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CORSERA SILVIA ROMANO SINDROME DI STOCCOLMA E SESSO OGNI GIORNO PER SALVARSI LA VITA

NAIROBI 11 MAGGIO 2020 CORSERAT.IT by ERIC DANDEY 

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" Sono stata forte, ho resistito". Silvia Romano ce l'ha fatta ad uscire fuori dall'Inferno in cui era finita. Una grande combattente, un'eroina, una italiana capace di resistere al destino avverso pur di riportare a casa  la pelle. Il senso della tragedia umana è in quelle parole, nel gesto della mano che accarezza più volte l'addome, ferito dalle violenze subite nel corso di 18 mesi. Forse nessuno ha capito la forza di questa ragazza, che torna con il sorriso tra le labbra, il volto sorridente, da regalare ai genitori e all'Italia intera. Ma le cose non sono come sembrano, la prigionia non è stata rosa e fiori, ma come lei stessa ha fatto capire, una sfida tra la morte e la vita. Silvia Romano non aveva altra scelta che convertirsi, far capire ai suoi carcieri che aveva intenzione di ubbidire, convinta di quella scelta. Silvia Romano ha pianto per un mese intero, tenuta nascosta, incatenata e seviziata ripetutamente giorno dopo giorno. Se il mondo civilizzato vuole conoscere la verità, inutile dirlo che dietro il vestito verde, si cela la storia di una tragedia disumana,fatta di violenza raccapricciante. Chi la insulta per la conversione all'Islam, non ha capito cosa ha dovuto sopportare Silvia Romano, da sola, schiacciata con il viso sulla nuda terra. Mesi di solitudine, di spostamenti, senza ritorno e di asprezza emotiva. Quella condizione orribile era il suo unico stato possibile di sopravvivenza, il solo sentiero dove infilarsi per dare forza alla speranza. Silvia non ha avuto scelta, e non ha mai inteso fare resistenza a chi fin da subito doveva dimostrare rispetto. Nessuna esitazione dunque, per Silvia Romano, la vita era appesa ad un filo tenuissimo, quello della buona condotta, della accondiscendenza. L'esperienza, la  conoscenza della gente del luogo l'hanno messa in salvo, fin da subito. Silvia Romano è sopravissuta ad una morte certa. E' stata forte, resistente, malgrado abbia dovuto soccombere ai comandi dei suoi carcierieri. E' anche riuscita ad ingannarli, ad eliminare dentro la loro testa qualsiasi dubbio. Ha usato ogni arma possibile, sopratutto quella seduttiva.Ha usato se stessa e il proprio corpo per disfarsi del nemico, renderlo innocuo, o non ce l'avrebbe mai fatta. Nella sua mente c'era il ritorno, la famiglia, l'Italia. Cerchiamo di vedere questo oltre il mantello verde, il sorriso, gli occhi spalancati dalla felicità, di una ragazza tornata da un luogo impossibile.

 

CorSera.it  

 

Silvia Romano, la cooperante milanese di 24 anni rapita in Kenya nel 2018 e liberata due giorni fa, è arrivata a casa sua in via Casoretto a Milano. Con lei ci sono la mamma e la sorella. "Rispettate questo momento": sono le uniche parole pronunciate da Silvia Romano al suo rientro a casa a Milano dopo 18 mesi di prigionia, rispondendo a chi le domandava se tornerà in Kenya.

Intanto la Procura di Roma, che indaga sul rapimento della volontaria Silvia Romano, che ha confermato di essersi convertita all'Islam e di chiamarsi Aisha, è in attesa di una risposta dalle autorità somale alle quali è stata inviata una rogatoria per sollecitare la collaborazione nelle indagini. La rogatoria servirà a fare luce sulla prigionia della Romano, durata 18 mesi, e che ha visto la ragazza spostata in quattro covi, tutti in villaggi e raggiunti a piedi.

E' rimasto nelle mani dei rapitori il diario su cui Silvia Romano descriveva i giorni della sua prigionia in Somalia. In base agli elementi forniti dalla giovane nel corso del colloquio con gli inquirenti, durato oltre 4 ore, la ragazza e' stata tenuta in ostaggio sempre dallo stesso gruppo terroristico islamista Al Shabaab dopo essere stata ceduta dal commando armato formato da otto persone che l'aveva prelevata in un centro commerciale in Kenia nel novembre del 2018.

"Silvia è una giovane ragazza che ha vissuto 18 mesi da prigioniera. Prima in Kenya. Poi in Somalia. A soli 23 anni. Grazie all'impegno di donne e uomini dello Stato oggi è nuovamente in Italia, tra le braccia della sua famiglia.  E questa è l'unica cosa che conta. Quell'abbraccio intenso, infinito, vero, emozionante di Silvia con il padre, la madre e la sorella ha commosso tutti. Silvia è viva, sta bene. Adesso, per favore, un po' di rispetto". Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, postando le foto di Silvia Romano che abbraccia i genitori. Questa mattina fonti della Farnesina hanno smentito quanto riportato da alcuni organi di stampa, secondo cui l'annuncio della liberazione di Silvia Romano avrebbe sollevato uno scontro tra il ministero degli Affari Esteri e la Presidenza del Consiglio. "La nostra convinzione è che a prevalere sia sempre lo spirito di squadra", chiosano le stesse fonti.


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