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CORSERA VIRGINIA RAGGI GLI AFFARI D'ORO A CINQUE STELLE. LA FAVOLOSA BANDA DEL BUCO, DA DIOR A VALENTINO, DA GIVENCHY A CARTIER

ROMA 19 APRILE 2020 CORSERA.IT 

CorSera.it Copyright Premesso che con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 36 del 6 febbraio 2006 è stato approvato il nuovo testo della "Disciplina di tutela e riqualificazione delle attività commerciali nel perimetro della Città Storica";Che con Deliberazioni del Consiglio Comunale n. 65 del 23 aprile 2007 e n. 86 del 7/8 ottobre 2009 sono state apportate modifiche alla Deliberazione C.C. n. 36/2006;Che successivamente all'adozione delle Deliberazioni C.C. n. 36/2006 e n. 65/2007sono state approvate dal Consiglio Comunale la Deliberazione n. 10 del 5 febbraio 2009
inerente la disciplina delle attività commerciali e artigianali nel rione Esquilino ed aree adiacenti e la Deliberazione n. 35 del 16 marzo 2010 recante la disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande che ha abrogato le disposizioni contenute nelle Deliberazioni C.C. n. 36/2006 e n. 86/2009 per la parte relativa a tali attività;Preso atto che il Centro Storico di Roma, per il suo pregio e l'unicità del patrimonio monumentale e artistico, è stato riconosciuto Sito Unesco, con la Convenzione sul Patrimonio dell'Umanità adottata dalla Conferenza Generale dell'Unesco di Parigi nel 1972 .

ROMA scempio, abusi e sciacallaggio al centro storico.Sembra di essere tornati al periodo in cui la famiglia di nomadi Tredicine, imperversava per la città, legato a catena l'intero corpo della Polizia di Roma Capitale.Ma qui andiamo ancora peggio. Abusi edilizi perforazioni delle mura portanti dei palazzi vincolati dalla Sovrintendenza Capitolina. Buchi, come fosse passata la banda del buco. Sono le grandi griffe della moda italiana e internazionale che si nutron o come virus, dei palazzi di pregio architettonico nella città di Roma.

Le famiglia sono le solite, gli Ascarelli in prima fila con palazzo sulla Piazza affaccio sulla scalinata, Dior conduttore al piano negozi e al primo piano. Un buco dorato che passa da Via dei Condotti a Piazza di Spagna, dopo aver demolito le pareti portanti di due palazzi, non uno, due. Scempi architettonici, superfici ad uso commerciale realizzate violando norme e regolamenti anche di natura costruttiva e sismica. Poi dicono che a Roma crollano i palazzi. Ma basta guardarsi in giro per capire le dimensioni dello scempio. La Maison Valentino, per realizzare la boutique romana, è stato sventrato un intero stabile, create scale dal piano commerciale al primo piano, quando al centro storico, tessuti medievali, non si possono aumentare le superficie degli immobili con l'uso di connettori vertificali. E che dire di Cartier a Via dei Condotti, sventrati i due negozi originari, fatte le scale , mancano le piscine. Da quelle parti bazzica un certo Piperno.Ma se giriamo a Via dei Condotti, finiremo in braccio ai fratelli maori Principi Caffarelli, che danno alloggio a Henry Winston per circa 900mq e poi Hermes, e adesso anche Pomellato. Superfici commerciali da 800 mq che non esistevano nei progetti originari dei palazzi, e non so con quale titolo abilitativo abbiamo realizzato i supermarket della moda senza passare per le consuete autorizzazioni della Soprinitendenza Capitolina. Mi domando chi ha autorizzato lo scempio di palazzi così importanti? Nel corso della amministrazione di Virginia Raggi, si moltiplicano operazioni edilizie su palazzi del centro storico, oggetto di vincoli della Soprintendenza. Palazzi sventrati letteralmente, buchi come formaggio groviera, in violazione delle normarmative di tutela comunali ed urbanistiche, consumate tra le pareti di quanto è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco.Dior, come voi sapete il negozio gira l'angolo da Via dei Condotti, fino al fronte Piazza di Spagna, adesso al primo piano hanno bucato da un palazzo all'altro,entrando nella proprietà Ascarelli. Si poteva fare ? Furla in Piazz di Spagna, dal palazzo vincolato accanto alle scalinate , anche sede di Babington's, per passare da Givency a Via del Babuino in uno degli immobili di Victor Fadlum della Finleonardo immobiliare. Scempi incredibili, passati sotto il naso della sindaca Virginia Raggi. Affari milioniari per i proprietari della mura, e per le imprese della moda, che pur di vendere non rinunciano a distruggere il patrimonio architettonico e monumentale della città di Roma.

