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CORSERA OMICIDIO TIZIANA CANTONE IL GIOCO DI SPECCHI DEI VIDEO HARD LANCIATI IN RETE COME PER UN GIOCO ALLA ROULETTE RUSSA .CHI E' L'ASSASSINO?

Napoli 3 giugno 2021 CorSera.it by  Greta Scacchi

Tiziana Cantone si è suicidata con un foulard oppure quel gioco estremo dei video porno inviati ai suoi amici della rete si è trasformato nel gioco di specchi per un omicidio perfetto? 
Tiziana Cantone per sua stessa ammissione aveva girato quei video hard, dice con uno dei suoi fidanzati, tal Sergio Di Palo , che risulta estraneo alla vicenda, ha un alibi di ferro. Ma quanti sono le relazioni sessuali che Tiziana Cantone aveva intessuto nel corso della sua vita? E quante volte si erano accese e poi spente ? Tiziana, nessun altro, lanciava in rete quei video, nelel chat con i suoi complici amanti, del gioco di specchi, in cui la giovana ragazza si è infilata come in un gioco alla roulette russa, dove ad ogni giro, può sorprenderti la morte. Giocare con se stessa, il sesso, il video, insieme a diversi  soggetti, può significare cadere in una trappola, di qualcuno che non aveva alcuna intenzione di giocare o di divertirsi, ma di prenderla ed ucciderla.

Tiziana Cantone è forse finita in un buco nero, una voragine che si è aperta nella sua vita di donna seducente, nel gioco del sesso e della passione, se vogliamo alle volte anche brutale. Il sesso diverte, ma a qualcuno può far male. Tiziana Cantone aveva forse un amante che nel corso del tempo aveva cominciato a provare gelosia per tanta spigliatezza nel gioco del frame sessuale ? D'altronde lo ha dichiarato anche la madre in televisione " se un uomo fa molti scalpi, nessuno lo critica, se una donna fa molte conquiste diventa puttana " . Quanti e chi sono gli amanti di Tiziana Cantone e chi tra loro si conosceva o sapeva delle relazioni " multiple " ? Tiziana Cantone sembra affermare se stessa come donna nel gioco erotico dei video hard , uno strumento per conquistare le sue prede, per attirarle a se, per passione o per interesse economico. Qualcuno di questi soggetti era ricattato ? Qualcuno era finito nella rete dei video e ha deciso di screditarla lanciando in rete, frame di un gioco privato, riservato ma pericoloso. Tiziana avrebbe dovuto intuirlo e fuggirne via. Ma forse lei stessa era attratta dalla sfida del gioco, dalla luce e dalle ombre di relazioni segrete, con personaggi sconosciuti, che potevano darle gioia, piacere o forse anche dolore. Tiziana Cantone ha sfidato l'ignoto, come fanno gli avventurieri del sesso sfrenato. La rete offre anche questo. Si può star dietro ad un schermo ad ascoltare il respiro della preda che ansima prima di piacere e poi di terrore. Tiziana Cantone è stata ammazzata da uno dei suoi tanti interlocutori, che si è trasformato in belva, forse per gelosia o per piacere. Un killer, un predatore seriale. Uno stalker che gira nella rete, occultato da mille identità, ma pronto a colpire se una ragazza intende sfidarlo. 

 

La ricostruzione della vicenda. 

Il 13 settembre 2016 Tiziana Cantone, 31enne di Mugnano in provincia di Napoli, viene trovata impiccata nella cantina della casa della zia. Subito si parla di suicidio: Tiziana si sarebbe uccisa legandosi al collo un foulard di pashmina. Dietro il gesto, la vergogna e la disperazione della giovane donna per la diffusione di alcuni suoi video intimi finiti in Rete a sua insaputa, scambiati e commentati su molti siti porno e sui social network. Nel 2021 però la Procura decide di aprire un nuovo fascicolo e indagare per omicidio e il 28 maggio 2021 l’annuncio che il corpo sarà riesumato.

