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FILOSOFIA ROMANZO MATTEO CORSINI LA RINASCITA DELLA CULTURA COME SENSAZIONE DELLA REALTA'

Roma 21 Aprile 2014 Corsera.it di Paola Colomba intervista a Matteo Corsini scrittore e filosofo Corsini: Scrissi quel libro quando avevo appena 18 anni,era gia' al tramonto di quella che comunemente veniva considerata la rivoluzione d'Ottobre,i moti rivoluzionari studenteschi che presero piede in Italia dal '68 in poi. Colomba: Ma lei ha fatto l'immobiliarista per oltre venticinque anni e' possibile conciliare il lavoro di scrittore e di filosofo? Corsini:lei si e' riposta da sola.La cultura la dimensione estetica come la chiamava Herbert Marcuse e' il proponimento principale dell'arte in senso allargato della letteratura e della poesia. Se l'arte ha un obiettivo non e' soltanto quella di intervenire nel contesto storico. D'altronde questi sono temi cari scaturiti con la crisi del Neo-classicismo che ha avuto come capostipiti ad esempio Theodore Gericault la cui poetica era dominata dall'energia,la furia che non si concretizza semplicemente in un'azione definita,storica. Ma gia nel corso del settecento troviamo nell'Illuminismo, Francesco Goya fa dell'arte irrazionalismo puro l'artista diventa testimone del proprio tempo contro lo stesso. Da lui nasce come tutti sappiamo il romanticismo l'equazione che diede vita al realismo storico. La superficie delle cose veniva scavata oltre i grandi ideali conoscitivi religiosi morali. Nella seconda meta’ del XVIII secolo nasce la filosofia dell’arte,l’estetica. Da qui siamo partiti ed erano le nostre riflessioni quelle di una generazione che ancora leggeva,attratta dagli avvenimenti storici,ma soprattutto la fascinazione era nel desiderio di trasformare la societa’ piccolo borghese di un’Italia ancora indietro in Europa. Colomba:Difficile immaginare i nostri giovani oggi che si cimentino con Goya o Gericault. Corsini:esatto eppure dobbiamo tornare indietro per guardare avanti sapere che le condizioni della civilta’ devono e possono trasformarsi con la nostra spinta quell’energia interiore che va oltre il fatto storico,che spezza le catene con l’annichilimento della cultura di massa dove oggi il predominio indiscusso e’ costituito dalla tv commerciale e la tecnologia degli iphone. In questo senso oggi dobbiamo recuperare quei principi necessari alla elaborazione di un pensiero filosofico che intenda indicare almeno una strada alternativa:indurre a pensare. Quello che vediamo infatti non e’ che una porzione infinitesimale della realta’,come lo spazio e il tempo sono oltre quel confine che immaginiamo rigido e immutabile. Dobbiamo essere capaci di andare oltre,di trovare ispirazione dalle forme comuni del creato,come la natura. Dobbiamo vivere la dentro per capire la bellezza di un albero il profumo della corteccia sapere cosa dice il vento e da dove arriva portando con se’ le storie del tempo. Immaginazione creativita’, che poi la ritroviamo nel lavoro comune che ci spinge a realizzare sogni impossibili. Il principio base del romanticismo storico ci da un’idea di quello che sostengo, perche’ alla ragione universale opponeva il sentimento individuale. Questa e’ la formula direi magica che la cultura deve riprendere,come fatto storico che oscilla oltre la dimensione tecnologica con la quale oggi siamo abituati a convivere. Delacroix ci insegnava che l’immaginazione e’ la molla della passione e questa l’attitudine a vivere la vita con intensita’ emotiva. A differenza di Courbet per me la cultura ha un fine,quello di individuare creare la dimensione nel naturale equilibrio tra uomo e natura. Per il realismo storico l’arte comincia e finisce con l’arte,non ha una causa non ha un fine.deve affrontare la realta’ prescindendo da ogni pregiudiziale filosofica,teorica,poetica,morale,religiosa politica.(cfr Argan).Ma come Courbet dobbiamo renderci conto che cosa significa far parte del proprio tempo,sebbene sia soltanto un momento di incontro tra i sentimento e la realta’.L’arte non deve servire per migliorare la qualita’ delle cose che l’uomo produce(ormai compito del design) ma semmai migliorare quello che l’uomo sente rispetto al proprio contesto storico e dunque al proprio essere. La sintesi della cultura e’ in questa direzione,il viaggio straordinario nel pensiero filosofia dell’arte e’ questo. Nel libro lo Sbrago racconto questo. E’ la storia avvincente di un uomo che studia se stesso che cerca di rompere gli schemi di provocare delle rottura,un rivoluzionario che aspira ad aderire alla natura travolgendola nelle emozioni ascoltando il cuore prima che altro,lasciandosi rapire dalla