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La crisi morde ancora l'Italia che non riesce a risollevarsi dalla devastazione della propria economia,ma sopratutto dal collasso del sistema bancario,che non ha retto alle ripercussioni della recessione,poichè era gestito da managers criminali e incapaci.Se immaginiamo la n ostra economia come regolata dalle teorie economiche,ci renderemmo subito conto che gli artifizi contabili non sono stati un argine sufficiente alla recessione,perchè l'economia è fatta di numeri e fatti,semplici ,fattori che spesso sono concatenti gli uni agli altri,nella logica della catena alimentare,dove le attività lavorative sono l'una nell'altra contigue.
Questo è il principio regolatore del negozio pieno e del negozio vuoto,se vi dovesse capitare di passare difronte alle vetrine di un negozio vuoto,desolato,non provereste alcuna motivazione ad entrare,se al contrario vi dovesse capitare di passare difronte alle vetrine di un negozio pieno,magari con la folla accalcata sul marciapiede in attesa di spingervisi dentro,avreste l'sitinto irrefrenabile di entrare per visitare il negozio e cercare di capire quale fosse il prodotto che ha causato tanto successo nel pubblico.Un principio semplice, che ci spiega una regola fondamentale dell'economia,che il mercato alle volte è costituito da sensazioni,gara nella vendita,concorrenza con il nostro IO (se vogliamo Ego profondo), che un buon venditore di pentole, capace di irretire il pubblico che cammina sul suo marcipiede,si lascia indietro tutte le teorie di microeconomia,macroeconomia e marketing strategico.L'economia è costituita da fattori logici,indispensabili come la vetrina di un negozio sul fronte di un marciapiede abbastanza grande da consentire il passaggio pedonale,un flusso continuo di persone che un giorno o l'altro si fermeranno per acquistare qualcosa.
L'economia quella che io definisco "naturale " è esattamente questa,e costituisce la principale risorsa di un paese,quando si svolge su prodotti e termini comprensibili al grande pubblico,ovvero il concetto base del prodotto che si vende è estremamente semplice,dunque avvicinabile.Oggi le automobili si vendono perchè tutti le sanno guidare,cento anni orsono ,l'automobile era un prodotto di elite.Il principio del negozio vuoto o del negozio pieno, ci insegna inoltre, che le relazioni tra produttore e mercato non si fermano al marketing strategico,alla relazione impersonale,ma che hanno bisogno di mischiarsi, essere, diventare qualcosa con gli altri, trovare la forza centrifuga per essere venduti:il consenso di molti altri consumatori,ecco perchè quando i consumatori si accalcano sulle vetrine di un negozio, spingono tutti gli altri ad acquistare.
Questo principio regolatore dell'economia naturale, ci insegna che anche nella relazione tra datotre di lavoro e forza lavoro non esiste la mediazione del curriculum,che la forza primaria è sempre stata la conoscenza diretta del prorio interlocutore,che essere migliori fisicamente,puliti e profumati,ci distinguerà da una persona trasandata,sporca e puzzolente.Se una puzzola dovesse entrare in un negozio pieno,potrebbe far scappare la clientela nel giro di pochi secondi.
I principi regolatori dell'economia sono estremamente captabili dal sistema,ecco perchè non si piegano alle teorie della crisi economica,e sopravvivono sempre,anche nei momenti più difficili.Se un broker finanziario o immobiliare non riesce più a far confluire nel proprio ufficio la clientela,dovrà immancabilmente andarsela a trovare altrove,e dunque inventare l'ufficio mobile,cioè presentarsi dal cliente nel suo luogo di lavoro, strapparlo dalla sua scrivania e condurlo nell'appartamento,negozio,albergo,palazzo che si vuole vendere.
Se vogliamo applicare questa legge al sistema marcoeconomico europeo ,ci accorgeremmo subito che il negozio italiano è sempre più vuoto,le persone che una volta affallovano le vetrine fin dal marciapiede, non ci sono più,attirate negli acquisti da sistemi più organici,meno complicati,che vendono prodotti ad altissima definizione tecnologica.Quei prodotti non destano incertezze,sono ciò che rappresentano,mentre al contrario l'Italia vende se stessa,dunque un paesaggio fisico,territori fatti di acqua,spiagge,montagne, colline e pianure.Non possiamo fare a meno dell'irregolarità del nostro sistema impresa,sebbene anche da noi la tecnologia avanza e ci premia.Ma nel nostro grande acquitrinio,nel nostro negozio,dobbiamo far entrare più persone possibili,altrienti saremo destinati a soffrire di una perenne crisi economica.
Per avvicinare all'Italia i consumatori e i turisti spendaccioni ,dobbiamo rendere più attraente le nostre vetrine e defiscalizzarne i prodotti.Per risollevare il mercato immobiliare devono diminuire le imposte dirette sulle compravendite e sulle locazioni,sopratutto per le imprese, aumentare gli sgravi fiscali,rendere deducibile quasi l'intero costo dell'immobile.Vendere il mattone è primario per l'economia del nostro paese,renderlo appetibile dal punto di vista fiscale,indispensabile per nutrire gli appetiti degli investitori stranieri.
Se continueremo a lasciare il nostro negozio vuoto,le vetrine poco allestite,continueremo ad avere il più alto numero di disoccupati tra i nostri giovani,e assisteremo alla girandola dei curricula, spediti da un ufficio all'altro,senza alcuna speranza di fermarsi sulla scrivania giusta.
Dr.Matteo Corsini
corsinicase@gmail.com
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