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CASO DAVID MILLS : UNA SENTENZA SCRITTA CON RABBIA CONTRO L'ERETICO SILVIO BERLUSCONI.

Aquila 19 Maggio 2009 (Corsera.it)

Fonte il Corriere della Sera. MILANO - «È una sentenza semplicemente scandalosa, contraria alla realtà, come sono certamente sicuro sarà accertato in appello per quanto riguarda il signor Mills». In conferenza all'Aquila, Silvio Berlusconi rompe il silenzio, durato una mattinata, sulla sentenza di condanna dell'avvocato inglese David Mills e che lo vede coinvolto. Il premier scandisce la parola «scandalosa» riferendosi a quelle 400 pagine di motivazioni depositate in giornata che hanno portato alla condanna di Mills a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari. Agì «da falso testimone» - si legge nelle motivazioni di condanna -«per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati. Dall'altro lato (Mills) ha contemporaneamente perseguito il proprio vantaggio economico».

«NESSUN VERSAMENTO» - «Ci sarà un appello, ci sarà un altro giudice e io sono sereno. Se c'è un fatto indiscutibile è che non c'è stato alcun versamento di nessuno al signor Mills» si è difeso il premier dall'Aquila. «Durante il processo è stato spiegato chi aveva dato i soldi, è stato individuato il tragitto dei soldi, sono state individuate le azioni fatte da Mills su questi soldi e il fisco inglese ha costretto il signor Mills a pagare imposte, considerando questa entrata un suo compenso professionale. Se fosse stata una donazione, il signor Mills non avrebbe dovuto pagare alcuna imposta. E se questo non vi basta...» ha aggiunto il Cavaliere. Berlusconi ha confermato l'intenzione (già annunciata in mattinata) di riferire in Parlamento sulla vicenda. «In quella sede - ha spiegato il Cavaliere - dirò finalmente quanto da tempo penso a proposito di certa magistratura».

«COSE INVENTATE» - La conferenza nel capoluogo abruzzese è stata una vera e propria occasione di sfogo per il premier, che si è infuriato con la stampa. Sul presidente del Consiglio «sono state scritte cose inventate di sana pianta», ha sottolineato Berlusconi riferendosi al «caso veline» e a Noemi Letizia. Duro scontro tra il premier e la cronista dell'Unità Claudia Fusani. «A questo punto non sarebbe meglio farsi processare?» è stata la domanda della giornalista. Il premier ha risposto alzando moltissimo la voce: «Su questa cosa mi infurio. Lo posso giurare sui miei figli. Non perdo tempo a risponderle. Me ne vado o sennò se ne va lei. Questa cosa mi fa infuriare, è come se mi dicessero che non mi chiamo Silvio Berlusconi».

LA VICENDA - Al centro del procedimento c'è l'accusa secondo cui Berlusconi nel 1997 avrebbe fatto inviare 600.000 dollari a Mills come ricompensa per non aver rivelato in due processi (All Iberian e quello sulla corruzione nella Guardia di Finanza), in qualità di testimone e quindi con l'obbligo di legge di dire il vero e non tacere nulla, le informazioni su due società off- shore usate da Mediaset, secondo la procura, per creare fondi neri. Si legge in un passaggio: «Il fulcro della reticenza di David Mills in ciascuna delle sue deposizioni sta nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società off-shore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti». E poi continua: «David Mills ha ricevuto enormi somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali, da Fininvest e da Silvio Berlusconi, fin dagli anni 1995 - 1996, e quindi da un'epoca anteriore a quella delle sue deposizioni nei procedimenti tenuti a Milano» che vedevano imputato il premier. Dal medesimo procedimento la posizione di Silvio Berlusconi è stata stralciata in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla legittimità del lodo Alfano riguardante le quattro più alte cariche dello Stato. Il dibattimento nei confronti di Berlusconi è quindi stato sospeso.

REAZIONI - Immediate le reazioni politiche. Antonio Di Pietro, ospite su Radio due della trasmissione «28 minuti» condotta da Barbara Palombelli: «Il problema non è Mills, che è un testimone che ha detto il falso, dice la sentenza, il grave è che lo ha fatto per consentire a Silvio Berlusconi, cioè al nostro presidente del Consiglio, e alla Fininvest, il massimo organo di informazione privata, l'impunità dalle accuse o almeno il mantenimento di ingenti profitti realizzati attaverso i compimento di operazioni illecite. La sentenza dice che Berlusconi ha fatto operazioni illecite, ha pagato la corruzione di Mills, e che quindi Berlusconi, se non ci fosse stato il lodo Alfano, sarebbe stato condannato anche lui per questi reati». Poi l'invito a Silvio Berlusconi a rinunciare all’immunità del lodo Alfano e a farsi processare, altrimenti, secondo il leader dell'Idv, dovrebbe dimettersi subito. Il segretario del Pd, Dario Franceschini esorta Berlusconi a dire in Parlamento: «io rinuncio ai privilegi del lodo Alfano e mi sottopongo a un giudizio come tutti i normali cittadini». A Radio Radicale, invece, il deputato del Pdl Giancarlo Lehner commentando le motivazioni della condanna ha detto: «Questa è una condanna a Berlusconi». «Il lessico della sentenza - spiega Lehner - appartiene ad una sentenza della Santa Inquisizione alla quale si ispira il rito ambrosiano quando ci si occupa di Berlusconi o di persone a lui vicine, una sentenza scritta con rabbia contro l'eretico». È come se il giudice avesse condannato Berlusconi per interposta persona? «Certo- risponde Lehner - Questa è una condanna a Berlusconi, tant'è che gran parte della motivazione attiene a Berlusconi e non a Mills. Questa sentenza è l'ennesima vergogna perché è un comizio, non una motivazione che spiega la condanna di Mills ma che attacca in maniera furibonda il nostro premier».


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