Roma 6.3.2009(Corsera.it)
Silvio Berlusconi l'ha sempre sostenuto che a parlare male dell'Italia si finisce di distruggerla.Questa volta a fare da uccellaccio del malaugurio ci si è messo proprio Brufolo Rosso al secolo Giulio Tremonti ministro dell'economia che ieri ha parlato testualmente:
"Il rischio dei rischi che dobbiamo affrontare e' la stretta creditizia in cui tutto si avvita e stritola prima le imprese, poi il lavoro e alla fine le banche stesse".
Oggi Jp Morgan ,capofila delle "bancacce americane" ,ha richiesto alla Consob di investigare sui rumors circolanti di un possibile default dello Stato Italiano .
Poi è arrivata anche La Repubblica con un articolo che metteva a fuoco un prodotto particolare lanciato dalla banca Jp Morgan denominato First default basket a tre anni dove all'interno il paese più a rischio è l'Italia.
Ci domandiamo dove sia finito il senso di responsabilità del Ministro Giulio Tremonti e come mai queste sue dichiarazioni in un momento in cui l'intero sistema bancario sta soffrendo sotto i colpi spietati delloa speculazione.Anche questa settimana i titoli dei principali istituti bancari hanno perduto gran parte del loro valore lasciando i risparmiatori in preda al panico e alla disperazione.Chi sta comprando le banche italiane? Chi vuole alterare gli equilibri interni di queste istituzioni?
A bene vedere la sinergia devastante di queste azioni contro il sistema italiano non hanno fatto altro che procurare oggi la sospensione al ribasso anche dei titoli San Paolo Imi che fino a ieri rispetto alle altre banche ancora quotavano discretamente bene.Le voci,le attività di Jp Morgan,le allusioni che circolano contemporaneamente sembrano gestite da una abile regia ,forse qualcuno che vuole comandare sempre di più a scapito di coloro che per ovvie ragioni devono lasciare le redini di comando.
Il Credit default swap a cinque anni è andato in mattinata a 201 punti contro i 195,6 di giovedì sera a New York: costa quindi 201 mila euro assicurarsi da un'esposizione di 10 milioni di euro su titoli del Tesoro. Le quotazioni dei Cds italiani sono lontani da quelli di Grecia (267) e Irlanda (367), Paesi ritenuti a maggiore rischio di insolvenza, ma sono significativamente più elevati rispetto a Germania (90), Francia (94) e Spagna (154).
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