ROMA 10 GIUGNO 2020 CORSERA.IT
Economia . Giuseppe Conte e gli stati generali. Meeting istituzionale pensato per dare risposte concrete al prossimo difficile futuro dell'Italia, quello degli Stati Generali, assume il ruolo di un palcoscenico di secondo piano, in cui misurarsi con programmi che fino adesso non hanno concretamente orientato la direzione del governo italiano. Al contrario, alcuni dei maggiori fondi di investimento mondiali, hanno deciso di staccare la spina, chiamarsi fuori dal mercato italiano e attendere, quello che prevedono sarà un disastro del nostro debito, con effetto domino su quello europeo e proseguendo sull'economia americana. Difficile capire quale potrà essere lo scenario a medio termini della struttura finanziaria europea, ma se tra i grandi fondi qualcuno annusa aria di bruciato, sarà meglio prepararsi al peggio. Il settore immobiliare in queste ore sta scivolando verso il basso, ma forse sarà l'unica resiliente forma di investimento all'uragano in arrivo. Quella degli Stati Generali, appare come l'ultimo banchetto della Repubblica di Salò, di pasoliniana memoria, la celebrazione di un disastro nazionale senza eguali.Sull'altro versante nulla di buono, i tre leader dell'opposizione , Meloni, Salvini e Tajani, appaiono come Qui Quo e Qua alle prese con Zio Paperone. Questa crisi spazzerà via il trio dei nipotini ribelli, con poca fantasia, rigore e cervello.
Promette un "piano concreto" per "correre", il premier Giuseppe Conte. E prova a sminare gli stati generali, dopo gli attriti nella maggioranza: nega di volersi creare un partito, parla di "condivisione", invita Vittorio Colao ma derubrica a "buono" il suo lavoro e dice che le critiche "ci stanno". Ma la kermesse parte azzoppata: si inizia sabato e non venerdì perché Silvio Berlusconi non riesce a convincere Matteo Salvini e Giorgia Meloni a partecipare, l'opposizione reputa la sede "non istituzionale" e respinge l'invito. "Si convinceranno che Villa Pamphili è una sede istituzionale", ribatte il premier, persuaso che il forfait sia per l'opposizione difficilmente sostenibile. Ma il dossier ripartenza è assai complesso da dipanare. E da Pd e M5s già parte il pressing per un nuovo decreto in deficit, entro gli inizi di luglio, da almeno 10 miliardi per dare sostegno a settori come scuola, comuni, pmi. "Dobbiamo essere pronti a intervenire", ammette il premier. Il ministro dell'economia Roberto Gualtieri spiega che bisognerà aumentare le risorse al fondo di garanzia sui prestiti e promette cassa integrazione "finchè serve: venerdì ci aspettiamo che gli arretrati vengano pagati". In maggioranza già si discute del possibile nuovo scostamento di bilancio per fare un nuovo decreto in deficit.A chi dal centrodestra lo accusa di fare passerelle, Conte replica: "Con i ministri e i capigruppo di maggioranza, che vedrò nelle prossime ore, prepariamo proposte concrete e condivise. A livello europeo hanno molto apprezzato la predisposizione a elaborare il piano e il fatto che ci siamo messi subito al lavoro per progetti che fanno bene e che ci faranno correre". Si va dal reshoring di competenza del ministro dello Sviluppo economico, a una sorta di business school pubblica proposta dalla ministra della P.a.. Troveranno spazio anche alcune idee della task force di Colao, che lunedì mattina aprirà i tavoli di lavoro illustrando il suo piano: "Ha fatto un buon lavoro, alcune critiche sono normali", dichiara Conte. E annuncia per sabato una giornata di confronto con gli interlocutori internazionali, sulle sfide economiche in un contesto più ampio: gli ospiti vanno da Christine Lagarde (Bce) a Cristalina Georgieva (Fmi), da Ursula Von Der Leyen e Paolo Gentiloni (Commissione), a David Sassoli (Parlamento Ue).
Potrebbe esserci anche Visco.
Quanto all'opposizione, Fdi, Lega e Fi avrebbero dovuto essere accolti a Villa Pamphili venerdì pomeriggio e invece, in un vertice, scelgono come linea comune di non partecipare.
"Colgo l'occasione per ringraziare Vittorio Colao e la sua task force che ha fatto un ottimo lavoro".Lo ha detto il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. "Ci sono moltissime buone proposte" e "adesso tutti nel governo lo stanno studiando", ha detto Gualtieri. "Questo governo è contrario e non farà mai condoni"; ha aggiunto Gualtieri. "La voluntary disclosure è una cosa diversa ed è un'opzione seria su cui si può lavorare".
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