Spa 30 agosto 2020 CorSera.it dr.Matteo Corsini ( Fondatore e direttore scientifico Enciclopedia Universale delle Scienze Giuridiche )
Le Ferrari domani scenderanno in pista con 136 cavalli in più, gli eroi italiani di Marcinelle. Comunque vada, le Ferrari correranno anche in loro memoria. Quei minatori spingeranno i motori del cavallino rampante alla vittoria, io ne sono sicuro.
La Ferrari è un mito che si rinnova, quando tutto diventa buio e difficile, le vittore si allontanano e sono impossibili. E' il mito antico dei Fangio degli Ascari dei Niki Lauda e degli Schumacher. Quando tutto sembra compromesso, ogni curva diventa alta come una montagna e i rettilinei lunghi come deserti infuocati, ecco che il mito torna ad esistere, a calcare le scene, a palpitare con i suoi tifosi nei box e nelle piste. Ecco che lo spirito dei padri, la forza della creatività, del coraggio, ruggiscono nei piloti, nei meccanici, nel direttore di corsa e nel grande Drake. La Ferrari non è una automobile, la Ferrari è una leggenda vestita di rosso, che entra dentro di noi, cola come piombo fuso, si attanaglia, ci fa sognare. Niente esiste in Formula Uno, senza la Ferrari.
Le vittorie e le pole position di Hamilton non contano niente, si perdono nel frastuono delle urla, ma non sono riconoscibili, non sono cuore, non sono avventura, non sono desiderio, non sono nulla aldilà di un puro fatto meccanico che si ripete nella noia. Quando ti avvicini ad una Ferrari che ruggisce male, che sbanda in curva, senti dentro il respiro dei grandi campioni che hanno avuto l'onore di guidarla, di vivere dentro di lei, di soffrirci dentro, di tenere duro fino all'ultima curva e anche di morire per lei. La Ferrari domina i sogni proprio quando entra in difficoltà, diventa come noi, umana, piena di problemi , sbatte, rallenta, deve darci dentro davvero per finire la giornata. Ma dentro quel cuore batte la magia che l'ha resa vincente, credere nella vittoria oltre ogni limite, anche quando tutto sembra perduto.
Quindi, grazie Ferrari se stai indietro, grazie dei sorrisi dei piloti che domani sanno di dover combattere una lotta impari, come gli spartani alle Termopili. Ma anche quando un mito perde, combattendo con onore, poi diventa leggenda e tutti si ricordano di qualcosa di incredibile vissuto insieme. Le vittorie in Formula Uno non hanno valore, non sanno di nulla, se non arrivano dopo aver battuto una Ferrari competitiva. In Belgio partiremo da dietro, dal fondo delle miniere, dove tanti italiani hanno vissuto e lavorato per dare benessere ai propri famigliari. Ebbene, nel sogno della vittoria, nella storia del mito, noi partiamo da la, dalle miniere degli italiani, da Marcinelle.Basterà un sussulto, una curva presa meglio, un rettilineo di fuoco per tornare a vincere e far battere il cuore rosso di tutti i tifosi.Le Ferrari si affidano alla bravura e al cuore dei piloti, al miracolo del fato, delle prodezze che vincono sulla meccanica. Questo è esattamente il mito Ferrari, che onora nel suo pantheon eroi di ogni tempo come Fangio, Ascari, Niki Lauda, Micheal Schumacher. Loro sono e saranno sempre degli eroi e domani saranno con noi. Domani vinceremo contro ogni pronostico. Domani vincerà la Ferrari, vinceranno i piloti, vinceranno i meccanici.
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Ovviamente la Ferrari spera che in gara possa accadere qualcosa di buono, ma per i miracoli Leclerc e Vettel non sono attrezzati. Tra l’altro i due sono finiti al centro delle polemiche per essere statibeccati mentre ridevano al termine delle qualifiche: sbagliato prendersela con loro, molto probabilmente quelli erano sorrisi di frustrazione che significavano “più di così, noi proprio non possiamo fare”. Intanto da Mattia Binotto arrivano le solite dichiarazioni di routine: “Situazione difficile, non siamo contenti. C’è qualcosa che ci sta sfuggendo in questo weekend, spero che i tecnici lo capiranno. Serve pazienza, stiamo costruendo per il futuro e concentrati sul 2021 e 2022”. Ma intanto questa stagione è una disfatta senza precedenti.
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