 

Ritenuto che il complessivo e attuale quadro normativo, con particolare riferimento alle recenti modifiche all'art. 31, comma 2 del D.L. n. 201/2011, introdotte dalla Legge n. 98/2013, prevede che le Regioni e gli Enti Locali nell'adeguamento dei propri ordinamenti alle prescrizioni dettate in materia di liberalizzazione delle attività economiche possano individuare "... senza discriminazioni tra gli operatori, anche aree interdette agli esercizi commerciali, ovvero limitazioni ad aree dove possano insediarsi attività produttive e commerciali"; Che si è proceduto ad un nuovo approccio alla disciplina di tutela e di riqualificazione delle attività commerciali e artigianali attraverso: - un'analisi statistica dei dati relativi alle attività alimentari e non alimentari che operano sul territorio, come descritta nella Relazione esibita in atti; - un'articolazione della suddetta disciplina secondo la logica dei cerchi concentrici con la previsione di tre ambiti territoriali d'intervento; - un'armonizzazione della stessa con l'attuale disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande di cui alla Deliberazione C.C. n. 35/2010; Che, in particolare, secondo la logica suddetta si passa da un ambito più ampio - Città Storica (tessuti da T7 a T10) - caratterizzato da disposizioni specifiche ma non troppo limitative, ad un ambito intermedio - Città Storica (tessuti da T1 a T6) - con una regolamentazione più rigida - e ad uno più ristretto - Sito Unesco e Rioni che ricadono anche parzialmente nello stesso - ove sono previste prescrizioni ancor più stringenti, volte a garantire la qualità dell'offerta nel settore alimentare, e comprensive dei divieti di nuove aperture in tale settore a causa del superamento delle soglie di saturazione così come determinate a seguito dell'analisi dei dati di cui alla Relazione sopra citata; Che tale impostazione è finalizzata a conciliare le esigenze di sviluppo del tessuto economico della Città Storica con quelle di tutela del decoro nelle aree di maggior pregio, alcune delle quali attualmente caratterizzate da un diffuso degrado dovuto anche alla scarsa qualità offerta dalle attività commerciali e artigianali della tipologia alimentare; Che, al fine di contemperare i vari interessi pubblici e privati coinvolti, occorre prevedere un incremento del numero di attività tutelate, una ridefinizione delle stesse nonché la riduzione a tre anni del periodo di inattività necessaria per la decadenza dal vincolo concernente le attività tutelate, rendendo più flessibile il meccanismo di tutela rispetto alle esigenze del mercato; Che è opportuno aggiungere al novero delle attività ritenute incompatibili con le esigenze di tutela dei valori ambientali e urbanistici della Città Storica (tessuti da T1 a T6) gli impianti di autolavaggi, in conformità con quanto già stabilito dall'Amministrazione Capitolina con circolare prot. QHAR/44795 del 22 giugno 2015, e la vendita di oggetti ricordo ad eccezione di quelli che riproducono monumenti, località, personaggi storici e opere d'arte rappresentativi alla Città di Roma e sempre che non raffigurino immagini contrarie alla pubblica decenza; Che è altresì opportuno ritenere incompatibili con le esigenze di tutela dei valori ambientali e urbanistici del Sito Unesco le attività di preparazione e vendita di prodotti di friggitoria, le lavanderie self-service con capacità complessiva superiore ai 100 Kg, la vendita effettuata mediante apparecchi automatici di cui all'art. 