia di una donna che ti guarda incantata e che non percepisce neanche la tua presenza,assorta nel pensiero della devastazione.Qui a Tokyo le giornate sono buie sempre,lontane dal Sole,corrono via lontane,seguono quelle ombre scure,sperando che il Grande Esercito della Liberazione Nazionale,sia in grado di rigettarle nel fango,lanciarle lontane.

Il sapore del pane,come della soia,è quello della speranza,della natura stessa che torna a replicare se stessa,che cancella l'incubo di una notte senza stelle,quella che ancora una volta ci apprestiamo a passare qui a Tokyo.

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