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CARMELA MELANIA REA OMICIDIO IL SOLDATO JANE LAURA TITTA

Ascoli Piceno 16 Giugno 2011 CORSERA.IT

(Giovedì ore 06.43)Carmela Melania Rea omicidio.Afghanistan crocevia della droga.A parlarne per primo è sempre il sostituto procuratore Paolo Ferrero della Procura di Roma.Prove contenute in 45 files di registrazioni consegnate alla autorità competenti già dal 2008.Paolo FERRERO,un magistrato coraggioso.

E' chiaro ormai,evidente dalle inchieste del CORSERA.IT,che l'esercito italiano è infiltrato da elementi criminali,il cui precipuo interesse è sfruttare la logistica delle nostre basi ....

.....della missione internazionale ISAF della NATO, a Kabul in Afghanistan.La magistratura militare deve aprire un'inchiesta,da impulso del  Ministero della difesa on.Ignazio La Russa,che fino adesso ci pare dorma su guanciali d'oro,quelli del Bunga Bunga. 

Carmela Melania Rea aveva dunque un'altra "rivale",un 'altra soldatessa,questa volta bellissima,faccia d'angelo,sinuosa,occhi profondi,zigomi alti.Una Tomb Raider per....

.....eccellenza,una di quelle soldatesse che le inchieste del CORSERA.IT,ci hanno insegnato a conoscere.Difficile che Laura Titta sia passata inosservata agli istruttori del 235° Reggimento Piceno,perchè non soltanto è bellissima,ma il suo corpo è quello una statuta perfetta e il carattere da predatrice,una vera amantide religiosa.Una capace di conquistars il suo territorio palmo a palmo,di strisciare in terra con fucile e coltello,una pronta a sfidare chiunque,una donna soldato che non ha confronti con nessuno. 

Arriva il soldato Jane,Laura Titta,soldatezza del 235° Reggimento Piceno,una vera dura secondo....

....gli inquirenti,che hanno chiesto e ottenuto il suo arresto nell'ambito di una operazione anticamorra,per favoreggiamento nei confronti di alcuni esponenti del clan dei casalesi.Ancora una volta,dunque,la caserma Clementi del 235° Reggimento è al centro di una bufera giudiziaria,e questa volta,in linea con le ipotesi investigative del CORSERA.IT
Laura Titta,il soldato faccia d'angelo era coinvolta con gli ambienti camorristici del clan dei casalesi,un gruppo criminale che conosciamo bene,un monopolista del traffico della droga in Italia,sicuramente interessato al trasporto dell'eroina afghana,direttamente in Italia.Come? Molto semplice,infiltrando propri elementi,cercando di corrompere ufficiali e soldati dell'esercito,con il solo ultimo scopo di utilizzare i nostri aerei militari per il trasporto dell'eroina.Droga acquistata direttamente dai talebani che scorre a fiumi in Italia,che arriva con "pacchi speciali".
E quando si parla di pacchi,si parla di droga,di confezioni speciali,come l'eroina che abbiamo visto recapitata direttamente dall'Afghanistan in Italia nelle canne dei fucili degli alpini di ritorno dalla missione di pace.Perchè la magistratura militare non ha anora aperto un'inchiesta e come mai la magistratura ordinaria non ha lasciato che il sostituto procuratore Paolo Ferrero non continuasse nella sua indagine,bollata e considerata "folle" o forse non corroborata da prove certe?
Droga,droga,droga.C'è un solo grande movente,una sola pista indiziaria,una sola giostra che gira intorno al corpo di Carmela Melania Rea,perchè per quanto l'opinione pubblica e gli inquirenti,si possano sforzre per trovare elementi contro il marito Salvatore Parolisi in un movente passionale,non c'è nulla che giustifichi una morte così violenta,così feroce.
Ma chi è Laura Titta,la donna soldato arrestata alla caserma Clementi del 235° Reggimento Piceno?
 

