I sub della polizia hanno ritrovato nei fondali della baia di Koge anche le gambe della trentenne freelance, scomparsa il 10 agosto mentre era imbarcata sul "Nautilus" dell'inventore danese Peter Madsen, detenuto perché sospettato di omicidio. L'autopsia sul torso, recuperato il 21 agosto, ha già rivelato 14 coltellate. E in un pc nella disponibilità di Madsen video di donne violentate e uccise
Nuovi, macabri sviluppi nella tragedia di Kim Wall, la trentenne giornalista investigativa svedese morta a bordo del sottomarino dell'eccentrico e misantropo inventore danese Peter Madsen. Circa due mesi dopo la scoperta del caso, i sommozzatori della polizia danese hanno trovato, nei fondali della baia di Koge, la testa della reporter uccisa, e in seguito anche le sue gambe. Come si ricorderà infatti Kim Wall, presumibilmente dopo essere stata assassinata, fu tagliata a pezzi.
Madsen è detenuto e indagato con l'accusa di omicidio, profanazione e occultamento di cadavere. Si difende ammettendo che Kim Wall morí a bordo del sottomarino di sua proprietà, da lui costruito, ma negando di averla uccisa e mutilata. "E' morta per un incidente, per un guasto nel sottomarino, quando un elemento portante metallico pesantissimo le è caduto in testa, io ho semplicemente gettato la sua salma in mare", continua a ripetere negli interrogatori.
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