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CORSERA CRONACA YARA GAMBIRASIO DNA IL KILLER E' ALLE CORDE

ROMA 18 SETTEMBRE 2012 CORSERA.IT L'ASSASSINO DI YARA GAMBIRASIO POTREBBE AVERE UN NOME,MOLTO PRESTO.GLI INVESTIGATORI HANNO SEGUITO I FILO DEL DNA,RITROVATO SUL CADAVERE DELLA RAGAZZA,E SONO ARRIVATI AD IDENTIFICARE UN UOMO,CHE E' SICURAMENTE IL PADRE DELL'ASSASSINO.UN GIOVANE,FREQUENTATORE DELLA DISCOTECA.UN UOMO SOLITARIO,UN ASSASSINO,FORSE UN SERIAL KILLER. Il Dna è custodito da una marca da bollo appiccicata su una vecchia patente e dal francobollo di una cartolina. Isolato da residui di saliva, secondo chi indaga appartiene al padre del presunto assassino di Yara Gambirasio. L'uomo abitava a Gorno con moglie e due figli ed è morto a 61 anni, nel 1999. Ecco perché, per avere il suo profilo genetico, gli investigatori hanno analizzato degli oggetti che gli appartenevano. È l'ultima notizia che trapela dall'inchiesta sull'omicidio della tredicenne di Brembate Sopra, uccisa da chi, a quattro mesi dalla scadenza delle indagini, non ha ancora un nome. Ma che cosa c'entra quest'uomo con Yara? Per arrivarci, bisogna partire dal ritrovamento del corpo della tredicenne, il 26 febbraio del 2011, a.... quattro mesi dalla scomparsa. Era sempre stato nel campo di via Bedeschi, ai margini della zona industriale di Chignolo d'Isola. Sugli slip e sui leggings della vittima viene isolato il Dna di uno sconosciuto: si individua in piccolissime tracce di sangue da gocciolamento. Scovare chi ha il profilo genetico perfettamente identico a quello, significa - forse - essere arrivati all'assassino. «Il forse è d'obbligo», confidano alcuni investigatori. Se, infatti, si scoprisse che appartiene a chi aveva contatti con Yara, questa prova al processo potrebbe non reggere . Se, al contrario, appartenesse a uno sconosciuto, allora sarebbe la prova regina, perché difficilmente giustificabile. Quindi caccia ai Dna, pilastro dell'inchiesta. Vengono prelevati ai vicini di casa di Yara, ai frequentatori della palestra da cui è sparita quella sera, agli intestatari dei cellulari che - sempre quella maledetta sera - hanno agganciato le celle telefoniche di Brembate Sopra e Chignolo d'Isola. Anche i frequentatori della discoteca Sabbie Mobili, che si trova vicino a quel campo, vengono sottoposti ai prelievi di saliva. Proprio da quest'ultimo ambiente emerge il dato che fa sperare nella svolta. Il profilo genetico di un ragazzo è simile a quello del presunto assassino, ma non è identico, quindi non basta per gridare al colpo di scena. Gli inquirenti sono comunque convinti di aver imboccato la strada maestra. I suoi familiari vengono sottoposti al test. Si arriva a uno zio che si è trasferito a Frosinone. Ma anche il suo Dna non è identico a quello «ignoto». E non ha figli da sottoporre all'esame. Le indagini si estendono quindi ai fratelli dell'uomo. Uno è vivo, ma nemmeno lui c'entra nulla. L'altro, invece, è deceduto. Chi indaga non vuole lasciare nulla di intentato, perché quella del Dna è l'unica pista per le mani. Come fare? Si cercano tracce biologiche negli oggetti che gli sono appartenuti, come appunto la patente e alcune cartoline. Viene estratto un profilo genetico. I punti di contatto con quelli del presunto assassino aumentano, per gli esperti sono significativi, ma ancora una volta non bastano per far gridare «ci siamo». I figli del deceduto, così come i parenti lontani, vengono sottoposti al prelievo. Da Gorno, alla Valle Seriana, fino all'hinterland di Bergamo, dove la parentela si è spostata. Esito: negativo. Un rompicapo che fa dannare polizia e carabinieri. Possibile non emerga nulla? Da qui l'ipotesi di un figlio illegittimo. La vita privata dell'uomo viene ribaltata. Uno choc per la sua famiglia. Ma lui era tutto casa e lavoro. Lo confermano numerosi testimoni sentiti da chi indaga. Di un figlio chissà dove non c'è traccia. Una matassa ingarbugliata. Mentre proseguono i prelievi di Dna agli intestatari dei cellulari, la pista di Gorno viene battuta ancora. Lo confermano le nuove convocazioni, stavolta soprattutto di donne. Un elemento che fa pensare che gli investigatori siano alla ricerca anche della madre di chi ha tolto la vita alla piccola di Brembate. Nomi e cognomi custoditi in lunghi elenchi. Una sorta di banca dati a cui attingere per trovare il bandolo della matassa.

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