I video in rete

L’incubo di Tiziana Cantone ha inizio in un momento preciso, il 25 aprile 2015, quel giorno un amico e le dice di averla vista in un filmato su un sito porno. Lei riconosce le immagini e ricorda pure a chi le aveva mandate. Passano i giorni e le scoperte aumentano: altri siti porno hanno le sue immagini. Tiziana inizia a fare ricerche mirate, scopre un forum per adulti in cui si parla di lei come della protagonista di video pubblicati da un sito di scambisti, addirittura di alcuni gruppi su Facebook dedicati a lei e profili fasulli con il suo nome e le foto tratte dai frame dei filmati. Un video, in particolare, è diventato virale, con una battuta della donna che successivamente sarà trasformata addirittura in un meme su interne

 

La prima denuncia nel maggio 2015

Un anno prima della sua morte e precisamente nel maggio 2015, Tiziana Cantone va in procura per fare una denuncia: video e immagini intime che la riguardano sono in Rete. La donna racconta che in periodo di «fragilità e depressione», come si legge nel verbale, aveva intrecciato delle «relazioni virtuali» con quattro uomini, e a loro aveva inviato immagini. Fa i nomi dei quattro e tutti vengono indagati per diffamazione (accuse poi archiviate). Quello che lei aveva iniziato pensando si trattasse di un gioco «ristretto» è un incubo, un mostro che si autoalimenta: immagini e video che la riguardano circolano sempre di più. In quella denuncia Tiziana non fa riferimento a Sergio Di Palo, che era il suo fidanzato quando ha girato i video e con cui ha convissuto per un breve periodo. La procura dispone l’oscuramento dai motori di ricerca di video, immagini e commenti collegati a Cantone. Ma soltanto nei confronti di Facebook, Twitter, Yahoo, Google e YouTube, in virtù della loro funzione di social network, ai quali venne impone l’immediata rimozione di ogni post o pubblicazione con commenti e apprezzamenti riferiti alla donna. Ma è una vittoria parziale.

 

No al diritto all’oblio

Le foto di Tiziana ormai girano all’impazzata in Rete e lei è disperata: ogni giorno fa nuove scoperte. Come scrive nella memoria difensiva presentata al giudice civile di Aversa, il 13 luglio 2015, per richiedere la rimozione dal web dei video e di tutti i contenuti a lei collegati. Nella memoria parla di sei registrazioni, tutte fatte «volontariamente e in piena coscienza» e conferma i nomi dei destinatari di quei video. Nonostante un provvedimento di urgenza avesse già ordinato la rimozione dal web di immagini e commenti lesivi della reputazione della donna, il giudice precisa che a Tiziana Cantone non può essere accordato il diritto all’oblio. Cantone viene anche condannata a rimborsare le spese legali ai cinque siti citati per un totale di circa 20.000 euro.

 

Tentativi di ritrovare l’anonimato

Cantone fa anche un’altra denuncia in procura, per violazione della privacy. Le azioni legali faticosamente vanno avanti, ma la diffusione delle sue immagini procede più velocemente di qualunque procedimento giudiziario. Procedimenti che, nel suo caso, come abbiamo visto, non danno i risultati sperati. Tiziana sente che la sua vita è distrutta, smette di uscire di casa per paura di essere riconosciuta e derisa, cosa che le è capitata davvero, come racconta sempre nella memoria difensiva. Lascia il lavoro, avvia l’iter per cambiare il suo cognome in Giglio, quello della madre, cambia anche comune di residenza e si trasferisce in Toscana. Ma il dolore e la vergogna la accompagnano sempre, così decide di tornare a casa, dalla madre. Il tragico epilogo di mesi e mesi di angoscia è il suicidio, il 13 settembre 2016. Così almeno si è ritenuto fino ad oggi.

 

La prima inchiesta per istigazione al suicidio

Poco dopo la morte di Tiziana Cantone, fu aperta un’indagine su una possibile istigazione al suicidio: viene ascoltato l’ex fidanzato della donna, Sergio Di Palo, vengono ricercate prove sul telefono della donna e viene analizzata la pashmina con cui Tiziana si sarebbe impiccata. Ma nessuno viene iscritto nel registro degli indagati e il fascicolo è successivamente archiviato dal Gip.

 

Il ruolo dell’ex fidanzato

A carico di Sergio Di Palo, però, ci sarebbe un altro fascicolo aperto e nel dicembre 2018 viene rinviato a giudizio per calunnia, accesso abusivo a dati informatici e falso: avrebbe convinto Tiziana Cantone a querelare i quattro ragazzi, girando loro la responsabilità della diffusione dei video. Per la madre di Tiziana, Maria Teresa Giglio , lui l’avrebbe plagiata. La prima udienza si è tenuta a porte chiuse, a Napoli, nel febbraio 2019. In aula si confrontano due versioni dei fatti: per l’accusa Di Palo convinse Tiziana a denunciare i quattro e poi, con l’aiuto di un esperto di informatica, avrebbe cancellato i video dal computer e dal cellulare di Tiziana. L’imputato non solo respinge le accuse ma ribadisce di avere aiutato in tutti i modi l’ex fidanzata perché uscisse dall’incubo che stava vivendo, mettendole a disposizione assistenza legale e psicologica. Questo processo non si è ancora concluso.

