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CORSERA CORONAVIRUS RITORNO ALLA LIRA. RISCHIO PENSIONI PER I NOSTRI VECCHI? ADESSO NON SAPPIAMO NEANCHE DOVE SEPPELLIRLI

MILANO 5 APRILE 2020 CORSERA.IT dr.Matteo Corsini 

La situazione non migliora, malgrado i panegirici di Gallera , assessore del welfare della Lombardia. Il numero dei contagiati cresce meno, ma rimane sempre altissimo e pericolosissimo,  anche per via del suo immanente potenziale di moltiplicazione del contagio. Di questo passo, non saremo fuori dalla pandemia prima di cinque o sei mesi. Immaginiamo che ogni settimana, al gigantesco esercito di contagiati, circa 90 mila, si aggiungono 20 mila nuovi Zombie da Covid- 19. Senza lock-down generale, nel giro di dieci giorni, ci ritroveremmo in Italia con oltre 500 mila infettati e poi 2.5 milioni e poi l'intera popolazione. Se i contagiati continuano a crescere, non si può aprire il lock-down o si rischia l'olocausto. Cosa fare allora?

Non si può neanche attendere troppo, e forse in questo momento con l'Italia dalle serrande chiuse, un istantaneo passaggio al doppio corso della moneta, euro lira, si potrebbe tentare, con meno rischi di quelli paventati dagli economisti . In Italia siamo senza reddito, tutti, o quasi tutti. Attività ferme, negozi chiusi, ristoranti sbarrati, bar piombati . L'immenso debito pubblico contratto in larga misura in euro, potrebbe essere convertito in lire per decreto, subendo in proporzione lo stesso destino della Lira, il che potrebbe anche rivelarsi utile. La temuta svalutazione della nostra moneta, che qualcuno ha sempre indicato in una forbice tra il 25% e il 40%, verrebbe assorbita di colpo dalla recessione economica, e sarebbe meno pesante, dal momento che anche l'euro nei prossimi mesi sarà soggetto ad una pesante svalutazione tra il  10% e 15% . Tanto più denaro verrà immesso nel sistema finanziario, tanto più l'euro si svaluterà. Il suo potere di acquisto diminuirà, così come i valore dei beni durevoli, e quelli del consumo al dettaglio. Ma questo non è neanche detto, in un momento in cui i prezzi del petrolio continuano a scendere.

Quindi ? Se possiamo contare su una finestra di 30/60 o anche 90 giorni, come ormai appare scontato, forse riuscirermmo a far passare l'intero treno Italia, con tutti i suoi 21 vagoni,  fuori dalla moneta unica, prima che la recessione chiuda i pesanti cancelli davanti a noi. A quel punto, con Mario Draghi, saldamente a capo della Banca d'italia , forse il ritorno dell'Italia potrebbe rivelarsi una carta vincente, con un rimbalzo storico del corso economico. I nostri prodotti riprenderebbero la strada verso il mondo intero, costando anche meno, potremmo vincere tutte le sfide competitive, dall'auto, alla filiera manufatturiera, a quella alimentare. I nostri prodotti sono tra i migliori al mondo, della migliore qualità , eppure da anni subiamo la concorrenza di nazioni che producono qualità mediocre. Il nostro olio compete con quello tunisino? Il latte delle nostre bovine con quello dei portoghesi? Le nostre auto con quelle francesi? I nostri vestiti con gli stracci indiani? 

Siamo fermi da oltre 15 anni, il Bel Paese si è inaridito, non girano soldi, ogni crisi dobbiamo subirla costretti a mendicare in Europa un aiuto. Basta, direi di dire basta. Noi siamo italiani, abbiamo i prodotti migliori del mondo, siamo diventati schiavi di un sistema eurocentristico, in cui Germani e Francia si dividono gli utili. Prima erano dietro di noi, entrambi. Adesso noi dobbiamo chiedere a loro cosa fare o come agire. Io dico basta. Salviamo il popolo italiano. Dimostriamo chi siamo. Lo hanno fatto gli inglesi, facciamolo anche noi. Noi Siamo Italiani. 

L'uscita dall'euro ci è sempre stata raccontata come un fatto traumatico costituendo un rischio altissimo del potere di acquisto della Lira. Il ritornello è sempre stato che le pensioni dei nostri vecchi non sarebbero più state sufficienti a sfamarli. Adesso non possiamo piangerli in punto di morte,dare loro un funerale degno e non sappiamo dove seppellirli. 

Usciamo. Daremo da mangiare ai nostri vecchi, almeno sapremo dove andarli a piangere. 

CorSera.it 


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