Sindaco di Roma, ministro del turismo e dello spettacolo, presidente dell’Impregilo, e cito soltanto alcune delle vette raggiunte nella sua brillante carriera di banchiere,imprenditore, politico. Presidente del CONI, presidente della federcalcio, commissario straordinario della stessa federazione, e probabilmente mi sfugge qualche altra carica, sono le poltrone che ha occupate nella sua folgorante carriera di dirigente sportivo, propiziata dalla caduta di Giulio Onesti. Un dilettante puro, non ha mai preteso alcun beneficio dallo sport, tanto da meritarsi la nomina a membro dell’esecutivo del CIO e di rappresentante del baraccone di Rogge nella giunta nazionale del CONI. Come ho detto un brutto carattere, uno che non perdona, pronto a rendere pan per focaccia, che non dimentica le offese. Ne sa qualcosa Lamberto Cardia presidente della Consob in carica. Il dr. Cardia, consigliere della Corte dei Conti, ha presieduto il collegio dei revisori dei conti del CONI, fino al luglio 1983. Nel maggio dello stesso anno, Cardia, insieme a gli altri componenti del collegio, Armando Castana, Roberto Cirocco, Mario Leggeri, Giovanni Ruggeri, firmava la relazione allega al bilancio del CONI del conto consuntivo dell’anno 1982. Il documento nella sua parte conclusiva risultava fortemente critico, pur nel suo linguaggio tecnico, non solo in relazione alla gestione 1982, ma anche a quelle pregresse, coinvolgendo le responsabilità della giunta esecutiva ( ora nazionale) presieduta da Carraro. Non lo avesse mai fatto. Carraro preparò la sua vendetta appena ne ebbe l’occasione. Alla scadenza del mandato, luglio 1983, veniva ricostituito il collegio per il quadriennio 1983/1986 con effetto fino al luglio 1987. Dal nuovo collegio presieduto da Giovanni Sterlicchio era uscito Cardia. Scaduto nuovamente il quadriennio, con decreto emanato il 25 luglio 1987, il ministro del turismo Mario Di Lazzaro ( governo Fanfani) ricostituiva il collegio nel quale ritornava a far parte Cardia. Di lì a poco giorni maturava la vendetta di Carraro. Il 29 luglio 1987 subentrava a Di Lazzaro lo stesso Carraro ( governo Goria). Senza perdere tempo il neo ministro del turismo emanava un nuovo decreto che modifica e sostituiva quello firmato dal suo predecessore revocando la nomina di Cardia a componente del collegio dei revisori dei conti per il quadriennio 1987/1990, fino al luglio 1991. Si sa che il diavolo fa la pentola,non il coperchio. Cardia si opponeva al decreto di Carraro è ricorreva al Tar del Lazio. Con decisione del 22 novembre 1990 , la 3^ sezione, presidente Vincenzo Borea, estensore lo stesso Borea, accoglieva il ricorso di Cardia reinserendolo nel collegio dei revisori. Uno scorno per Carraro, che non credo abbia ancora digerito.
Renato Corsini.
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