Procura della repubblica di Roma e' fuori controllo.Decreti di perquisizione con intimidazione da parte del nucleo di polizia giudiziaria.Indagini penali avviate anche verso soggetti estranei ai fatti.
Il caso di un Geie (gruppo europeo di interesse economico- n.d.r. ) con un ingente patrimonio immobiliare, ma indebitato fino al collo, e' scoppiato tra le mani del pm Francesco Saverio Musolino,che ha scatenato la squadra di polizia giudiziaria della procura sulle tracce degli autori di molti reati, tra cui immaginiamo quello di evasione o elusione fiscale ,sottrazione di beni patrimoniali in danno dei creditori del soggetto,che oberato di debiti, ha conferito gli immobili nel Geie.Uno strumento perverso di diritto commerciale europeo,che se utilizzato in maniera diversa dagli scopi delle sue finalita' istitutive (cooperazione transnazionale) diventa un valido ed economico strumento per far volatilizzare ingenti patrimoni immobiliari anche agli occhi del fisco e di eventuali creditori.
Ma non solo, nell'operazione di compravendita del patrimonio immobiliare al Geie, trafficano alcuni intermediari romani, che agiscono al solo scopo di raggirare i potenziali acquirenti e incassare laute provvigioni per la vendita del patrimonio immobiliare.Ma quello che si configura nella dinamica di questo affare e' un vero e proprio raggiro ad opera di una moltitudine di soggetti,che in concorso tra di loro erano intenzionati a frodare i compratori degli immobili,ignari che il Geie fosse in uno stato avanzato di dissesto finanziario,nonche' che il patrimonio conferito fosse privo dei requisiti essenziali ai fini di una legittima identificazione del bene oggetto della compravendita.Ma il Pm Francesco Saverio Musolino,questa volta ha forse preso una cantonata, perche' tra gli indagati risulta un soggetto che non ha mai partecipato ad alcuna operazione di conferimento o di compravendita riferibile al Geie, tantomeno ha partecipato all'orchestrrato imbroglio con false dichiarazioni,che altri operatori professionali,in concorso tra di loro, stavano consumando ai danni dei potenziali acquirenti.Il capo della Procura della Repubblica di Roma dovra' accertare se l'uso dei decreti di perquisizione siano strumenti azionabili indiscriminatamente contro chiunque,sopratutto verso soggetti estranei ai fatti,ma quel che e' peggio con modalita' tipiche delle azioni di ritraccio per la custodia cautelare.Il Procuratore della Repubblica di Roma dovra' accertare se il proprio nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri, agisca nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini, se i metodi utilizzati sono conformi alle modalita' di attuazione di una perquisizione, o al contrario, piu' intesi ad intimidire il soggetto indagato con finalita' diverse da quelle investigative.
CorSera.it dr.Matteo Corsini
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