17 D.lgs. n. 114/98 e s.m.i., gli esercizi che effettuano l'acquisto di oro usato e la vendita dello stesso e i centri massaggi non abbinati ad altra attività autorizzata di estetica o che non siano in possesso di specifica attestazione di competenza professionale; Che, allo scopo di garantire la più ampia efficacia alle finalità di tutela e di riqualificazione del territorio perseguite dalla suddetta disciplina, è infine necessario prevedere 3 che le attività commerciali e artigianali già operanti sul territorio del Sito Unesco si adeguino alle prescrizioni dettate per lo stesso entro dodici mesi dall'entrata in vigore del Regolamento e che il divieto di apertura di nuove attività del settore alimentare nel Sito Unesco permanga per un periodo di tre anni a decorrere dalla medesima data; Valutato che è pertanto necessario regolamentare, con particolare riguardo al Sito Unesco, l'insediamento di nuove attività commerciali e artigianali del settore alimentare, al fine sia di preservare le connotazioni tradizionali della rete distributiva commerciale e artigianale presente nella Città Storica, sia di garantire e di incrementare la qualità dell'offerta commerciale anche tramite l'individuazione delle modalità di esercizio del suddetto "consumo sul posto"; Dato atto che nelle riunioni dell'11 aprile e del 21 giugno 2017 la bozza del nuovo Regolamento inerente la disciplina delle attività commerciali e artigianali presenti sul territorio della Città Storica è stata presentata alle principali Associazioni di categoria del settore ed alle Associazioni dei cittadini/residenti nelle riunioni svolte in data 7 marzo e 21 giugno 2017; Che la nuova disciplina regolamentare è stata elaborata anche a seguito di un processo di analisi di impatto della regolamentazione (AIR) effettuata secondo i criteri previsti dal D.P.C.M. n. 170/2008 ed esibita in atti; Visto il D. Lgs. n. 114/1998 e smi; Vista la L.R. Lazio n. 33/1999 e smi; Vista la Deliberazione Consiglio Regionale 6 novembre 2002 n. 131 - Documento programmatico per l'insediamento delle attività commerciali su aree private; Visto il D.L. 04 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni dalla Legge 4 agosto 2006 n. 248; Vista la L. n. 98/2013; Vista la L.R. Lazio n. 3/2015; Richiamate le Risoluzioni del Ministero dello Sviluppo Economico n. 230596 del1'8.11.2012 e n. 75893 dell'8.5.2013; Visto lo Statuto di Roma Capitale, approvato con Deliberazione dell'Assemblea Capitolina n. 8/2013; Che in data 5 maggio 2017 il Dirigente del Dipartimento Sviluppo Economico Attività Produttive e Agricoltura, quale responsabile del Servizio - ha espresso il parere che di seguito integralmente si riporta: "Ai sensi e per gli effetti dell'art. 49 del T.U.E.L. si esprime parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica della proposta di deliberazione indicata in oggetto". Il Dirigente F.to: Paola Sbriccoli"; Preso atto che, in data 5 maggio 2017 il Direttore del Dipartimento, ha attestato - ai sensi dell'art. 28, c. 1, lett. i) e j), del Regolamento degli Uffici e Servizi, come da dichiarazione in atti - la coerenza della proposta di deliberazione in oggetto con i documenti di programmazione dell'Amministrazione, approvandola in ordine alle scelte aventi rilevanti ambiti di discrezionalità tecnica con impatto generale sulla funzione dipartimentale e sull'impiego delle risorse che essa comporta. Il Direttore F.to: Luigi Maggio";

 

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