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OSLO TERRORISMO UTOYA IL GRIDO DI TERRORE DI AL QAEDA

Oslo 23 Luglio 2011 CORSERA.IT di Big MaC

Torna l'incubo del terrorismo,appena dopo il terrorismo finanziario,che per settimane ha colpito duramente i mercati finanziari europei,sopratutto quello dei paesi cosiddetti periferici della UE.Momenti drammatici,come un secondo 11 Settembre in chiave europea,quasi Bin Laden fosse resuscitato dal vuoto della nostra memoria,avvertito il mondo della sua sinistra presenza,dell'agonia della morte,che colpisce chiunque,senza ordine,come vuole il destino feroce del terrorismo.Erano i battiti dell'orologio improvvisamente bloccato,battiti del cuore in gola,della folle corsa della gente insanguinata che usciva dagli stabili di quella nuova Oslo affumicata,martoriata,colpita dalle bombe come Belfast,come Beirut.Voci drammatiche,urla,squarci di fumo ed esplosioni,che laceravano la nostra mente,il futuro,l'idea stessa della vita,come mani infernali di streghe uscite fuori dal terreno.Ma era la mano.....

del terrorismo ancora una volta a piegare le nostre speranze di una vita pacifica,di un prossimo week-end speso a bere birra e mangiare carne alla brace insieme alla nostra famiglia.Idee,sogni,ambizioni dell'uomo comune fermate di colpo,da mille forti esplosioni,dal trauma del terrore,dalla disperazione del dolore e della morte.

Non era chiaro cosa fosse accaduto in quei primi istanti del venerdì nero,quel treno esplosivo che alle ore 15.26 colpiva al cuore la città di Oslo,faceva sobbalzare i suoi abitanti con quel boato sinistro che si propagava come le onde di un uragano,il vuoto d'aria,lo stridio dell'impatto delle fiamme negli edifici,i vetri che si sbriciolavano in terra come dentro il vortice di un tornado impazzito.E poi quelle urla,le sirene,la sagoma di una città nera e grigia sconvolta per la prima volta nella sua calma apparente.Secondi,attimi di un orologio a tempo,pronto a farti esplodere le meningi,insieme alla regolare innocua vita di casa.Le porte degli edifici si sono spalancate,Oslo era sotto attacco,come hanno titolato con enfasi molti giornali del mondo.Qualcuno sparava nell'Isola di Utoya,qualcuno travestito da poliziotto che quel pomeriggio aveva deciso di fare strage dei giovani laburisti.La scena del mondo era il terrore,esattamente come l'11 Settembre,esattamente come quei due famelici aerei che ci sono entrati dentro lo stomaco,hanno confezionato il regalo di Al Qaeda per le persone della terra,il terrore puro,distillato a gocce esplosive,gelide che scendono nel sangue.

Oslo città dimenticata da Dio,per qualche istante scivola nell'uragano,nelle voci dei morti,dei sopravissuti,della mano del diavolo che macchia di sangue i volti di persone comuni,fino a ieri ignote,che oggi apppaiono come degli eroi,fantasmi che emergono dalla fuliggine delle esplosioni,che si aiutano,fuggono via dal caos,dal boato infernale,da loro stessi.Si guardano intorno,non riconoscono più dove sono,dove vivono,cosa potranno mai fare l'istante dopo.Oslo sopravvive alla sua dramamtica distruzione,poi ancora le sirene delle automobili della polizia che coriandolano intorno a se stesse,impazzite come farfalle,nessuno capisce cosa fare.

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....anche il Nobel Peace Center, dedicato ai grandi uomini che negli anni hanno ricevuto l'ambito riconoscimento. Ma questo è il venerdì nero della nazione e lo scenario nel cuore cittadino è di guerra, non di pace. La deflagrazione distrugge gli edifici che si affacciano sulla strada e fa saltare le finestre di tutti quelli circostanti. Lo scoppio, i detriti e le schegge di vetro si abbattono sui passanti. All'inizio si parla di due vittime, ma le immagini che via via giungono dalla capitale lasciano intendere che quel numero dovrà per forza cambiare. Alla fine si parla di 7 morti e di diversi feriti, tra cui alcuni in condizioni particolarmente gravi.

MILANO - Un'autobomba esplode nel centro di Oslo, a pochi passi dal palazzo che ospita gli uffici del primo ministro e dalla redazione di un quotidiano. E poco più tardi raffiche di mitra si abbattono sui giovani del partito laburista, radunati per un campo estivo nell'isola di Utoya, a una cinquantina di chilometri dalla capitale. Aspettavano il premier Jens Stoltenberg, il leader carismatico del movimento politico, che avrebbe dovuto portare il proprio saluto e il proprio incoraggiamento. Su di loro si scatena invece l'inferno.
Il cuore della capitale e una placida isola sul Tyrifjorden, uno dei più grandi tra i laghi della zona. Da una parte e dall'altra morti e feriti. È un'ecatombe. Un bilancio che con il passare delle ore si fa sempre più pesante. Complessivamente le vittime sono almeno diciassette, ma forse il numero è destinato a salire ancora. La polizia, che all'inizio si mantiene cauta, già nel tardo pomeriggio non ha più dubbi: la Norvegia è sotto attacco e i due episodi sono certamente collegati tra loro. I dettagli restano tutti da accertare, ma il quadro è chiaro. Non si tratterebbe, tuttavia, di terrorismo internazionale, legato magari ad una matrice islamica, come ipotizzato in un primo tempo: gli investigatori credono piuttosto che si sia trattato di un attacco tutto interno, ad opera di estremisti locali, mirato a scardinare il sistema politico nazionale.

 

Un venerdì nero della capitale norvegese che inizia alle 15,26. E' a quell'ora che una forte esplosione viene avvertita nel cuore della città, in un'area dove sorgono gli uni vicini agli altri i palazzi che ospitano le principali sedi istituzionali e i gruppi editoriali più influenti del Paese. Lo scoppio avviene sulla Akergataa, la strada che porta alla fortezza di Aker e all'Aker Brygge, il molo che divide i moderni palazzi della Oslo più trendy e la città storica e dove sorge


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