CorSera.it dr.Matteo Corsini La mia opinione sull'analisi finanziaria e sistemica dell'Italia, pubblicata dal Financial Times .
Referendum gli effetti devastanti corrono in Italia come uno tsunami anticipato,prima del botto finale.L'Italia e' infognata,il sistema bancario ,dopo la bolla immobiliare,non regge,perche' le garanzie su mutui e finanziamenti,sono state prestate sugli immobili, che continuano a scendere di valore da ormai 4 anni,senza soluzione di continuita'.L'uscita dall'euro dell'Italia , ad oggi, sembra diventare la sola exit strategy per un paese ormai in stallo.Quando Bruno Vespa in diretta tv dal palcoscenico di Porta a Porta, parla agli italiani, sostenendo che l'uscita dall'euro comporterebbe una svalutazione della lira del 30% sulla stessa moneta unica,dimentica di informare correttamente i suoi affezionati telespettatori,che tutti noi abbiamo gia' subito la perdita del 50% del valore del patrimonio immobiliare,ben piu' ampio rispetto ai danni sul potere di acquisto della nostra lira, paventati in caso di una nostra uscita dall'euro.
Dunque l'effetto uscita euro e' gia' stato scontato dal principale segmento della nostra economia il real estate.
Quello che si evince oggi e' che non sara' sufficiente la vittoria del SI al referendum per far girare la nostra economia,che soffre per una mancata svalutaione della moneta,un cambio elevatissimo con tutti gli altri paesi,ma sopratutto in assenza di inflazione,un indicatore che potrebbe correggere l'andamento del real estate,facendo rifiatare anche il sistema bancario in generale.L'Italia rischia comunque ,anche dovesse affermarsi il SI in maniera decisa,perche' e' indispensabile che cambi la politica monetaria europea,si affermino una volta per tutti gli eurobond,come garanzia dell'intero sistema di debito dei paesi aderenti all'Unione europea.Non c'e' piu' tempo,i segnali di questa pressione sono devastanti,basti pensare al MPS che continua ad affondare,malgrado il bagno di sangue richiesto agli obbligaionisti che si vedranno convertire i loro risparmi di una vita in azioni del Diavolo.(CorSera.it) dr.Matteo Corsini corsinicase@gmail.com
Inizia male la settimana che precede il referendum sulla Riforma costituzionale. Piazza Affari parte in deciso ribasso con il Montepaschi di Siena subito sospeso nel giorno in cui parte l’offerta per la conversione dei bond subordinati (da oggi è in vigore il raggruppamento di 100 azioni vecchie contro una nuova). Anche le altre Borse europee, Londra compresa, non ballano di gioia. Il nostro listino, però, perde di più. La colpa è dell’incertezza che grava sul paese, in particolar modo sul sistema finanziario che, secondo gli allarmi lanciati anche dal Financial Times, rischia una nuova ondata di forte destabilizzazione se i mercati dovessero prendere male il responso delle urne. In tensione anche lo spread tra Bund e Btp che sfiora i 190 punti per poi ripiegare verso i 187.
L’allarme del Financial Times ha dunque messo ulteriore benzina sul fuoco delle vendite. Per il quotidiano finanziario della City, se vincesse il No al prossimo referendum del 4 dicembre «fino a 8 banche italiane, quelle con più problemi, rischiano di fallire». Ft ha citato funzionari e banchieri di alto livello (che temono le incertezze legate a un governo «tecnico» se Renzi si dimettesse) e incluso nella lista di istituti in difficoltà, oltre a Mps, anche Popolare di Vicenza, Carige, Banca Etruria, CariChieti, Banca delle Marche e CariFerrara.
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