Betlemme, 25 novembre 2012 Corsera.it dal nostro corrispondente Gianna Malesani
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Si celebra oggi in tutto il mondo la giornata internazionale di denuncia contro la violenza sulle donne. Tragica è la situazione delle donne palestinesi, le quali sono costrette a vivere nel labirinto dell'occupazione militare israeliana, ma sono doppiamente vittime della violenza dei loro nuclei famigliari di radice tribale.La societa' palestinese e' ancora del tutto fondata sul maschilismo.
Una delle forme più diffuse di violenza che continua ed essere perpetrata nei confronti delle donne nei Territori Palestinesi Occupati, è quella che si realizza all'interno dell'ambiente famigliare. Innumerevoli gli omicidi di donne compiuti per “motivi d'onore” da padri, fratelli e mariti. Uno degli episodi più efferati di quest'anno è stata l'uccisione di Nancy Zaboun, una giovane madre che...
è stata sgozzata dal marito tra le stradine del mercato di Betlemme per aver semplicemente richiesto il divorzio.In Palestina non ci sono dati ufficiali disponibili circa l'entita reale' di qusto dramma civile che colpisce le donna palestinesi,poiche' alcuna agenzia governativa ha mai effettuato tali indagini sociali. Secondo quanto riportato da Al-Haq, un'organizzazione non governativa palestinese per i diritti umani, si stima che in Cisgiordania almeno 38 donne siano state vittima di delitti d'onore tra il 2005 e il 2010.
Omicidi che rimangono impuniti per il fatto che in Palestina non esistono norme penali che riconoscono come reato la violenza domestica e sessuale contro le donne. In particolare la legge penale giordana N.16, in vigore in Cisgiordania dal 1960, definisce la violenza sessuale (stupro ed incesto) come crimine contro “l'etica e la morale pubblica”, e non un crimine contro l'integrità dell'individuo,come al contrario dovrebbe essere e risulta negli ordinamenti penali moderni.
Inoltre le normative vigenti sui delitti di stupro, in vigore nei Territori Palestinesi Occupati, distinguono assurdamente soltanto le vittime vergini da quelle non vergini, infliggendo pene più severe se le vittime sono vergini. Il codice penale giordano, in vigore in Cisgiordania, e quello egiziano, in vigore a Gaza, non riconoscono quale reato la violenza sessuale all'interno del matrimonio,anche questo fatto che desta perplessita'.
La legge penale egiziana impone pene più severe per le donne che commettono adulterio (due anni per le donne e sei mesi per gli uomini). L'uccisione della moglie (ma non del marito) a seguito di un atto di adulterio,viene valutata in ambito processuale, una circostanza attenuante.
Fino a qualche tempo fa, l'articolo 40 del codice penale giordano N.16, infliggeva pene ridotte per i crimini d'onore (chi uccideva per motivi di onore veniva punito con un massimo di sei mesi di carcere). Tuttavia, la brutale uccisione di una giovane donna di Hebron, Ayah Baradiya, per mano dello zio, avvenuta a maggio
Un primo passo, che non e' sufficiente. Le donne in Palestina continuano ad essere discriminate dalla legge e spesso la violenza contro di loro rimane impunita.
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