(Libero news)Coincidenze, appunto, ma inevitabilmente, parlando del reggimento Piceno di Ascoli e di una donna soldato arrestata all’alba di ieri, si cerca un nesso tra lei e il protagonista di un’altra storia nera. Quello temporale c’è: lei era stata ammessa al corso di addestramento nel 2009, quando istruttore era Salvatore Parolisi, il marito (il vedovo) di Melania Rea, il cui assassino è ancora senza nome.

Ed è probabile che anche Laura Titta, una bella ragazza dai capelli castani e gli occhi grandi e profondi, lo abbia avuto come istruttore. Ma la suggestione finisce qua, perché Laura, 25 anni, napoletana trapiantata a Parete, in provincia di Caserta, non è la protagonista di un delitto a sfondo passionale ma di una storiaccia di camorra. Poco prima di arruolarsi, quando già la sua domanda era stata accettata, era stata la fidanzata di un camorrista - oggi pentito - del gruppo stragista setoliano.

Tutta qui? Affatto, in quel periodo - quello dei diciotto omicidi e dei ferimenti - perché faceva la vivandiera e l’autista, stirava le camicie ai latitanti e utilizzava i suoi amici assassini per regolamenti di conti molto personali: per esempio, far picchiare (ma avrebbe voluto farlo ammazzare, piano saltato per cause esterne) l’ex fidanzato che l’aveva tradita, o risolvere alla stessa maniera le beghe sentimentali della madre, che aveva anche una relazione con un sottufficiale dei carabinieri in servizio a Giugliano.

L’ex, tale Giuseppe da Giugliano, fu pestato con uno sfollagente americano, messo a disposizione da un amico che lo aveva acquistato a Miami durante il viaggio di nozze.

Laura Titta, che è stata arrestata dai carabinieri nella caserma di Ascoli Piceno, dove era stata riammessa dopo il congedo (del 2010) e dove da una decina di giorni era rientrata per seguire il corso di specializzazione, è accusata di favoreggiamento aggravato e ora è detenuta nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

Con lei, altre dieci persone accomunate nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Napoli che ha accolto le richieste dei pm antimafia Catello Maresca, Giovanni Conso e Cesare Sirignano. A raccontare le sue gesta è stato proprio il fidanzato setoliano, Giovanni Mola, che aveva lasciato dopo il suo pentimento e al quale aveva riservato - nonostante indossasse già la divisa - lo stesso trattamento violento dei suoi predecessori.

Racconta il collaboratore di giustizia: «Ho saputo da mia mamma, venuta a colloquio a luglio 2009, che sono state fatte delle minacce contestualmente da Laura Titta e da Salvatore Laiso, detto Chicchinos. In particolare Laura andò a casa di mia mamma minacciandola che avrebbe ucciso me o altri componenti della famiglia se l’avessi accusata».

Emilio Di Caterino, un altro camorrista casalese dell’ala bidognettiana-setoliana, ha aggiunto: «Quando ero latitante i vestiti venivano lavati e stirati direttamente da Maisto Francesca e da Titta Laura. In una sola occasione nel passaggio da Trentola a Lusciano mi vennero recapitati dei vestiti puliti lasciati presso il Bar Stadio di Casale di mio cugino Cangiano Massimo e ritirati sempre dalla Maisto Francesco e dalla Titta Laura».

Viso d’angelo, carattere da donna di malavita: gelosa, passionale, attaccabrighe, possessiva. Aveva imposto a Mola di tatuarsi sulla coscia il suo nome e cognome, Laura Titta per intero. Particolare notato dagli uomini della banda setoliana, con i quali lui si vedeva durante il periodo delle stragi e del terrore. Così a uno che lo aveva incontrato poco dopo la strage mancata dei nigeriani (il 18 agosto del 2008) e tre settimane prima del massacro nella sartoria, Mola aveva detto ridendo: «Adesso mi devo scrivere terrorista qui dietro!!!».


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