 

TIZIANA CANTONE, IL CASO DALL’INIZIO: GLI APPROFONDIMENTI

 

 

Dal caso Cantone al revenge porn

La morte di Tiziana Cantone ha un immediato e forte clamore mediatico e porta l’attenzione dell’opinione pubblica italiana sui fenomeni del revenge porn e del cyberbullismo. Il caso viene anche discusso in Senato dalla settimana successiva alla morte della donna. Inizia un lavoro legislativo e una campagna di sensibilizzazione che porterà, l’anno successivo, all’approvazione di una legge per la prevenzione ed il contrasto del cyberbullismo ( il caso Cantone è più volte citato nella discussione in Aula). Nello stesso periodo si intensifica il dibattito sul «revenge porn» e, all’interno del disegno di legge noto come Codice Rosso, viene votato l’emendamento che lo introduce come reato nel nostro Codice Penale: «Chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5mila a 15mila euro» recita il nuovo articolo di legge.

 

Tiziana e la madre, Maria Teresa Giglio.Tiziana e la madre, Maria Teresa Giglio.

 

 

La battaglia di Maria Teresa Giglio

Durante la discussione dell’emendamento sul revenge porn alla Camera Laura Boldrini cita proprio il caso Cantone. Per Teresa Giglio, mamma di Tiziana, che ha sempre puntato il dito contro le responsabilità del web, il voto sul revenge porn rappresenta una vittoria personale. E il giorno dopo l’approvazione alla Camera dichiara: «Ci sono tante ragazze che vanno aiutate, perché finiscono vittime di questa nuova forma di femminicidio che è la violenza attraverso il web».

 

La riapertura del caso: l’esposto per omicidio

Ma mentre sostiene la causa della legge contro il revenge porn Maria Teresa Giglio porta avanti anche la battaglia legale per la riapertura del caso sulla morte della figlianon ha mai creduto all’ipotesi del suicidio e alla fine del 2020 chiede la riesumazione della salma di Tiziana per effettuare quell’autopsia che non fu mai eseguita dopo il ritrovamento del corpo. Diversi gli elementi in mano al team investigativo che supporta i legali della Giglio e che sostiene la tesi dell’omicidio. In primis, la pashmina che stringeva il collo della donna: dissequestrata nel novembre 2019, su richiesta dei legali della Giglio, sulla sciarpa sono state rinvenute tracce biologiche maschili, oltre a quelle di Tiziana e della zia, che per prima trovò il corpo della ragazza e le sfilò la sciarpa dal collo. Quindi l’ipotesi è che ci fosse un uomo assieme a Tiziana in quella cantina.

 

Chi ha cancellato dati dal cellulare?

Oltre a quello per omicidio, i legali della Giglio hanno presentato anche un secondo esposto in procura per frode processuale: avrebbero le prove di una presunta manomissione del tablet e del cellulare della giovane donna avvenuta quando gli apparecchi erano già sotto sequestro. Tra i consulenti che supportano i legali di Maria Teresa Giglio ci sono, infatti, gli esperti dell’Emme Team, un gruppo di investigatori informatici con sede a Chicago e a Los Angeles. Dalle loro indagini risulterebbe che è avvenuto un accesso al cellulare con conseguente cancellazione dei dati a tre giorni dalla morte di Tiziana quando invece per i periti della procura lo stesso telefono risultava inaccessibile per via del pin. Insomma, qualcuno avrebbe “ripulito” smartphone e tablet.

 

La salma di Tiziana riesumata

Il 28 maggio 2021 il pubblico ministero Giovanni Corona apre un fascicolo per omicidio, al momento contro ignoti: il corpo di Tiziana sarà riesumato e l’autpsia avvierà nella prima decade di giugno. Nonostante siano passati quasi cinque anni dalla morte della donna secondo l’anatomopatologo sentito dal pm è ancora possibile raccogliere elementi per avvalorare una delle due ipotesi: suicidio od omicidio?


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