Roma 8 agosto 2019 CorSera.it
Servizi segreti, AISI, AISE, DIS, Presidenza del Consiglio. C'è uno spione dentro casa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, un funzionario dei servizi di intelligence italiano, celato alla sua conoscenza, per via della tecnica di undercover, agente sottocopertura che da anni rovista nella sua vita privata. E' quanto ha denunciato un imprenditore italiano alla Procura della Repubblica di Roma , per via di un sedicente agente dei servizi di informazione, che per sette anni si è celato nella sua vita privata, tramite la relazione con la sua ex compagna da cui era separato da anni. Una relazione che è rimasta misteriosamente nell'ombra, forzatamente segreta, per via delle pratiche di undercover, imposte dall'agente segreto, tal Sergio, alla medesima amante, al fine di proteggere la sua presenza agli occhi dell'imprenditore.
Ma si è trattato soltanto di questo oppure di un piano concordato tra i due amanti al fine di garantirsi il flusso di denari proveniente dall'ex compagno di lei? Sta di fatto che l'agente segreto Sergio, quando si vedeva con la donna, assumeva ogni elemntare tecnica di con trospionaggio, l'obbligava a spostarsi sul marciapiede opposto pur camminando nello stesso senso di marcia. Lo stesso coordinava e gestiva la relazione tra la partner e l' ex compagno, un piano ben organizzato e ordito all'insaputa dell'ignaro cittadino italiano, al solo fine di sfruttare l'immensa ricchezza. I due "amanti segreti" fantasticavano sul valore della pinacoteca privata dell'imprenditore, sul valore dei lussuosi appartamenti che lo stesso aveva intestato alla ex compagna. I due confabulavano anche su come monetizzare quell'ingente ricchezza e come disfarsene nel caso in cui l'imprenditore avesse smesso di garantire un cospicuo flusso di denari alla donna. Una relazione affettiva delineata dalle modalità tipiche delle attività di undercover, propria degli agenti sottocopertura. Un sistema che garantiva all'agente dei servizi segreti, di continuare a procurarsi informazioni sensibili e dati personali del malcapitato imprenditore, un avversario di cui comunque doveva demolirne la reputazione anche agli occhi degli stessi figli. Ci domandiamo per quale uso? L'agente lavorava su indicazioni della sua agenzia di appartenenza o peggio ancora assumeva informazioni riservate, ben sapendo che il suo comportamento fosse illegittimo in violazione di precise regole di rango costituzioniale, in danno della riservatezza di un cittadino italiano ignaro di essere spiato ?
Ma ad un certo punto, l'imprenditore si insospettisce e comincia a spiare lo spione, e scopre la macchinazione realizzata alle sue spalle dai due amanti.La triste vicenda finisce sul tavolo del sostituto procuratore dr. Antonio Clemente della Procura della Repubblica di Roma. Ci domandiamo come mai, un agente qualificato dei servizi di intellligence italiana, abbia intrattenuto una relazione sentimentale segreta con la compagna separata di un imprenditore, senza alcuna plausibile giustificazione? Come mai un agente dei servizi di informazione italiana, garantendosi l'anonimato, ha continuato a rovistare nella vita privata di un cittadino italiano, lo stesso inconsapevole di quella presenza all'ombra della sua vita?
Dove finisce l'attività professionale di un funzionario di una agenzia di intelligence, e dove comincia la linea di demarcazione della privacy di un cittadino italiano, costituzionalmente garantita dal nostro ordinamento? Questi i quesiti a cui sarà tenuta a rispondere la Procura della Repubblica di Roma .(CorSera.it)
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