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MONTE DEI PASCHI DI SIENA COLPO MORTALE DA UN MILIARDO DI EURO

Siena 21 Giugno 2011 CORSERA.IT a cura di Matteo Corsini

Gli anacronismi storici della città di Siena.Altro che Palio,questa è una corrida.

L'aumento di capitale per la Banca Monte dei Paschi di Siena,inizia sotto il peggiore degli auspici,un colpo da un miliardo di euro contenzioso con il fisco,che appare per la prima volta come informazione agli azionisti,proprio sul prospetto dell'aumento di capitale.Un colpo mortale perchè non esiste alcuna voce di accantonamenti speciali,vale a dire che se la Banca risultasse soccombente con l'agenzia delle entrate,sarebbe costretta ad una....

.....nuova ricapitalizzazione,con l'uscita definitiva della Fondazione Monte dei Paschi di Siena dalla maggioranza dell'istituto di credito.Quello di cui parliamo è un ennesimo durissimo colpo per gli azionisti della Banca Monte dei Paschi di Siena e fore anche un principio di raffreddore,perchè questa notizia fa icuramente venir meno quella fiducia granitica che molti di noi avevano per il management.Come detto e ripetuto più volte,la presa della Fondazione Monte dei Paschi di Siena sulla banca è ad oggi un anacronismo,qualcosa che si potrà trascinare avanti per qualche mese,forse un paio di anni,ma alla fine dovrà cedere e la banca diventare contendibile sul mercato e finire nelle mani di un player internazionale,capace di gestire le immense risorse di questo istituto che ad oggi vengono gettate al vento.Insomma appare evidente che a Siena non si corre più il Palio,ma una corrida,dove al posto del Toro,vengono presi per le corna gli azionisti,e forse anche per qualcosa di altro.

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Partenza difficile per l'aumento di capitale da 2,1 miliardi di Monte dei Paschi di Siena. Complice anche una giornata negativa per i mercati a causa delle turbolenze della Grecia (Milano ha chiuso a -2%) e particolarmente infelice per il settore bancario, le azioni del gruppo senese hanno accusato un forte tonfo in apertura, con un calo del 5%, per poi limare le perdite e chiudere a quota 0,589 euro (-2,59%), vicino al livello di prezzo stabilito dal cda per le nuove azioni (0,446 euro).

 I diritti di opzione, dopo alti e bassi, hanno chiuso a 0,1 euro (-8,92%). Non hanno giovato, certo, in una seduta borsistica così nera, due notizie contenute peraltro nel prospetto informativo dell'aumento: un faro della Consob sugli avviamenti contabilizzati per le operazioni Antonveneta e Biverbanca e un contenzioso aperto con il fisco per 1 miliardo di euro. Secondo gli analisti il titolo, che sconta anche il collocamento eseguito dalla Fondazione di 450 milioni di azioni privilegiate, dopo il forte calo di questo mese (oltre il 20%) non dovrebbe subire ulteriori grandi perdite e i prezzi obiettivo delle case d'affari, pur tagliati, sono compresi fra quota 0,7 e 0,88 euro.

I grandi azionisti (la Fondazione, Axa e Caltagirone) hanno peraltro annunciato di sottoscrivere la quota loro spettante e rischi sul successo dell'operazione o di overhang (eccesso di carta sul mercato), secondo gli analisti, non ce ne sono. Ora il mercato, ma anche la stessa Fondazione, attende i risultati dell'azione di risanamento e rilancio del gruppo che il management sta portando avanti con il piano industriale. Per il Monte l'aumento, necessario per ripagare gli 1,9 miliardi di euro dei Tremonti Bond, vedrà l'offerta in Borsa dei diritti di opzione fino al primo luglio mentre gli azionisti potranno esercitare il diritto fino all'8 luglio. L'operazione prevede l'assegnazione di 18 azioni ogni 25 possedute.

 

E intanto la Consob ha "in corso approfondimenti" sugli impairment test (test finalizzati a verificare la perdita di valore durevole dell'avviamento contabilizzato in bilancio) svolti da Mps su Biverbanca e Banca Antonveneta. Gli impairment test hanno infatti evidenziato "una maggiore sensibilità e quindi rischiosità alle variazioni dei fattori di mercato e macroeconomici" delle cash generation unit relative a Biverbanca e Banca Antonveneta.

 Il gruppo inoltre ha in corso un contenzioso da 1,08 miliardi di euro con il Fisco in relazione a operazioni di trading su azioni perfezionate a cavallo dello stacco dei dividendi e di operazioni di pronti contro termine su obbligazioni estere. Si tratta della fattispecie del cosiddetto 'abuso di diritto', contestato dall'Agenzia delle Entrate alla gran parte del sistema bancario italiano e che ha condotto già alcuni istituti, come la Bpm e il Credem, a chiudere il contenzioso con una transazione. L'Agenzia guidata da Attilio Befera, in circostanze analoghe, ha contestato a banche e assicurazioni di aver messo in piedi complesse operazioni finanziarie al solo fine di pagare meno tasse.
 

Fonte: ANSA

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