felicita’. La sintesi che ci ha offerto William Turner che considera lo spazio estensione infinita,animata dall’agitarsi di grandi forze cosmiche, sicche’ le cose vengono coinvolte in vortici d’aria e in turbini di luce e finiscono per essere riassorbite e distrutte nel ritmo del moto universale.L’emozione e’ alla base della nostra esistenza e un uomo incapace di emozionarsi non percepisce il bene l’amore la necessita’ di condividere le sue esperienze. L’arte trascina gli uomini tra gli uomini spinge come una tempesta fragorosa alla generosita’,uno dei grandi limiti della nostra esistenza paralisi della societa’ civile. L’uomo moderno e’ gretto ignorante solitario avaro di sentimenti e dunque incapace di fare del bene. Il dinamismo cosmico che sfugge al controllo della ragione ma che deve rapire l’animo nelle estasi paradisiache. E’ il cammino comune della cultura e della religione ad esempio del buddismo o del cristianesimo,esperienze del bene verso la felicita’.Questo bagaglio culturale comune storico e’ abbandonato dimenticato e il compito della filosofa dell’arte e’ recuperarlo per farlo rivivere respirare alle nuove generazioni. Noi eravamo questo quel movimento filosofico della dimensione estetica,del flusso dell’immaginazione che albergava dentro i gruppi culturali alla fine degli anni ’70.Ho avuto la fortuna di studiare con Giulio Turcato Simona Weller Franco Libertucci di essere innaffiato come un deserto sterile da questa pioggia di sentimenti e di cultura inusitati anche per me che provenivo dalla culla di una societa’ piccolo borghese,quasi mediocre per certi aspetti.E’ stata la grande fascinazione della mia vita venire catapultato in questo racconto dell’arte ancora ieri sconosciuto.Ho educato il cuore e la mente a leggere i racconti della creazione,un compito che spetta alle istituzioni scolastiche del paese e ai loro maestri. Lo Sbrago e’ questo nella sua essenza,il viaggio che l’arte ci consente di ripetere in ogni momento far emergere dal naufragio quei relitti di cultura finiti tra le onde impazzite del mare. Risvegliare la coscienza. Nelle acqueforti di Francisco Goya e mi riferisco alle Caprichos,la razon evoca dall’inconscio i mostri della superstizione e dell’ignoranza. Ecco viviamo in una societa’ profondamente ignorante,indurita dal condizionamento della cultura di massa,quella commerciale, mediatica,la peggiore che la storia potesse offrire all’uomo. Se vogliamo ripartire con una rivoluzione culturale dobbiamo buttare in mare la televisione, perche’ offusca la mente,intorpidisce,nega il ragionamento,attrae nella mistificazione creando realta’ sterile improduttive. Vedo ad esempio nell’esperienza della scuola di Barbizon un tema da seguire per le nuove generazioni,soprattutto per i borgatari, perche’ la citta’ moderna e’ diventata un enorme borgata dove l’emarginazione sociale e culturale sta facendo le sue vittime. I pittori di Barbizon volevano cimentarsi con un obiettivo semplice e comune,porre se stessi difronte al sentimento della natura.Ma se intendiamo farci rapire o dominare da questo viaggio salendo verso l'eta' moderna ritroviamo il Simbolismo l'Imressionismo dove l'arte tende a trasformare i contenuti cosi' come si muta il valore delle forme.L'arte non rappresenta,rivela per segni una realta' che e' al di la' della coscienza.Quelle immagini che traspirano dal profondo dell'essere umano e convergono con i riflessi provenienti dall'esterno,l'osmosi che si crea tra percezione soggettiva e il mondo oggettivo.Da qui il surrealismo che nel segno come rivelazione della realta',esattamente come Mallarme' le parole non valgono tanto per il loro significato lessicale ma per cio' che diventano nel contesto nel loro divenire un tutt'uno. Ma qui siamo soltanto ai primi capitoli di questo straordinario viaggio rappresentato dalla filosofia dell’arte,senza la quale non esiste nulla per l’uomo che la crudelta’ di un mondo tecnologizzato che divora giorno per giorno i sentimenti dal cuore,li distrugge negando alla societa’ moderna quella funzione logica storicizzata del progresso inteso in senso umano e non soltanto industriale. Il benessere di una societa’ passa dalla sua capacita’ di reagire alla negazione dei valori i sentimenti le emozioni. Riscoprire se stessi significa tuffarsi tra i colori quella che per gli impressionisti era la sensazione della realta’ cio’ che questa evocava dentro l’uomo i protagonista assoluta della civilta’. E’ questo cio’ che vorrei raccontare ai nostri figli con il mio libro, cio’ che noi siamo stati,senza altro scopo che regalare anche a loro qualcosa di noi stessi.

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