Roma 19 agosto 2020 CorSera.it di Matteo Corsini editore
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Il NO del Tar alla riapertura delle discoteche, spinge l'Italia nel baratro di un nuovo proibizionismo. Dopo il lockdown, la ripresa del contagio pandemico da Covid-19, il Governo italiano non ha saputo fare di meglio che chiudere le discoteche, dando l'ultima spallata all'economia italiana e contemporaneamente gettarla nel baratro del proibizionismo ovvero nella clandestinità. L'economia prossima ventura, sarà dunque quella clandestina, locali e luoghi di ritrovo clandestini alla Cotton Club, per consentire agli italiani di vedersi, bere e fare incontri sociali. Ci domandiamo come sarà questa nuova Italia che dovrà ad ogni costo adattarsi alle restrizioni regolamentari, utili sotto il profilo saniatario ma letali sotto quello economico finanziario. I b usiness clandestini torneranno a prevalere su quelli ufficiali, le organizzazioni criminali continueranno ad avere la strada spianata. In Italia torna il proibizionismo, tanti nuovi Al Capone, metteranno radici per nuovi business e affari clandestini. Si comincia con le discoteche, ma poi arriverà la scuola, i diplomi facili, le lauree aggiustate. L'economia italiana si muoverà nelle mani degli speculatori più spregiudicati, ma d'altronde senza un serio programma di interventi sull'economia, il popolo italiano dovrà adattarsi, trovare vie di fuga, e quella della clandestinità vale doppio, perchè si sottrae anche agli occhi indiscreti del fisco.
Si prefigura un difficile momento di crisi, sopratutto nel medio periodo, che probabilmente finirà di coinvolgere il sistema scolastico italiano e sopratutto quello internazionale con sede nel bel Paese. Le scuole internazionali, sopratutto le piccole università anglosassoni, rischiano di chiudere in Italia. Il ridimensionamento dell'insegnamento pubblico, andrà tutto a favore delle grandi organizzazioni universitarie telematiche esistenti nel nostro paese. Parliamo di Unipegaso,Unimarconi,Cusano e tante altre, che dispongono di piattaforme digitalizzate in grado di assorbire la richiesta di formazione on line. Come anticipato da queste pagine, sarebbe stato necessario finanziarie le università telematiche, per sfruttare le loro piattaforme e garantire ad ogni studente italiano, una adeguata formazione anche a distanza. Nessuno ci ha ascoltato, vedremo come andrà a finire la partita della scuola italiana. Un altro disastro?
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