MILANO- Salvatore Parolisi deve essere arrestato. La richiesta è della Procura di Ascoli. Lo rivela il quotidiano Il Centro. Ci sarebbe quindi una svolta nell'omicidio di Melania Rea, la donna di 29 anni di Somma Vesuviana uccisa nel bosco di Ripe di Civitella, nel teramano, il 20 aprile scorso. L'unico indagato è il marito. Sul tavolo degli inquirenti, nelle ultime settimane, sarebbero arrivata una serie di elementi tali da consentire una ricostruzione attendibile della dinamica dell'assassinio.
DEPOSITATA L'AUTOPSIA - È stata depositata mercoledì 13 luglio la perizia relativa all'autopsia effettuata sul corpo di Melania Rea dal medico legale Adriano Tagliabracci. Potrebbe essere stato questo l'elemento, intrecciato alle testimonianze raccolte dai carabinieri e ai risultati degli accertamenti del Ris, che ha portato ad un'accelerazione dell'inchiesta e alla richiesta di arresto per il marito Parolisi.
SBALORDITO - Salvatore Parolisi è «sbalordito da questa giustizia colabrodo». È il commento di uno dei legali del caporalmaggiore, l'avv. Nicodemo Gentile che si trova ad Ascoli Piceno per seguire gli sviluppi procedurali dell'inchiesta, dopo la notizia della richiesta di arresto per il suo assistito. «L'indagato è una persona - osserva - e come tale va trattato con tutte le garanzie del caso. Un principio elementare che la Procura di Ascoli Piceno sembra avere smarrito». Parolisi, secondo il legale, si trova in questo momento in caserma ad Ascoli (dove ha ripreso servizio da qualche giorno dopo una lunga licenza per la morte della moglie e dove alloggia, dopo avere lasciato qualche settimana fa l'appartamento in affitto a Folignano dove abitava con la moglie e con la loro figlioletta. «Non so cosa intenda fare» conclude Gentile.

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