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BARACK OBAMA OSAMA BIN LADEN MERITAVA QUELLO CHE HA AVUTO

AGI) - Washington, 9 mag. - Il presidente Usa, Barack Obama, non ha alcun rimpianto per non aver catturato vivo Osama Bin Laden. "Nervoso com'ero, l'unica cosa cosa che mi impediva di dormire era la possibilita' di eliminare Bin Laden. Giustizia e' fatta. E chiunque metta in discussione che l'autore di stragi su suolo americano non meritasse quello che avuto, deve farsi esaminare il cervello". In un'intervista alla Cbs, il presidente Usa e' tornato a parlare del raid ad Abbottabad.
  "Sono stati i 40 minuti piu' lunghi della mia vita, con la sola eccezione del momento in cui Sasha (la figlia) ebbe la meningite, a tre mesi, e attendevo il medico che mi dicesse che tutto andava bene". Obama ha raccontato che, alla vigilia del raid, non avendo l'assoluta certezza che il 'principe del terrore' fosse all'interno della villa-fortezza, ripensava con estrema tensione ai fallimenti delle operazioni americane nel passato: la battaglia di Mogadiscio nel 1993, in cui due elicotteri Black Hawk furono abbattuti dai miliziani, che poi trascinarono i cadaveri dei soldati Usa per le strade; oppure la missione fallita di salvataggio, nell'aprile del 1980, degli ostaggi americani a Teheran. "Si', il giorno prima pensavo a tutto cio'. Non c'era una prova certa della sua presenza. E alla fine della giornata eravamo ancora fermi al 45/55 (per cento): voglio dire che non potevamo dire con certezza che bin Laden fosse li'. E se non fosse stato li', ci sarebbero state conseguenze significative". Tra l'altro, sferrare un'operazione militare in un territorio sovrano (e non informare il Pakistan) comportava rischi pesanti. "C'erano rischi geopolitici nel prendere la decisione". Non solo: alcuni suoi consiglieri erano contrari: "Cosi', mi sono detto, se abbiamo una buona probabilita' (di non sconfiggere completamente, ma mettere in crisi pesantemente al Qaeda) vale la pena assumersi rischi politici e rischi per i nostri uomini". Il segreto della missione era vitale. "Non l'ho detto alla mia famiglia, pochissime persone alla Casa Bianca sapevano, la stragrande maggioranza dei miei consiglieri non lo sapeva. Ci sono momenti in cui si puo' andare in giro e parlare con piu' persone. Non era questo il caso". E ha descritto le ore antecedenti al blitz (domenica gioco' a golf attendendo il tramonto in Pakistan) e i momenti di tensione nella Situation Room a guardare il raid in tempo reale, in un ambiente "molto teso". Poi, alla fine, la parola magica: "Geronimo".

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