Roma Giovedi' 23 Maggio 2013 Corsera.it
Roma elezioni comunali 2013.Matteo Corsini candidato sindaco Roma Risorge.
Roma ‘ndragheta alla regione Lazio,appalti in cambio di voti.Si apre un nuovo filone giudiziario nei confronti della politica romana,un groviglio di interessi che coinvolge 'ndragheta,massoneria nell'inchiesta denominata Lybra.24 persone finire in carcere con l'accusa di associazione a delinquere.
Credo che sia giunto il momento di dire basta al malaffare,che inquina la citta' di Roma e la Regione Lazio.Una volta per tutte serve coraggio per contrastare le cosche a ROMA.Riaprire gli uffici Ulisse della Polizia Municipale,creare delle task force operative sul territorio che possano contrastare sul nascere le organizzazioni criminali.Recidere i tentacoli della mafia,come mette piede nella Capitale.Basterebbe poco,la volonta'.
CATANZARO - È un groviglio di interessi che coinvolge ‘ndrangheta e massoneria l’inchiesta denominata Lybra, coordinata dalla procura distrettuale di Catanzaro. Ventiquattro le persone finite in carcere giovedì con l’accusa di associazione a delinquere. Uomini delle cosche come i Tripodi, un clan molto influente nel Vibonese, legato ai Mancuso di Limbadi, faccendieri e massoni come Francesco Comerci, amministratore di alcune imprese edili prestanome dei Tripodi e, titolari di ditte edili.
VOTI IN CAMBIO DI APPALTI - Nell’inchiesta che porta la firma del procuratore aggiunto Francesco Borrelli e del sostituto Pierpaolo Bruni emerge un quadro di collusioni tra la ‘ndrangheta e personaggi politici cui le cosche avrebbero chiesto, in cambio di voti, di entrare nel settore degli appalti pubblici. Gli interessi del clan Tripodi, infatti, partono dalla Calabria per raggiungere la Lombardia, e si diramano in Veneto e nella Capitale dove trovano l’appoggio di politici influenti come Vincenzo Maruccio, ex assessore dell’Idv nella giunta Marrazzo ed ex consigliere di minoranza con la giunta Polverini, e dell’ex vice presidente del consiglio regionale del Lazio Raffaele D’Ambrosio (Udc), pronti a trattare con i clan che in cambio di appalti s’impegnavano a raccogliere voti. In questa inchiesta i due ex consiglieri non sono indagati, ma in altre sì: Maruccio per lo scandalo dei fondi ai gruppi della Pisana insieme a Franco Fiortio, il «Batman di Anagni»; D'Ambrosio per la nomina a segretario del consiglio regionale di Nazzareno Cecinelli.

GLI AMICI ROMANI DEL FACCENDIERE -Nell’interrogatorio del 6 novembre del 2012 Comerci ha ammesso di aver partecipato a una cena elettorale con il candidato al Consiglio regionale del Lazio Raffaele D’ambrosio, al quale promise un appoggio elettorale. Ma non erano le uniche amicizie romane importanti di Comerci. Il faccendiere aveva un ottimo rapporto con Giulio Violati, marito di Maria Grazia Cucinotta. Violati è un importante imprenditore con interessi nel mondo del cinema e delle assicurazioni. Le conoscenze di Comerci erano un buon biglietto da visita per i Tripodi. Che intanto attraverso velate minacce avrebbero cercato di estorcere soldi a Della Giacoma. Il rappresentante della Medialink per frenare le pretese dei Tripodi, manifestate attraverso Murano e lo stesso Comerci, indicò ai due l’esistenza di un bando di appalto da parte dell’Associazione Industriali di Roma per un importo di alcune centinaia di milioni di euro. Si trattava di eseguire un progetto per la realizzazione di fibre ottiche nella Capitale.

TANGENTI PER LA RICOSTRUZIONE DELL'ABRUZZO - Comerci, Festa e Della Giacoma si sarebbero poi recati in un ufficio a piazza Rondanini. In quella mansarda – racconta il manager della Medialink – «ebbi modo di sentire che si parlava di appalti per la ricostruzione dell’Abruzzo». Nel corso della conversazione, a cui non partecipò il presidente degli industriali di Roma, a Della Giacoma fu fatto questo ragionamento: per far entrare nel mercato romano degli appalti la Medialink occorreva far parte di un club e stipulare un contratto di consulenza per un importo iniziale di 50.000 euro a favore di una non meglio specificata società. Per il manager bresciano era una evidente richiesta di tangente. «Devo sottoporre questa richiesta al consiglio d’amministrazione della società» - disse Della Giacoma - e si defilò.
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