La vita delle prostitute di alto livello alle volte si incontra con i desideri sessuali di personaggi il cui ruolo pubblico non consente di rivelarne le imprese o forse sono quei segreti carpiti nell'agenda di un ministro a diventare pericolosi per le escort professioniste.Barbara Fontana aveva un sogno proibito nel cassetto diventare una escort a servizio di Palazzo Grazioli perche' quella e' sempre stato per tutte le scort il punto di arrivo della propria carriera,la vera teutonica reggia del potere mediatico politico sociale.Chi entrava a far parte della schiera delle escort di Corte di Silvio Berlusconi aveva le porte aperte ovunque .Un infinito eserito di belle procaci seduttrici pronte a tutto anche ad immolarsi per il Principe in cerca di moglie Silvio Berlusconi.A Palazzo Grazioli nel corso dell'ultimo ventenno sono entrare centinaia di escort i cui nomi sono noti ai molti,ma non tutte le escort che frequentavano la reggia del piacere,sono conosciute al grande pubblico.Il mistero di questo ventennio del cavaliere Silvio Berlusconi si nasconde tra le pieghe di questi letti dorati, tra una sessione di rimming e una analshock, i segreti italiani sono finiti tra le cosce di queste bellezze nostrane e alle volte come nel caso di Barbara Fontana,rimarranno per sempre inviolati
."Molte volte ho accompagnato, assieme a Gianpaolo Tarantini, ragazze a Palazzo Grazioli". E' avvenuto fra "settembre e ottobre 2008 e marzo e aprile 2009". Parole di Dino Mastromarco, ex fedele autista di Gianpaolo Tarantini, durante la deposizione come testimone al processo 'escort'. Mastromarco ha aggiunto di "non sapere" perché le ragazze andassero nella residenza romana dell'allora premier Silvio Berlusconi e non "mi interessava neppure saperlo". Ha però confermato, chiacchierando con i cronisti al termine della deposizione, che fra l'allora premier Berlusconi e Gianpi Tarantini c'era un "rapporto amichevole".
Il processo sulle 26 donne portate da Tarantini nelle residenze dell'ex Cavaliere affinché si prostituissero è stato rinviato all'8 giugno prossimo. Giorno in cui l'avvocato Ascanio Amenduni, difensore di Massimiliano Verdoscia, ha citato a deporre Berlusconi come imputato in procedimento connesso. L'ex premier, come è suo diritto, ha già fatto sapere che si avvarrà della facoltà di non rispondere. Ma ha l'obbligo di partecipare all'udienza e di avvalersi della facoltà dopo essersi accomodato al banco dei testimoni.
All'udienza dell'8 giugno, inoltre, potrebbe non esserci il pm titolare dell' indagine, Eugenia Pontassuglia, che il 27 maggio prossimo prenderà servizio alla Procura nazionale antimafia. Al momento dell'insediamento sarà chiesto al Csm di applicare Pontassuglia al processo barese, che è ormai alle battute finali. L'altro titolare dell'indagine, Ciro Angelillis, è in servizio dal marzo scorso alla Procura generale della Cassazione. Un destino, quello dell"abbandonò dei pm, che sembra contrassegnare questo procedimento fin dall'inizio: il magistrato che lo aveva istruito, Giuseppe Scelsi, chiese e ottenne il trasferimento dopo i contrasti con l'allora capo dell'ufficio Antonio Laudati (ora alla Dna).
Per la prossima udienza è prevista la citazione degli ultimi testimoni: un ex commercialista delle società di Tarantini, Vito Giordano, oggi assente ingiustificato, per il quale sono stati disposti
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