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Roma Virginia Raggi in lacrime durante la messa di Natale nell'Ostello caritas. Vicine le dimissioni?

CorSera.it Walter Sallustri 

Virginia Raggi la sindca in lacrime non ha retto la pressione.Virginia Raggi la sindaca di ferro si è sciolta in lacrime disperate nel corso della messa di Natale all'Ostello della Caritas.La giovane neosindaca al centro di una bufera giudiziaria e mediatica non ha retto alla pressionie  delle ultime settimane.Segno evidente che l'esponente grillino è giunto impreparato a questa missione difficilissima,quella di  reggere la poltrona di Sindaco nella città più corrotta d'Italia.La neo sindaca travolta dagli scandali,dalla persecuzione delle cimici della procura della Repubblica,del caos,la contrapposizone politica e le insidie interne al Movimento 5 Stelle.Virginia Raggi non ce la fa più.Le sue dimissioni sono vicine.

 

E’ un momento un po’ difficile». Poi le lacrime, spontanee. Sincere. La commozione della sindaca Virginia Raggi ha colpito tutti, alla Messa di Natale nell’Ostello della Caritas. Davanti al microfono non c’era più la sindaca allenata a risposte fredde, rapide, qualche volta anche sprezzanti. C’era, è il caso di dirlo, una donna titolare di una carica importantissima e pesante che improvvisamente non è riuscita a costruire un argine ai mille sentimenti che la stavano circondando: la platea dei meno abbienti, cioè quella fascia sociale

che risente sempre di più di una drammatica crisi economica; la mole di preoccupazioni legate a tutti i recenti capitoli anche giudiziari del Campidoglio; un primo bilancio non esaltante da sindaco; la delusione dell’elettorato. Forse, chissà, ci saranno anche questioni private che riguardano solo lei e sulle quali non è giusto indagare. In quel momento, Virginia Raggi non ha saputo fingere ed ha pianto con naturalezza e senza vergogna umana. Era già successo al ministro Elsa Fornero durante il governo Monti, anche lei sottoposta ai tempi a pressioni psicologiche fortissime: se ne parlò per giorni e giorni, speculando sulla sua riforma e traendo conseguenze non sempre corrette. Ma capitò, in diverse occasioni, anche a Silvio Berlusconi, Piero Fassino, Achille Occhetto, persino all’algido George Bush figlio. Sempre in pubblico, sotto i flash e le telecamere, una condizione non esattamente invidiabile. Le lacrime di Virginia Raggi ci ricordano insomma che la condizione umana, e quindi l’inevitabile fragilità, non potrà mai cedere il passo al proprio doppio, cioè al personaggio investito di una responsabilità pubblica. Le due realtà coincidono, indivisibili. E viene da dire: meno male. Si diventa presidenti, ministri, sindaci di Roma. Ma si resta persone, come tante altre comuni e senza nome, che piangono quando l’onda interiore


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