ROMA 20 NOVEMBRE 2012 CORSERA.IT
MONTE DEI PASCHI DI SIENA IL PIU' GRANDE SCANDALO FINANZIARIO ITALIANO DOPO PARMALAT.PUBBLICHIAMO UN INTEGRALE ARTICOLO APPARSO SU LINKIESTA A FIRMA DI LORENZO DI LENA.
È passato più di un anno da quando gli azzardi della gestione Mussari al Monte dei Paschi di Siena hanno dispiegato ...
i loro effetti, assestando un colpo ferale alla più antica banca del mondo. Da allora il Monte è il grande malato del sistema bancario italiano e il flusso di notizie negative da Siena non si ferma. Ma non sitratta solo dell’infelice acquisizione di Antonveneta per un costo che supera 10 miliardi di euro. Nel terzotrimestre 2012 ...
la banca guidata dall’amministratore delegato Fabrizio Viola ha perso altri 47 milioni, portando
il rosso dei primi nove mesi a 1,67 miliardi. Si intravvede qualche piccolo miglioramento sul fronte della
riorganizzazione interna e sulla liquidità, ma nessuno su quello del capitale, mentre la qualità del portafoglio
crediti si sta deteriorando a un ritmo che ha sorpreso in negativo persino gli analisti più cauti su Rocca
Salimbeni. Per soprammercato, la massiccia posizione in Btp, che ha già sbilanciato liquidità e patrimonio,
aggiunge
indipendente, a commento degli ultimi dati.
insult to injury, la beffa al danno, come ha scritto la Fidentis, società di ricerca e brokeraggioLa beffa è che il portafoglio di 25 miliardi di Btp non rende quasi niente
anno: lo 0,26 per cento. Il dato è stato rivelato mercoledì scorso da Bernardo Mingrone, il direttore finanziario
della banca senese. Per capire come si sia possibile che 25 miliardi di Btp a media-lunga scadenza rendano
appena lo 0,26%, occorre fare un passo indietro. Fra il 2009 e il 2010 la banca acquistò a debito circa 25
miliardi nominali di Btp a medio-lungo termine, per speculare, come molti altri istituti, sulla differenza fra tassi
a lungo e tassi a breve termine (
Bund, la conseguente perdita di valore del portafoglio, fino alla r
europea e della Banca d’Italia
realizzato tramite una struttura di
cedola fissa (il Btp) con l’acquisto di un derivato su tassi (
banca cede alla controparte gli interessi cedolari a tasso fisso (le cedole dei Btp) in cambio degli interessi a
tasso variabile (Euribor). La struttura cosiddetta di
un rialzo dei tassi, ma si è rivelato un clamoroso errore. Politica monetaria e tassi di mercato sono infatti
andati nella direzione opposta. Oggi il tasso Euribor a 1 mese è prossimo allo zero, quelli a tre mesi intorno
allo 0,2 per cento, e avendo scambiato le sue cedole fisse (fra il 4 e il 5%) con un tasso variabile, si deve
accontentare di quei 65 milioni.
. Appena 65 milioni di euro in uncarry trade). Poi, però, rimase impigliata nell’esplosione dello spread Btp-ichiesta definitiva dell’Autorità bancariadi rafforzare il patrimonio per 1,7 miliardi di euro. L’investimento venneinterest rate asset swap, combinando cioè l’acquisto di un’obbligazione ainterest rate swap). Con quest’ultimo contratto, lahedging (copertura) doveva proteggere Mps dal rischio diLa banca gira a vuoto.
anche l’attività più tradizionale è avara di soddisfazioni. Il differenziale fra gli interessi pagati dai clienti e quelli
che la banca paga per finanziarsi è troppo esiguo per essere remunerativo. Nel terzo trimestre, gli interessi
netti sono scesi dell’8,2% rispetto al trimestre precedente. Per una doppia ragione: costi della raccolta non
comprimibili, solo parzialmente controbilanciati dai finanziamenti Bce, e bassi ritorni sugli impieghi
parametrati all’Euribor. La faccia positiva della medaglia, se si vuole considerarla tale, è che più di così il
margine netto d’interesse non può scendere. Secondo l’amministratore delegato Viola, i 716 milioni registrati
nel periodo luglio-settembre 2012 dovrebbero costituire una base da cui risalire, condizioni di mercato
permettendo. Solo i risultati del trading, peraltro comuni a tutte le banche italiane e per definizione incerti,
hanno aiutato a tenere fermi i ricavi.
Per i Btp non resta che sperare in un restringimento dello spread Btp-Bund maSempre più prestiti incagliati.
Unicredit e fra gli 80 soci di questo giornale) sta subendo un rapido deterioramento della qualità del credito:
aumentano i clienti in ritardo sui pagamenti (2,7 miliardi, +10,4%), quelli in serie difficoltà (gli incagli sono
saliti del 13,7%) e quelli in stato di insolvenza o equiparabile (7,3 miliardi, +5,2%). I vertici della banca hanno
sottolineato che i crediti deteriorati vantano ampie garanzie ipotecarie, tuttavia l’accelerazione del
deterioramento dei crediti rispetto al secondo trimestre, caso unico fra le banche italiane, ha allarmato gli
osservatori. A fine settembre incagli e sofferenze nette ammontavano al 9% del totale crediti netti. Se si
considerano anche i crediti ristrutturati e quelli scaduti da oltre 90 giorni si arriva al 12% del totale. A dispetto
dei massicci accantonamenti di quest’anno per quasi 1,5 miliardi, la copertura è bassa: 55% per le
sofferenze, 20% per gli incagli, 38% sul totale (che include anche le posizioni ristrutturate e quelle scadute da
90 giorni). La domanda che molti si cominciano a fare è se il lascito della gestione creditizia di Giuseppe
Mussari, che oggi continua ad ricoprire il ruolo di presidente della lobby bancaria (Abi), abbia un grado di
fragilità non del tutto giustificato dalla recessione economica in corso. La risposta la daranno le prossime
trimestrali.
Twitter:
Last but not least, la banca presieduta da Alessandro Profumo (ex a.d. di@lorenzodilenaPubblicato su
Linkiesta.it (http://www.linkiesta.it) - PDF generato Lunedì, 19 novembre 2012 - 11:44URL:
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