ROMA - Le operazioni militari contro il regime di Muammar Gheddafi vanno avanti, ma chi e come gestisce il coordinamento dei raid aerei e dei bombardamenti al momento è tutt'altro che chiaro. Al ministro degli Esteri Franco Frattini, che parlando da Bruxelles ha auspicato il comando della Nato, pena il ritiro della disponibilità all'utilizzo delle preziose basi italiane, ha risposto a breve giro il ministero francese della Difesa. "La Francia applica pienamente e unicamente la risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, che corrisponde anche alla visione della diplomazia italiana", ha precisato il portavoce del dicastero, il generale .... Philippe Ponthies.
Per l'Italia il problema resta però aperto e in serata Silvio Berlusconi è tornato a ribadire che "per noi è essenziale la chiara definizione della missione limitata alla no fly zone, all'embargo, alla protezione di civili", così come il fatto che "il comando operativo passi alla Nato" o comunque "un coordinamento diverso da quello che c'è oggi".
In caso contrario, aveva chiarito in precedenza Frattini, "dovremo studiare un modo perchè l'Italia assuma la responsabilità del controllo delle proprie basi". Il ministro aveva poi aggiunto che "l'Italia sta lavorando perché fra domani e dopodomani la Nato assuma la guida delle operazioni. Se no faremo valere il principio secondo cui le responsabilità di tutti ricadono su tutti". L'Italia, ha ricordato il capo della Farnesina,
ha accettato "in una primissima fase" di partecipare alla coalizione dei volenterosi che opera attraverso tre comandi, quello Usa a Napoli Capodichino, quello britannico e quello francese. "E' però chiaro che, se siamo partiti con un'azione urgente, ora torniamo alla fisiologia, alla regola, che è il coordinamento della Nato". Infatti, ha ribadito "la corresponsabilità delle decisioni deve essere garantita".

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