Se si parla di future elezioni a spingere per le urne sono ancora gli elettori M5s e Lega: nel complesso però "diminuisce di 8 punti (da 48% a 40%) la quota di coloro che vorrebbero elezioni il più presto possibile mentre aumenta di 4 punti (da 25% a 29%) quella di chi auspica elezioni a giugno o a settembre, dopo l’approvazione di una nuova legge elettorale e rimane sostanzialmente stabile (16%) l’aspettativa di voto a fine legislatura, nel febbraio 2018. Se un mese fa i sostenitori delle elezioni immediate prevalevano sugli altri per 48% a 41%, oggi gli «attendisti» prevalgono per 44% a 40%".
Su Renzi "la maggioranza relativa degli intervistati (38%) ritiene che l’ex premier sia in difficoltà e per potersi riprendere debba creare alleanze dentro e fuori il Pd; il 30% lo considera un leader sconfitto, senza prospettive politiche mentre il 22% è di parere opposto e ritiene che saprà riprendersi rapidamente dalla sconfitta referendaria e continuerà ad avere un ruolo centrale"
Partiti: nonostante il caso Farage e Ue e le posizioni di Grillo degli ultimi giorni "il M5S fa registrare un aumento (+0,9) negli orientamenti di voto rispetto a dicembre attestandosi al 30,9% e riportandosi in testa sul Pd che si mantiene stabile (30,3%, in flessione di 0,2). L’elettorato pentastellato appare tetragono, insensibile alle vicende che riguardano il Movimento. Il caso europeo, ad esempio, è stato seguito in dettaglio o sui fatti principali dal 45% degli elettori e solo l’8% ritiene che il M5S perderà consenso e non riuscirà a recuperarlo, per il 27% lo recupererà con fatica, mentre il 40% (71% tra gli elettori grillini) non prevede una perdita di consenso (14%) o immagina un recupero a breve, come già avvenuto in passato (26%)". segui su Huffington post.it
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